libertà religiosa
Intervista a John Brehany, direttore esecutivo dell'Associazione dei medici cattolici americani: «Obama ha varato questo regolamento in campagna elettorale perché pensa di guadagnare più voti di quelli che perderà. Ma non a caso il Papa a gennaio ha denunciato la persecuzione della libertà religiosa da parte del laicismo radicale».

«Sono cresciuto in Corea del Nord pensando che fosse un "paradiso celeste", come mi hanno sempre insegnato. Poi ho scoperto la verità e sono scappato. A Pyongyang c'è una chiesa ma i nordcoreani non possono avvicinarsi». Il dissidente Choi Song Min approfondisce il racconto della sua vita passata nel paese più sconosciuto del mondo.

Il 20 gennaio scorso il dipartimento della Salute ha adottato una legge che vieta l'obiezione di coscienza in tutti gli ospedali americani, compresi quelli religiosi. Immediata la replica del movimento pro life e dei vescovi cattolici, che chiedono ai fedeli di «unire alle azioni civili la preghiera e il digiuno»

Obama obbliga i datori di lavoro a pagare ai dipendenti aborto e contraccezione. Intervista a Jack Lane, presidente designato dell'Associazione americana dei medici cattolici: «La riforma sanitaria tende allo Stato etico. Se tutti capissero che l'attacco è alla libertà religiosa e di coscienza, la gente si ribellerebbe. E non parlate di diritti delle donne perché non c'è conflitto».

Intervista di Tempi.it allo storico russo, esperto di Asia, Andrei Lankov, che negli anni '80 ha studiato all'università di Pyongyang: «In percentuale al totale della popolazione, gli internati nei gulag nordcoreani sono come quelli nell'Urss di Stalin. Kim Jong Un continuerà la repressione del padre ma i vertici politici del paese sono misteriosi tanto quanto il Cremlino»

Parla Rachele, studentessa italiana al Cairo: «La casa in cui stavamo studiando domenica si affacciava proprio sulla strada del corteo, abbiamo visto l'esercito sparare sulla folla e fare una strage. Sono certa che l'origine degli scontri non è dovuta ai cristiani né ai musulmani del popolo. Anche molti musulmani temono il fondamentalismo, lo stesso giorno della strage musulmani e cristiani hanno marciato insieme per chiedere libertà religiosa»

E’ uno dei più noti attivisti cinesi per i diritti umani ed è stato più volte candidato al premio Nobel per la Pace. Tornato a casa dalla moglie, Hu rischia una specie di arresti domiciliari come i dissidenti Ai Weiwei e Chen Guangcheng. E’ inviso al regime comunista dal 2000, quando chiese indennizzi per i malati di Aids infettati per errore da personale medico statale
