Tablet e Lim tra i banchi di scuola, «una rivoluzione digitale che fa bene sopratutto ai docenti» 

Di Paola D'Antuono
23 Maggio 2013
Il professor Diego Sempio (Galdus) promuove la didattica con il supporto di strumenti tecnologici: «Finalmente i ragazzi sono soggetti attivi durante le lezioni»

Sono trascorsi 264 giorni dall’inizio del progetto Generazione Web Lombardia, che ha visto circa mille scuole superiori, incluse le scuole paritarie e gli Istituti di formazione professionale, dotarsi di strumenti tecnologici come supporto alla didattica. Il Miur ha finanziato il progetto con 4 milioni di euro, a cui hanno fatto seguito 8,7 milioni di euro messi a disposizione da Regione Lombardia.

SCUOLA 2.0. Moltissime sono state le scuole che, grazie al bando messo a disposizione della Regione, hanno presentato domanda di contributo per l’acquisto di tablet e Lim, la lavagna interattiva multimediale che sta sostituendo la canonica lavagna. Purtroppo però, proprio in questi giorni, l’assessore lombardo all’Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea, ha comunicato che nel bilancio 2013 di Regione Lombardia non è prevista la replica del bando Generazione Web Lombardia. Una brutta notizia per tutte quelle scuole che, durante quest’anno scolastico che sta volgendo al termine, hanno sperimentato i pregi e difetti della rivoluzione digitale tra i banchi di scuola. Tra loro anche Diego Sempio, già rettore della Fondazione Ikaros e attualmente formatore presso l’Istituto di formazione Galdus di Milano: «Promuovo a pieni voti la scuola 2.0. In particolare sono entusiasta dell’introduzione del tablet, uno strumento semplice, intuitivo e ricco di funzioni che aiutano e migliorano notevolmente l’apprendimento in classe e a casa».

DOCENTI E TABLET. Il professor Sempio si definisce «innamorato della tecnologia» e certo che il tablet sia utile agli studenti ma ancor di più ai docenti: «Gli insegnanti che hanno preso sul serio questa novità, pur con tutte le difficoltà iniziali, ne hanno tratto indubbi benefici per il proprio lavoro. Non è vero, come si legge su qualche giornale, che gli insegnati non sono capaci di confrontarsi con la tecnologia e si affannano dietro ai loro studenti, “maghetti di Internet”. I ragazzi sanno usare Facebook e YouTube ma spesso incontrano delle difficoltà a ricercare informazioni su Internet nel modo corretto».

DIDATTICA ATTIVA. L’uso del tablet in classe, secondo il professore, consente ai ragazzi di «non essere più soggetti passivi durante le lezioni, ma d’interagire con l’insegnante attivamente». Molti professori, però, hanno lamentato un aumento della distrazione da parte degli allievi, che durante la lezione utilizzano l’iPad per giocare e navigare sulla Rete: «Ma il problema della distrazione esiste da quando esiste la scuola, non è un problema di tecnologia. Uno dei compiti degli insegnanti è essere capaci di attirare l’attenzione dei ragazzi». Per Sempio, dunque, l’importante è che «il docente sia in grado di entusiasmarsi e di coinvolgere i ragazzi, che si trovano tra le mani una vera rivoluzione. Il tablet non è complicato come il computer, non ha bisogno di competenze specifiche, né di laboratori dedicati». Intanto però, l’anno prossimo molti studenti potrebbero trovarsi senza strumentazioni tecnologiche a causa del mancato rinnovo dei fondi messi a disposizione da Regione Lombardia: «Sarebbe un vero peccato, la tecnologia fa parte del nostro mondo, la scuola non può rimanere fuori dalla realtà».

@paoladant

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1 commento

  1. francesco taddei

    leggere un libro è noioso, sapete perchè? è fatica! rileggete McLuhan “media caldi vs media freddi”!

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