Intervista ad Annalia Guglielmi, amica del fondatore di Solidarnosc e premio Nobel per la pace: «È il grande artefice della caduta del comunismo. Questo sarà sempre il giudizio storico su di lui»
A mantenere per tanti anni al potere il comunismo fu un patto non scritto tra i governanti e i governati. Rotto solo grazie a grandi uomini come Havel e Wojtyla e movimenti come Solidarność
«Tutto ciò che è nostro è nostro, tutto ciò che è vostro si discute» dicevano i dirigenti sovietici. Poi accadde l'impensabile: fu eletto al soglio pontificio Giovanni Paolo II. E così cadde il Muro di Berlino
«Padre Jerzy, oggi è il tuo compleanno. Se puoi fare qualcosa, fallo oggi. Aiutaci!». In seguito alla guarigione miracolosa, il 20 settembre, a Parigi, inizierà il processo di canonizzazione del "cappellano di Solidarnosc"
Per la Polonia e per il mondo intero ha testimoniato le virtù del coraggio, della fedeltà a Dio, alla Croce di Cristo e al Vangelo. Ha rappresentato il patriottismo in senso cristiano, come virtù culturale e sociale.
Se per le vittime innocenti esiste il riscatto della ricompensa ultraterrena o il tributo della memoria umana, che possibilità di redenzione esiste per chi si è assunto l’onere di scelte irrimediabilmente tragiche?
Guidò la repressione contro Solidarność, ma negli ultimi anni seppe chiedere perdono per le sue decisioni. Lo scorso 25 maggio ha ricevuto i sacramenti prima di morire
Il nuovo film di Andrzej Wajda racconta l'elettricista di Danzica fondatore di Solidarnosc, anima di un movimento popolare che riuscì in una impresa impensabile: abbattere il comunismo in Europa senza spargere una goccia di sangue
Un articolo del 1979 dell'ex primo ministro polacco, morto mercoledì a Varsavia. «I cristiani in politica non siano rinunciatari e non si nascondano dietro la Chiesa»