
Strage di Parigi. C’è un solo modo per sconfiggere il terrorismo jihadista

La strategia è chiara e inequivocabile, l’aveva già spiegata Gilles Kepel all’indomani degli attacchi del 13 gennaio contro Charlie Hebdo e il supermercato Hyper Cacher, e gli esperti di antiterrorismo francese avevano annunciato che si stava minacciosamente avvicinando il momento in cui sarebbe stata messa in atto: l’Isis e probabilmente anche Al Qaeda (ci sono molti indizi che le due organizzazioni si stanno riavvicinando) vogliono scatenare una guerra civile di religione in Francia che vedrebbe contrapposte delle enclave territoriali musulmane alle forze dello stato francese. Gli attacchi si ripeteranno e saranno sempre più sanguinosi e indiscriminati per provocare rappresaglie altrettanto indiscriminate da parte di gruppi islamofobi francesi contro gli immigrati musulmani e i loro luoghi di aggregazione. Un numero crescente di francesi musulmani diventerà simpatizzante e fiancheggiatore dei terroristi jihadisti, e un numero crescente di francesi “de souche” diventerà condiscendente verso forme di repressione indiscriminata ed extragiudiziale e verso forme di punizione collettiva contro le comunità musulmane dei quartieri da cui provengono i terroristi. Ciò trasformerà la Francia in un paese dove l’autorità formale dello Stato e quella di fatto dell’opposizione armata islamista si contenderanno il controllo del territorio abitato dagli immigrati musulmani, che come è noto in Francia vivono in maggioranza concentrati in località e quartieri bene identificabili.
La strategia vuole provocare anche l’intervento militare dei paesi occidentali in Medio Oriente con truppe di terra. Con due obiettivi. Il primo è la radicalizzazione e l’assorbimento nel jihadismo dei musulmani attualmente moderati, che verrebbero suggestionati dalla propaganda sui nuovi crociati e sul ritorno dei colonialisti. Il secondo è quello di logorare le risorse materiali, umane e psicologiche dei governi europei costringendoli a combattere su due fronti: il fronte interno rappresentato da un terrorismo che tende a trasformarsi in guerra civile a sfondo religioso, e il fronte esterno rappresentato dallo sforzo militare “imperialista” in terra araba e musulmana.
Che fare dunque? Molti pensano che, se questa analisi è corretta, la soluzione del problema è abbastanza facile: basta non cadere nella trappola tesa dallo Stato Islamico. Manteniamo la calma, respingiamo le provocazioni, evitiamo di creare milizie di autodifesa o di mandare al governo forze xenofobe, ricorriamo alla diplomazia più che alle cannoniere e ai corpi di spedizione in Medio Oriente, e la crisi un po’ alla volta si risolverà. Purtroppo le cose sono molto più complicate. Purtroppo, ma anche giustamente, ma anche ontologicamente. Le questioni antropologiche, le questioni esistenziali, le questioni spirituali che i fatti di gennaio a Parigi avevano sollevato sono ancora lì, senza risposta. Stavolta i terroristi non hanno ucciso ebrei e blasfemi, nemici designati del Profeta e meritevoli di morte secondo la loro interpretazione del Corano. Stavolta hanno assalito direttamente il non-senso della vita degli infedeli, l’idolatria rappresentata dalla partecipazione di massa, liturgica e rituale, alle partite di calcio allo stadio e ai concerti di musica rock (in questo caso heavy metal). L’occidentale medio ha sostituito il culto del divertimento al culto dovuto solo a Dio. Così facendo offende Dio tanto quanto i vignettisti e gli ebrei colpiti a gennaio, e offende la sua propria natura umana, perché l’uomo non è stato creato per disperdersi in piaceri volgari, materiali e fatui, ma per onorare il Creatore e combattere tutte le guerre, da quella spirituale dentro al proprio cuore per migliorarsi moralmente a quelle esteriori militari contro i nemici della vera fede per privarli del potere politico, che Dio chiede all’uomo giusto di combattere.
