
Tanti auguri Kim Jong-un. Il “Grande successore” festeggia con un test nucleare, che deprime l’economia

Oggi Kim Jong-un, dittatore della Corea del Nord, compie 33 anni (32 per l’intelligence sudcoreana). Pochi giorni fa, per il suo compleanno, si è regalato un nuovo test nucleare (il quarto della storia del paese), che secondo il regime sarebbe stato «un successo». Si è trattato di un ordigno a idrogeno, a dar retta a Pyongyang, ma gli esperti citati dal sudcoreano Chosun Ilbo l’hanno escluso categoricamente. Si è trattato invece di una “normale” bomba nucleare.
ECONOMIA E NUCLEARE. La Corea del Nord ha i suoi motivi per condurre simili test (ne abbiamo parlato qui e qui), ma quest’anno nessuno se l’aspettava visto il discorso di inizio anno nel quale il “Grande successore” aveva aperto a colloqui di altissimo livello con la Corea del Sud e sottolineato la necessità di migliorare l’economia, senza sproloquiare su guerre nucleari. Eppure il terzo Kim porta avanti dal 2012 la teoria del Byungjin, cioè del contemporaneo sviluppo di nucleare ed economia. Nessuno (né il padre Kim Jong-il, né il nonno Kim Il-sung) aveva mai dato tanta importanza alla crescita economica, eppure la politica del “Brillante leader” non sta funzionando, visto che i test nucleari, anche se garantiranno qualche eventuale accordo con le potenze mondiali, contribuiscono alla depressione economica nordcoreana.
TIMIDE RIFORME. Tra il 2013 e 2015, Kim ha autorizzato la creazione di una ventina di zone economiche speciali, dove il commercio e la libertà delle aziende statali sarebbero dovuti aumentare. In alcune si è anche ipotizzato l’accesso a internet, con l’obiettivo di attrarre investimenti stranieri e così garantire una migliore qualità della vita agli abitanti. Al pari della riforma agraria, che dovrebbe permettere ai contadini nelle grandi fattorie collettive di tenere per sé il 30 per cento del raccolto più quello che eccede rispetto ai criteri di produzione fissati dallo Stato, e all’aumento dei mercati locali a circa 750 in tutto il paese, queste novità sono spesso rimaste lettera morta o comunque limitate nei loro effetti pratici.
INVESTITORI SPAVENTATI. Al di là degli annunci, inoltre, i test nucleari non aiutano l’economia. Oltre a costare miliardi, spaventano gli investitori. Questi devono già districarsi tra le sanzioni Onu che limitano fortemente gli scambi commerciali e la pessima immagine che si ottiene nel momento in cui si decide di avere a che fare con il regime. Un nuovo test nucleare non farà che allontanare anche quei pochi investitori che per motivi politici o finanziari vogliono prendersi il rischio di trattare la Corea del Nord.
FATTORE CINA. Bisogna poi considerare il fattore Cina, come scrive il sito specializzato North Korean Economy Watch. Se le sanzioni Onu comminate dopo ogni test nucleare non sono mai servite da deterrente è perché Pechino non le ha mai rispettate, preferendo mantenere in vita il regime di Kim piuttosto che vedere un paese vicino, anche nell’ideologia, crollare a favore della Corea del Sud e degli americani. Ma il partito comunista cinese potrebbe anche stancarsi e diminuire la quantità di aiuti sotto forma di alimenti e infrastrutture che continua a fornire a Pyongyang a fondo perduto. Per quanto predichi sviluppo e prosperità, Kim Jong-un continua di fatto a procedere in direzione opposta, preoccupandosi solo della stabilità del regime.
Foto Ansa/Ap
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I nordcoreani sono l’unico popolo che benedirebbero come manna dal cielo l’arrivo dell’ISIS. Almeno l’ISIS non ha campi di concentramento…
Ha voglia a scrivere la Laudato sì!!…..