Ecco perché i terroristi islamici che stanno devastando Siria e Iraq investono tanto tempo e risorse nella comunicazione attraverso la Rete e i social network: sono strumenti ideali per la propaganda della loro ideologia alienante
Hanno profili aggiornati nei social network, fanno attivamente informazione (e disinformazione), curano perfino una propria rivista. Guido Olimpio (Corriere della Sera) spiega come e perché i jihadisti sono diventati «talebani con l'elettricità»
Del capo dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante esistono solo due foto. Scarne anche le informazioni: la sua conversione alla lotta armata sarebbe avvenuta in un campo di prigionia americano in Iraq, da dove fu liberato nel 2009
Guido Olimpio, giornalista del Corriere della Sera esperto di terrorismo, spiega a tempi.it la strategia degli islamisti, che continuano a rilasciare video e messaggi: «Diffondono l'idea di essere soli contro il mondo»
Nel Paese dominano caos e disoccupazione, terreno migliore per i rifugi delle frange jihadiste. Le paure dell'intelligence americana, che vede il paese trasformato in un «hub per chi vuole fare il jihad»
Riyad ha cominciato ad appoggiare la Fratellanza negli anni 50 per contrastare il laico Nasser in Egitto. Ma la «repubblica ideale» voluta da Morsi era in contrasto con la monarchia saudita
L'attacco alla chiesa in Kenya. Massimo Introvigne, dell'Osservatorio della Libertà Religiosa: «È la nuova strategia di Al Qaeda, che non è finita dopo la morte di Bin Laden. Va fermata in Somalia»
Shakil Afridi è stato condannato in Pakistan a 33 anni di carcere. Gli Stati Uniti attaccano: «Oltraggioso». I rapporti tra Islamabad e Washington ai minimi storici.