Uccidere gli spettatori di una partita di calcio, o di un concerto di musica irreligiosa, o coloro che vivono e lavorano tutta la settimana solo per uscire e fare bagordi fra il venerdì sera e la domenica pomeriggio, è uccidere dei già-morti, dei non-più-umani: gente che non conosce il vero senso della vita, che sta negando la natura divina della vita umana, avendola abbassata al livello di quella degli animali, dominata dall’istintività e dalla ricerca del piacere sensoriale. Quando si conosceranno i nomi e le biografie degli attentatori, si scoprirà che la maggioranza di loro è nata e cresciuta in Europa. Hanno avuto a disposizione più o meno le opportunità e le libertà che hanno tutti i giovani europei. Le hanno trovate inadeguate alla loro domanda di assoluto, alla loro ricerca di un senso per la vita più grande e più profondo dell’edonismo a buon mercato fatto di sesso, droga e rock and roll. E siccome nessuno ha proposto loro qualcosa di più profondo e vero in termini umanamente attraenti, nessuno ha provocato la loro libertà con una proposta di senso integrale e corrispondente all’attesa del cuore umano, hanno rabbiosamente cercato e trovato la risposta nella loro tradizione religiosa, debitamente rivisitata e aggiornata per farne uno strumento che permette di passare dal senso di impotenza al senso di onnipotenza. E qui si innesta il secondo fattore di difficoltà insuperabile di soluzione della crisi.
Quattordici anni fa Jean Baudrillard fece scandalo quando, all’indomani degli attacchi dell’11 settembre, a proposito della distruzione delle torri del World Trade Center con tutte le persone che ci lavoravano dentro scrisse che «l’ascesa in potenza della potenza finisce con l’esacerbare la volontà di distruggerla. Questa ascesa stessa è complice della propria distruzione. Quando le due torri sono crollate, si e avuta l’impressione che rispondessero al suicidio degli aerei-suicidi con il loro stesso suicidio. L’Occidente, in posizione di Dio, diviene suicida e dichiara guerra a se stesso». Ci si è scandalizzati giustamente del moralismo con cui Baudrillard, fingendosi un asettico decostruzionista, in realtà getta la croce della colpa sulle vittime, qualificate come responsabili del male che è stato loro fatto. Ma su un punto Baudrillard non sbaglia: la potenza attira l’invidia inevitabilmente. Non si assurge impunemente alla potenza, non si può avere pace se si ha ricchezza, sotto qualunque forma. Subito dopo intervenne René Girard, l’incommensurabile antropologo che è morto appena dieci giorni fa, e precisò: «L’errore di sempre è di ragionare secondo le categorie della “differenza”, mentre invece la radice dei conflitti è piuttosto quella della “concorrenza”, la rivalità mimetica tra gli esseri, i Paesi, le culture. La concorrenza, ossia il desiderio di imitare l’altro per ottenere la stessa cosa che ha lui, all’occorrenza anche tramite la violenza». La rivalità mimetica è la chiave di tutto: il desiderio di avere quello che l’altro ha, di prendere il posto suo, di essere come lui. «Questa concorrenza mimetica, quando è infelice, fuoriesce sempre, ad un momento dato, in forma violenta». A partire dall’omicidio di Abele da parte di Caino, la rivalità mimetica provoca delitti fra i singoli, fra i partiti, fra i popoli. Fino al 13 novembre di Parigi. E qui bisogna dire qualcosa sulla questione dell’immigrazione, col rischio di essere fraintesi nel clima odierno polarizzato fra sovradosaggi di retorica buonista e soprassalti di xenofobia belluina.
