La tecnologia che crea contenuti originali imitando i dati da cui ha "appreso" è ormai alla portata di tutti, ragazzi compresi. Ecco perché bisogna discuterne per capire come accompagnarli a un uso consapevole
L'accordo firmato all'AI Safety Summit di Londra promette controllo sugli sviluppi di una tecnologia di cui però si sa ancora troppo poco. «Servono regole», giusto, ma chi le farà?
«Lasciare un figlio da solo sui social network è come lasciarlo solo nella piazza di una città sconosciuta». La nostra responsabilità di fronte a una generazione persa nel labirinto dell'algoritmo
Malgrado rassicurazioni e visite di cortesia, s’inferocisce tra Cina e Stati Uniti la grande guerra per il controllo delle tecnologie di avanguardia. Si lotta a suon di sanzioni e rappresaglie commerciali, ma in ballo c’è sempre il predominio militare
Continuare ad agitare scenari apocalittici sull'Ai non aiuta a mettere a fuoco i problemi che già oggi questa tecnologia pone. E la soluzione non sarà il carrozzone delle Nazioni Unite
Tra rischio singolarità e allarmi esagerati, c'è chi prevede che l'Ai si svilupperà fino a diventare incontrollabile, ma la curiosità di vedere fino a dove ci si può spingere supera la paura. Chi avrà l'autorità per dire «basta»?
Secondo i dati raccolti da Sapien Labs, la frequenza di problemi di salute mentale aumenta con il diminuire dell’età in cui si riceve il primo telefonino connesso al web
Tanti lanciano allarmi sui robot che prenderanno il nostro posto, ma storia insegna che i vecchi lavori che scompaiono per colpa della tecnologia vengono sostituiti da nuovi che prima non c’erano
Geoffrey Hinton, i cui studi sono alla base delle moderne piattaforme come ChatGpt, si dice pentito di quello che ha fatto, si dimette da Google e mette in guardia il mondo dalle conseguenze dannose dello sviluppo dell'Ai
L'intervista a Schumacher, il Papa con il piumino, la canzone di Drake e The Weeknd. I falsi credibili generati dall'Ai sono trappole pericolose. Spunti per resistere, prima di regolamentare