
A Cair Paravel
Strenne di Natale? Che domande: libri!
E sotto l’albero, cosa ammucchiare per i nostri bambini? Io non ho mai avuto molte esitazioni: libri, libri e ancora libri! Le facce deluse dobbiamo temerle solo se siamo noi a non essere abbastanza convinti del fatto che stiamo regalando biglietti aperti per viaggi fantastici e imperdibili…
Un elenco di suggerimenti sarebbe impossibile da stilare senza tralasciare qualcosa di fondamentale, quindi solo qualche spunto collaudato e certificato.
Un vecchio titolo, dei meno noti tra gli albi dedicati alla Natività, che però mi ha sempre commosso e che rileggo volentieri ai miei bambini: Una sera in una stalla, di A. Cimatoribus, illustrato da Guido Visconti, edito da Arka. La storia di un vecchio bue, rimasto solo, il quale si sente ormai inutile e, prima di morire, aspetta soltanto il ritorno del suo Padrone. Durante questa attesa si scatena una tempesta di vento e il bue che a tutti gli animali che si affacciano alla sua stalla chiede se per caso non abbiano visto il suo Padrone, finisce con l’offrire ospitalità a tutti: la colomba, la pecora, le oche, dividendo con loro il proprio spazio e il calore del proprio corpo. Fin quando non giunge una donna in procinto di partorire e per farle posto, il vecchio bue deve addirittura lasciare la stalla. Nel momento in cui però il bambino viene alla luce, per il bue è tutto chiaro: il suo Padrone è tornato da lui, come aveva promesso e lo ha trovato col cuore gonfio di accoglienza! Credo che volendo raccontare la trepidazione dell’attesa, poche altre storie possano essere parimenti efficaci.
Un titolo più recente, destinato ai ragazzi delle scuole medie, splendido: Miryam, di Silvia Vecchini, edito da San Paolo Edizioni. La storia di Maria è raccontata attraverso gli occhi dei protagonisti noti (Giuseppe, Gioacchino, Anna), dei personaggi di pura invenzione (l’amica Lia, Il carrettiere che conduce Maria al paese di Elisabetta), degli oggetti rituali (la tenda del Tempio e l’acqua delle abluzioni), fino all’asino, cui è affidato il racconto se pur riflesso della nascita di Gesù.
La profonda conoscenza da parte dell’autrice del periodo storico in questione, della lingua parlata dai protagonisti e dei loro costumi quotidiani contribuiscono a creare un’atmosfera assolutamente credibile, in cui è facile essere risucchiati. Presto si impara a seguire le voci narranti, come acrobati esperti che balzano da un ramo all’altro in una foresta popolata da alberi di ogni specie che offrono sullo stesso paesaggio punti di osservazione diversi.
L’esercizio non è fine a se stesso: trasmette l’idea dell’Avvenimento. Un fatto avviene, il Mistero entra nella storia e, come un sassolino caduto in acqua, agita tante sottili onde concentriche: tutti vengono in qualche modo investiti, ma ciascuno reagisce all’impatto in base alla propria posizione e secondo la propria natura, ovvero in base alla propria libertà.
Il vero punto di forza di questo romanzo consiste però a mio avviso nel filo rosso che riesce a tracciare tra le pagine (anche graficamente rappresentato!) e che è il rapporto determinante che Maria ha con Dio. Un rapporto di totale abbandono. Di Maria si impone quasi come un urlo che scuote il lettore l’assoluta libertà. Con la stessa dedizione e umiltà con cui tesse il filo di porpora per la tenda del Tempio, per tutta la vita ella conduce un dialogo serrato con Dio, un dialogo che la determina: lei è quel rapporto. Al punto da non temere il confronto dialettico né con il gran sacerdote di Gerusalemme, né con l’arcangelo Gabriele quando va a visitarla. Al punto da astenersi dal prendere iniziative anche quando le cose si mettono male. Al punto che a Giuseppe che riprendendola con sé le chiede comprensibilmente “Perché non me lo hai detto?”, rispondere: “Chi sono io per mettermi tra te e il Signore?”.
Questa stessa dinamica, umanissima, tutta giocata in un rapporto libero con Dio è vissuta anche da Giuseppe. La libertà di Giuseppe è talmente messa in gioco da indurre il lettore a domandarsi se la ripudierà o no… Eppure sappiamo come va a finire!
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