È successo ieri. Un uomo armato con una scusa è entrato nella chiesa di San Francesco e ha fatto fuoco, mancando il sacerdote. Monsignor Martinelli: «Gesto sorprendente, siamo molto preoccupati».
L'accusa è di essere missionari intenti a fare proselitismo distribuendo materiale cristiano. Dalla caduta di Gheddafi la vita dei cristiani in Libia è molto dura.
Ha lasciato ieri il ruolo di segretario di Stato. Ha saputo gestire fasi cruciali, dal surge in Afghanistan alle primavere arabe, dalla minaccia nucleare iraniana al conflitto libico, sino alla recente crisi nel Sahel.
Secondo la Cia «per Al Qaeda la Libia del dopo Gheddafi è un'opportunità fantastica per espandersi». Al Qaeda insegnerebbe alle bande libiche tecniche di guerriglia, addestrandole, in cambio avrebbe accesso all'arsenale di armi rubate a Gheddafi.
Milizie rivali semi-legali si contendono il centro di Tripoli. La polizia, impotente, non interviene. Mercoledì è stato nominato il nuovo governo libico ma a Bengasi, e non solo, comandano ancora truppe irregolari.
Il governo propone tra i comuni cittadini una colletta di armi per equipaggiare l'esercito. A Bengasi consegnati 730 fucili, 200 granate, 200 mine anti uomo, 20 mila munizioni e un carro armato.
«In questi giorni è condannato da ogni parte il film contro Maometto, dobbiamo però nello stesso tempo non avere complessi di inferiorità nel denunciare gli abusi quando colpiscono con ogni evidenza delle minoranze inermi»
Cosa può rendere possibile il mantenimento di un minimo di consuetudini umane pacifiche tra due mondi così radicalmente divisi nella concezione della vita? Benedetto XVI nella faglia che divide l'Occidente dall'islam
L'assedio all'ambasciata americana di Bengasi e gli scontri al Cairo e a Sanaa. L'ipotesi di una vendetta di Al Qaeda. Le navi da guerra verso la Libia. Cosa sta accadendo nel mondo arabo