È evidente che non bisogna cadere nella trappola dell’Isis e colpevolizzare gli immigrati musulmani per le azioni dei terroristi, ma occorre mettere a fuoco le questioni che la retorica buonista, spesso per niente disinteressata, cerca di sottrarre alla riflessione critica. Sono solidale coi profughi dalla Siria, anche perché ho toccato con mano i pericoli ai quali chi vive in quel disgraziato paese è quotidianamente esposto. Ma non posso non notare che molti profughi siriani, le cui ragioni dell’esodo dal paese di cui sono cittadini sono più che legittime, non si limitano a cercare un approdo sicuro alla loro fuga: vogliono andare a vivere in Germania, e in subordine in un altro paese nordeuropeo. Cioè sono attratti non semplicemente dalla sicurezza, ma dalle migliori prospettive di benessere. E questo vale anche per la maggioranza degli africani, che emigrano in Europa per motivi prettamente economici: vengono da paesi come la Nigeria e la Costa d’Avorio, che hanno tassi di crescita del Pil dell’8 per cento annuo. Certo, si tratta di una crescita che contiene molte diseguaglianze, ma non si può dire che non ci siano prospettive.
La verità è, come ha scritto lo Spectator alla fine di ottobre, che «le persone che prima erano troppo povere per pensare di emigrare, adesso hanno abbastanza denaro per intraprendere il viaggio. Hanno smartphones e sanno come si vive all’estero. La velocità a cui la povertà globale si sta riducendo ha messo in movimento milioni di persone». È così: non la fame, ma la rivalità mimetica spinge le persone a emigrare in Europa. Questo loro spostamento di massa risolve problemi e crea problemi contemporaneamente. Risolve i problemi di rendere di nuovo concorrenziali i prodotti europei attraverso l’abbassamento del costo del lavoro, di riavviare la crescita economica attraverso un aumento della domanda e di tamponare, benché solo temporaneamente, i deficit dei bilanci del welfare e della spesa pensionistica. Crea i problemi di sradicamento di milioni di persone che vivono il lutto affettivo e l’impoverimento antropologico di essere strappati dai luoghi in cui sono nati e cresciuti, di abbassamento dei salari e delle garanzie per gli europei meno qualificati, di creazione di ghetti etnici e religiosi dove gli estremisti possono pescare a piene mani reclute per i loro progetti rivoluzionari, del tipo di quello che l’Isis sta attuando in Francia.
Perciò per favore, smettiamola di dire che le migrazioni di massa costituiscono l’inizio di una nuova epoca nella quale ogni uomo sarà spinto ad aprirsi all’altro uomo e l’umanità sarà costretta a governarsi come un solo popolo. Le migrazioni di massa sono, come scrive Henri Hude, «un aspetto della mondializzazione economica liberale. Alla libertà di circolazione di beni, servizi, materie prime e capitali attraverso il mondo e alla loro messa in concorrenza sui mercati globali, corrisponde necessariamente la libertà di circolazione della manodopera e la messa in concorrenza di tutti i lavoratori e gruppi di lavoratori in un unico mercato globale del lavoro». E in termini antropologici, sono una manifestazione di rivalità mimetica. Nel bene e nel male, nessuno riuscirà a fermarle, nemmeno i partiti politici che ce l’hanno nel programma, finché la struttura economica mondiale e i valori culturali dominanti resteranno quelli oggi prevalenti.
L’unico modo per tenere lontano dall’Europa il terrorismo jihadista e l’emigrazione di massa sarebbe un mutamento di paradigma di civiltà. Convivialità, modestia, sobrietà al posto di consumismo, opulenza e ossessione della produttività; primato della contemplazione sul sapere strumentale; gratitudine per ciò che la natura ci offre e gli antenati ci hanno tramandato anziché risentimento che ci obbliga a piegare la natura ai nostri mutevoli desideri e a gettare lontano da noi o stravolgere l’eredità di istituzioni, valori e modi di vita che chi ha vissuto prima di noi ci ha lasciato. Se il volto dell’Europa cominciasse a riflettere qualcuno di questi tratti, ecciterebbe molto meno la rivalità mimetica altrui. Non attirerebbe più terroristi che vogliono abbatterla per impadronirsi del suo potere e masse di infelici migranti deculturati che finiranno di deculturarla. Ma forse è troppo tardi.
