
Più la Cina si scalda, più il mondo si interessa di Taiwan

Taipei. Anche oggi, come sempre, la marea di motorette dilaga sulle strade dopo ogni rosso del semaforo; la gente va a lavorare usando il metrò, attenti agli indici di Borsa o ai videogiochi; i bambini giocano in cortile, ma solo al mattino: al pomeriggio c’è troppo caldo subtropicale. Questi giorni sono i più torridi dell’anno per Taipei: la temperatura ha raggiunto i 38 gradi. Ma è l’unico caldo che si fa sentire. La tempesta militare e diplomatica che si è abbattuta fra Taiwan e la Cina, fra Pechino e Washington con la visita di Nancy Pelosi sull’isola, sembra lontana e la gente continua a fare i propri affari.
Alcuni esprimono stanchezza per le continue minacce cinesi che durano da decenni. Forse chi risentirà di più saranno molti agricoltori e ditte di pasticcerie dell’isola che hanno visto bloccati alla dogana cinese – come ritorsione – i loro prodotti. Ma il governo e le associazioni di commercio hanno promesso di intervenire trovando mercati alternativi e sostenendo le perdite.
Taiwan vive con tranquillità il momento di tensione
Il ministero degli Esteri ha messo in guardia i taiwanesi dall’andare nel continente: Yang Chih-yuan, 31 anni, attivista indipendentista (a detta della Cina), è stato arrestato nel Zhejiang. In questi anni sono stati arrestati e imprigionati almeno tre taiwanesi, fra cui due professori universitari.
Eppure la gente vive con tranquillità questo momento di tensione, mentre i diversi uffici governativi dicono di essere pronti a difendere Taiwan, anche se «non vogliamo la guerra». Ci sono esercitazioni militari dell’esercito taiwanese nelle acque territoriali dell’isola, mentre all’esterno, in sei punti diversi attorno a Taiwan, vi sono navi militari della Cina che fanno esercitazioni con proiettili veri.
Il ministero della Difesa dell’isola ha comunicato che le navi cinesi hanno sparato almeno 11 missili balistici Dongfeng ieri mattina, che sono andati a finire nelle acque territoriali di Taiwan. «Fanno i bulli come Kim Jong-un della Nordcorea», è il commento, ricordando il vezzo del dittatore nordcoreano nel lanciare missili verso il Sud o verso il Giappone.
La reazione della Cina? «Esagerata»
La città di Taipei ha diramato un annuncio in cui si dice che è disponibile una app che indica dove sono i cinquemila e più rifugi antiaerei della capitale. In caso di attacco aereo, i rifugi possono ospitare fino a 18 milioni di persone. La popolazione di Taipei supera di poco i 3 milioni. Ma gli aerei cinesi che l’altro ieri sono sconfinati nello spazio di Taiwan, sono già andati via.
Sono in molti a pensare che questo gesto di stizza della Cina è esagerato: Nancy Pelosi non è la prima speaker del parlamento Usa a visitare l’isola (lo aveva già fatto nel 1996 Newt Gingrich), e non è nemmeno l’ultima personalità politica a visitare l’isola: vi sono le fila di francesi, inglesi, baltici… D’altra parte, Taiwan è un’economia vincente con capitali, industrie, infrastrutture, e soprattutto semiconduttori, così essenziali alla tecnologia contemporanea.
Chi ha difeso la visita di Pelosi a Taiwan
A quanto pare, quanto più la Cina si accalora e cerca di distruggere Taiwan, il mondo sembra interessarsene ancora di più. E fra i taiwanesi sono sempre meno coloro che parlano di riunificazione senza condizioni. L’ultimo è il capo del partito del Guomindang (Kmt), Eric Chu, che ieri ha apprezzato la visita di Nancy Pelosi. Un giorno prima, un altro membro del Kmt, Wu Sz-huai, aveva criticato Pelosi e la sua «provocazione non necessaria» verso il Partito comunista cinese.
Eric Chu non solo ha difeso la visita della speaker Usa, ma ha anche criticato Pechino per voler usare le esercitazioni militari come strumento di pressione. Il Kmt è il partito taiwanese che Pechino preferisce, piuttosto che il Dpp (Partito democratico progressista), sospettato di avere mire indipendentiste.
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