
Stranezze postume del Raboni anti signor B. (sai che fantasia)
Il buon Giovanni Raboni, poeta e critico teatrale, ha lasciato buone poesie, non eccelse ma di buona fattura, un instancabile lavoro di critico e di lettore generoso. Ha avuto incarichi di prestigio in teatri e istituzioni e orientato le scelte di diverse collane editrici. Ora, morto da pochi mesi, si ritrova al centro di uno strano scandalo. Ha lasciato un malloppetto di poesie che son state pubblicate postume da Garzanti. Il tema, anche per lui!, era la decadenza dell’Italia incarnata dal Signor B. La notizia che ha fato scalpore (tanto che il Corriere ci ha fatto una paginata intera) è il fatto che Einaudi si fosse rifiutata di pubblicarle. Per le pressioni politiche del Signor B, azionista di maggioranza della Mondadori padrona di Einaudi, o per il troppo zelo di qualche funzionario della gloriosa casa editrice di sinistra (che di sinistra peraltro in questi anni è rimasta, sfornando non pochi titoli anti-Signor B.)? Il fatto è doppiamente inquietante. Da un lato è certo che le case editrici sono bersaglio di condizionamento politico e non solo da una parte. Che Einaudi pieghi la testa per un diktat di non pubblicazione di un libro di poesie sarebbe una enormità. D’altro lato, che un intellettuale lasci come eredità un malloppetto di poesie antiberlusconiane è un segno di brevità di respiro.
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