
Sviluppo e occupazione in Lombardia, una legge a costo zero per il cittadino
Il tre aprile andrà al voto al consiglio regionale, ma il risultato è ipotecato: la commissione Attività produttive della Regione Lombardia ha approvato il progetto di legge “Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione”. «Questo progetto di legge – spiega a tempi.it il presidente della commissione Attività produttive Mario Sala (Pdl) – potrebbe avere lo slogan “bisogna usare l’ingegno”. Il patto di stabilità ci ha tolto infatti il 25 per cento di capacità di spesa e abbiamo avuto tagli per 1 miliardo e mezzo di euro nelle risorse trasferite dallo Stato. Queste misure hanno un nesso diretto con sviluppo crescita occupazione, ma sono a costo zero per il cittadino. Il secondo aspetto importante di questo progetto è che, se la politica economica dipende quasi esclusivamente dal livello nazionale, questa legge occupa tutti gli spazi di competenza lasciati alle Regioni in materia».
Cosa si farà in concreto per l’occupazione?
Con questa legge si mette uno stop all’abuso degli stage: si passa all’apprendistato, cioè un contratto di lavoro retribuito. Che ha due novità: la prima è la retribuzione progressiva percentuale in base a ciò che si impara. Il contratto ha infatti una parte dedicata alla formazione e una al lavoro. Ora all’azienda diciamo di distinguere bene le due fasi e di poter pagare meno la parte di formazione, ma nel tempo di retribuire progressivamente sempre di più. Questo incentiva l’azienda ad assumere, in virtù di una flessibilità, ma consente anche di dare un contratto retribuito stabile sino a tre anni al dipendente. La seconda novità è per chi frequenta le scuole professionali: l’apprendistato viene riconosciuto come diploma di quarto e quinto anno della scuola.
C’è anche l’impegno a destinare alcune risorse alla contrattazione di secondo livello. Perché? Che valore strategico ha questa scelta?
La Regione vuole destinare il 20 per cento delle risorse complessive sul capitale umano alla contrattazione di secondo livello, cioè quella fatta direttamente azienda per azienda, tra la commissione dei dipendenti e il datore, o per settore. Nella realtà, infatti, vediamo che non c’è grande conflitto tra le parti nelle piccole e medie imprese, per questo le reputiamo importanti: dipendenti e proprietari hanno lo stesso interesse di lavorare. La Regione cercherà così di favorirle, destinando le risorse al welfare aziendale (ad esempio asili) e ai contratti di apprendistato.
Verrà abolito l’albo degli artigiani. Perchè? Non comporterà meno trasparenza?
Comporterà meno burocrazia, finalmente! E non mi preoccuperei della trasparenza: la legge parla chiaro sui requisiti che bisogna avere per iscriversi. Adesso non servirà più presentare l’iscrizione, né che la pratica passi da una commissione regionale. Si procede invece con l’iscrizione automatica alla Camera di commercio, e più velocemente al controllo della pratica da parte di una consulta regionale. Una nuova prassi basata sul presupposto della fiducia nel cittadino che fa una dichiarazione: solo dopo si fanno i controlli per verificare l’effettiva correttezza dei requisiti. Una mossa che comporta più libertà di operare e meno controlli, quindi maggiore sviluppo.
Cosa farete per le Pmi?
Allo stato attuale ci sono appalti da cui le micro e piccole imprese sono escluse, perché per partecipare devono presentare le fideiussioni al 100 per cento del valore dell’opera. Adesso invece sarà possibile commisurare la garanzia che si chiede all’impresa all’effettivo rischio che corre per quel bando. Se c’è ad esempio un bando da 200 mila euro, ma il rischio è per 30 o 40 mila, la garanzia da presentare sarà solo per questi importi più piccoli: così non saranno solo i più grandi a poter partecipare alle gare di lavoro. Inoltre sarà possibile frazionare gli appalti per far partecipare Pmi più vicine al territorio.
Scusi, ma con il problema delle infiltrazioni criminali nei lavori in subappalto? Con questa prassi non ci saranno maggiori criticità?
Al contrario: perché in questo modo si tende a superare il subappalto e a controllare direttamente “a monte” il frazionamento del lavoro alla micro e piccola impresa, quindi ci sarà maggiore trasparenza su chi partecipa alla gara.
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