Lo ha detto un mese fa l'ex ambasciatore Usa a Roma Reginald Bartholomew a Maurizio Molinari della Stampa. Che oggi lo rivela in un articolo "bomba". Replica di Di Pietro: «Non l'ho mai incontrato»
mani pulite
«Grazie al giustizialismo, l’Italia fra vent’anni sarà defunta. Defunta sì, ma con le mani pulite e il corpo lavato per il cimitero».
Dal ddl anticorruzione al decreto che imporrebbe una nuova normativa antisismica per gli stabilimenti nelle zone colpite dal sisma. Due misure che darebbero in pasto alla crisi quel poco che resta della nostra economia
Intervista a Riccardo Arena, penalista e conduttore di Radio radicale: «Si anticipano condanna ed espiazione alle indagini preliminari e così si aprono le porte all'errore giudiziario».
In Italia si ricorre alla carcerazione preventiva più che nel resto d'Europa. Per Giovanna Di Rosa (Csm) questo accade «perché ci sono molti stranieri senza dimora fissa, per la lunghezza dei processi e perché l'opinione pubblica spinge per un'immediata espiazione».
Ben 27 mila persone su 66 mila detenute nelle nostre carceri sono ancora in attesa di giudizio. Un'anomalia che rende unico il nostro paese in tutta Europa. Record negativo anche per le misure alternative alla detenzione. Ecco un po' di numeri e grafici per capire perché in Italia, soprattutto a partre da Tangentopoli, c'è un abuso della custodia cautelare.
Il leader dell'Idv ha attaccato il premier Mario Monti, imputandogli le morti di questo periodo di crisi economica. Oggi sulla Stampa la Jena ricorda che, sull'argomento, «Di Pietro sa di che cosa parla».
A Servizio Pubblico il giornalista del Fatto ha raccontato Tangentopoli a suo modo. Cosa è stata Mani Pulite? Lettera a un ragazzo nato il 17 febbraio 1992.
«In quegli anni la stampa fu di complemento all’accusa. Si instaurò un rapporto di corruzione organica tra i grandi editori dei giornali e la magistratura inquirente». Intervista a Frank Cimini, tra i pochi giornalisti che in quegli anni ebbero il coraggio di uscire fuori dal coro.
Non è possibile raccontare Mani Pulite dimenticando chi pagò con la vita il clima da caccia all'untore di quegli anni. Per questo ripubblichiamo la lettere che Sergio Moroni, parlamentare socialista suicida, inviò all'allora presidente della Camera Giorgio Napolitano. «Si vede che c'è ancora qualcuno che per la vergogna si uccide», commentò Gerardo D'Ambrosio.