Foto Ansa
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83 commenti
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Se ho ben capito il senso dell’articolo, riassunto nell’ultimo capoverso, la ricetta del geniale autore è: rinunciamo alla nostra libertà e al nostro stile di vita, così islamici e migranti smetteranno di invidiarcelo e ci lasceranno in pace.
Ottima soluzione. Come quello che se l’è tagliato per far dispetto alla moglie.
La risposta a Daniele e ‘nelle parole del Papa.
Scegliere tra vita libera cristiana e consumistica.
Ma anche nel Medioevo quando l’Europa non era consumistica l’Islam la ha attaccata..
ma ancora prima ….gli Assiri nell Antico Testamento hanno attaccato Israele……
Loro sono solo criminali, sono sempre esistiti,con complicità a vari livelli, e lei li giustifica. Noi che ormai andiamo dal dentista per sbianchettare i denti perchè ormai abbiamo già tutto arriviamo a dire che ce la siamo cercata causa nostro perdita di senso? E’ proprio solo chi ha già tutto, che può fare affermare una simile sciocchezza.
Ergo lei non ha mai lavorato, se lo avesse fatto non irriderebbe chi, andato nel fine settimana al ristorante, o in un caffè, ha trovato la morte per mano di chi si crede dio.
Tu non sai niente di Papi e Santi perché non sai nulla di Cristo. Gesù non è Issa, e questo S. PIo X, come tutti gli altri Santi, lo sapevano. Piegare un modello di carità pastorale, un buon pastore prima di tutto, ad intenti blasfemi che lui non avrebbe mai condiviso è vergognoso.
Quindi l’Isis sarebbe una punizione divina come lo Tsunami! Mah! L’Isis vuole punire che si oppone all’espansione dello stato islamico. Ai tempi di Carlo Martello o di D’Aviano l’Europa era diversa, ma l’Islam voleva ugualmente sottometterla.
ci siamo riempiti(grazie a buonisti, multiculturalisti, antirazzisti e roba simile) di spazzatura immigrata, merdosi straccioni di infimo livello che prima recitavano la parte dei cagnolini bastonati, dei poveri affamati da aiutare, accogliere , integrare… Ora sono in tanti e fanno la voce grossa in casa altrui. Hanno potere, supporto logistico, organizzazione, risorse, denaro. E questo tempo sia solo l’inizio delle vere sciagure che porta e porterà la maledetta immigrazione. Ma ci si sarebbe dovuto pensare prima, molto prima.
“Si potevano prevedere gli attacchi di Parigi? Qualcuno li aveva per la verità previsti.
Dichiarazione del Presidente Bashar al-Assad fatta nel Giugno del 2013, in una intervista al giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung: “….se gli europei consegneranno le armi ai terroristi , il cortile d’Europa si trasformerà in un terreno propizio al terrorismo e l’Europa ne pagherà il prezzo”.
Questa dichiarazione, che al giorno d’oggi appare come una premonizione, era stata sbeffeggiata e derisa dai giornali occidentali ed in particolare in Italia dai giornali della borghesia benpensante del “pensiero unico” (il Corriere della Sera e Repubblica). Vedi: Siria: Assad minaccia l’Europa.
Lo stesso aveva predetto il leader libico Gheddafi, prima di essere barbaramente assassinato dai sicari dei servizi della NATO inviati appositamente per eliminarlo per nascondere le prove del finanziamento da lui fatto all’allora presidente francese Nicolas Sarkozy : “L’Occidente deve scegliere tra me o il caos del terrorismo”. Vedi: Gheddafi e quella profezia inascoltata.
