Secondo i legali della cristiana condannata a morte per apostasia solo la Corte d'Appello può liberare la donna, che però riceverà la prima parte della pena entro 20 giorni
Un sottosegretario al governo sudanese aveva garantito che la donna in prigione a causa della sua fede sarebbe stata liberata. Ma poi il governo ha ritrattato tutto
Intervista ad Avvenire di Daniel Wani: «In carcere c'è anche mio figlio Martin, con altri minori. Ma la prigione non è un buon posto per un bambino di nemmeno due anni»
A denunciare la donna sono stati loro, e una organizzazione sudanese accusa: «Vogliono impossessarsi del suo negozio». Intanto la donna resta in carcere e presto potrebbe partorire
Padre Gheddo: di fronte al ritorno della violenza di stampo musulmano non ci servono le assurde giustificazioni politicamente corrette, ma la sincerità di Benedetto XVI a Ratisbona e in Camerun
Per l'avvocato della donna, «la legge impedisce di eseguire la sentenza prima che il bambino nasca e venga allattato dalla madre per due anni. Faremo ricorso»