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Sulla “carne coltivata” Slow Food si metta d’accordo con se stessa

Di Rodolfo Casadei
14 Dicembre 2023
In un comunicato critica il divieto del governo in nome della libertà di scelta, sul suo sito dice che questo tipo di cibo annienterà la nostra libertà di scelta. Qualche ragione (non politica) per dire "no"
Carne coltivata hamburger
Il primo hamburger di carne coltivata, cucinato a Londra nel 2013 (foto Ansa)

Barbara Nappini, presidente di Slow Food, dovrebbe mettersi d’accordo con se stessa. Non può dichiarare con un comunicato stampa che «Non servono provvedimenti che vietino la produzione e la vendita di alimenti prodotti da colture cellulari o tessuti di animali come quello appena divenuto ufficialmente legge, ma informazioni corrette, che consentano a tutti di scegliere. Proibire è una scorciatoia», e allo stesso tempo far scrivere sul sito internet di Slow Food che la “carne coltivata” finirà per annientare la nostra libertà di scelta e per consegnare il futuro della nostra alimentazione alle grandi corporation angloamericane dell’industria alimentare.
Il falso argomento della "libertà di scelta"
Dei due-tre argomenti che i fautori dell’artificializzazione del cibo avanzano per avvalorare la propria posizione, quello della “libertà di scelta” è sicuramente il più ipocrita, e andrebbe smascherato anziché avallato con dichiarazioni come quelle della presidente Nappini. Basterebbe legge...

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