Una profezia quella di Gheddafi, anche quella rimasta inascoltata e derisa: l’Occidente ha scelto il terrorismo come strumento per raggiungere i propri fini. Adesso se ne vedono le conseguenze.” (Luciano Lago)
Io ho un’altra opinione dei fatti di Francia, un’altra chiave di lettura, diciamo.
I Peshmerga sono all’offensiva, fortemente aiutati dai raid occidentali che si sono finalmente mossi dopo l’entrata in campo dei Russi.
Hanno ripreso la zona di Sinjar, un punto strategico per l’isis in quanto controlla la principale via di comunicazione tra Raqqa e ……non ricordo come si chiama.
Fatto sta che attualmente l’isis è diviso in due e tra i due ci sono i Peshmerga che stavolta hanno molti rifornimenti ed armi buone, roba moderna ed efficiente, non residuati di trent’anni fa.
L’isis non è messo bene e sta cercando l’apertura di un nuovo fronte.
Per quello colpisce dove trova possibile, ed ha trovato possibile piazzare dei colpi nel cuore dell’Europa per alleggerire la situazione giù da loro.
Questo è il momento di pestare duro laggiù tra Siria e Iraq, perché adesso sono spezzati in due tronconi che non possono avere contatti tra di loro.
Si ha notizia di molti miliziani che hanno intenzione di disertare, perché sentono che gli trema la terra soto i piedi.
E lo dico con orgoglio:
i Peshmerga stanno usando anche armi italiane.
Gli abbiamo fornito noi roba buona.
Il Made in Italy sta dando speranza e fiducia ai combattenti Curdi, e sta seminando morte tra le file dell’isis.
Di questo ne vado fiero ed orgoglioso.
Le nostre armi stanno seminando morte e paura tra coloro che hanno violentato donne e ragazzine, dopo averne ucciso i genitori e i fratelli, e le hanno ridotte in schiavitù ed esposte in gabbie per essere comperate, portate a casa di vecchi puzzolenti barbuti e di schifosi tagliagole.
Le nostre armi portano il respiro della libertà dalla schiavitù dell’isis.
Quando le nostre armi sparano, nelle mani dei Peshmerga e delle guerriere dello YPG, è come se intonassero l’Inno di Mameli.
Ed ogni colpo che raggiunge il bersaglio, infonde un po’ di speranza tra le genti che l’isis ha provato a sterminare e schiavizzare.
Una certa mentalità occidentale non sarà d’accordo con quello che ho scritto finora.
Me ne strafrego altamente.
Obama e Putin hanno discusso al G20, oggi, in Turchia.
I fatti di Parigi li hanno resi più vicini.
Se entrano in sintonia, adesso l’intervento di terra è cosa fatta.
E per l’isis inizia l’Apocalisse.
O meglio, continua, l’hanno già iniziata i guerrieri Peshmerga.
E i miliziani daesh avranno tutte le ragioni per disertare.
Si avvicina il giorno del REDDE RATIONEM anche per loro.
Viva la Breda, la Beretta e la OTO Melara, e al diavolo il buonismo ipocrita !
a me lei pare un fesso.
A me no. Anzi, direi che se c’è un fesso questo sei tu e tutti quelli che credono di fermare i tagliagole islamici rimbrodolandoli di discorsi sull’ecumenismo.
😉 !!
Con tutti i vostri bla bla bla ci troveremo gli islamici sottocasa! Dobbiamo imparare dall’ultima guerra mondiale come è stata vinta; gli americani e gli inglesi radevano al suolo intere città poi ancora due bombe atomiche e la guerra finì.
Oggi dovrenmmo fare lo stesso con tutti i paesi da dove scaturisce questo cancro ,renderli un deserto e poi riempirlo di gente pacifica.
Condivido totalmente l’analisi di quanto accadrá in Francia come conseguenza di una situazione che gli attacchi terrostici hanno creato. Il modelo occidentale da anni mostra il suo fallimento, il Papa Giovanni Paolo II in Francia chiedeva ai francesi dove era finita la loro fede la loro vera grandeza storica, non la grandezza che la Rivoluzione e l’umanismo che da questa era nata. Mi sembra di tornare indietro di 30 anni quando Europa era attaccata dal terrorismo rosso, erano giovani europei giá orfani della cultura cristiana e con la ricerca per una giustizia e inconsciamente di una risposta come dice l’articolo riferendosi a vittime e aggressori. Se vedete i filmati in internet usano le stesse parole dicono le stesse cose, giustificando per Allah quello che 30 anni fa era giustificato per la Rivoluzione. La societá é dominata dal potere e divisa dagli interessi economici di chi lo controlla a turno. In altri Paesi debole, peró ancora esiste la voce di chi smaschera questi giochi tragici, in Francia no da anni. Una trappola mortale é anche la “Guerra delle Religioni”, sono riusciti a creare la nuova guerra fredda, la nuova guerra civile dentro ogni Nazione e tra Nazioni, perché le ideologie sono morte pero la violenza, che é l’arma del potere, deve bere da qualche parte. Cosí i temi sono quelli della migrazione, dell’acoglienza si o no, del razzismo si o no. E chi comanda puó fare i suoi porci comodi perché nessuno se ne accorge. Credo che quando il Papa Francesco parla di periferie indica il vero problema che 30 anni fa, oggi e domani sará lo stesso, cioé il senso e la speranza che ognuno cristiano o no ha bisogno per vivere.
Gian Paolo Galasi ha capito tutto…….come al solito !
Concerto di musica satanica??!? Oh mamma cosa mi tocca leggere…è proprio vero che la madre degli ignoranti è sempre incinta….gli Eagles Of Death Metal musica satanica ahahahahahahahahahahahahahahah
Quos Deus vult perdere dementat prius…
Ride bene chi ride ultimo…
Proprio voi di tempi che conoscete l’uso inappropriato di termini come omofobia, xenofobia etc. vi accodate al coro che segue il refrain “islamofobo”.
É grazie al timore di quelli come voi che l’Islam arriva ad uccidere in Europa: gli “islamofobi” come magari la Fallaci, non lo avrebbero permesso . Per questo continueremo per causa vostra a pagare il prezzo di questa ostinata egualitá tra religioni: l’Islam non é il crstianesimo e chi uccide nel nome del cristianesimo lo fa perché cattivo cristiano e chi uccide per l’Islam lo fa da buon musulmano. Continuate così a dire m inchiate sull’islamofobia e vedrete che fine facciamo tutti.
Per sconfiggere il terrorispo Jihadista potremmo mandare in Siria tutti i sostenitori del circo Barnum LGBT,
cos’ gay, transessuali e lesbiche diffonderanno il terrore gender tra l’Isis magari vinceranno contro l’ISIS in caso contrario avremo un problema in meno.
Cari amici, è inutile girare intorno alla questione, questa che stiamo vivendo non è una comune “migrazione di popoli”, ma è una invasione islamista vera e propria. L’obiettivo reale di chi la manovra è l’instaurazione della sharia in Europa,altro che società “multiculturale e multietnica” come sognano marxisti e liberali nostrani !
@Filippo81
Scusa Filippo, ma come fai a dire che milioni di persone sono manovrate? Senza contare che molti migranti sono cristiani, quale sharia vorrebero imporre. Ha ragione Casadei: questi vogliono venire in occidente attratti dalle migliori prosepttive di benessere, per divertirsi andando a vedere le partite di calcio dei loro beniamini allo Stade de France e a ballare in discoteca, magari bevendosi una bella birra fresca come fanno di nascosto – ma neanche tanto – in tutto il Nordafrica. Questo sognano, dalla sharia stanno fuggendo!
Molti migranti Cristiani ? Sono una minoranza, Cisco. I giovani islamici scappano dal mondo arabo o dal pakistan per fuggire dalla sharia ?Questa è la versione edulcorata fornita dal potere per spingerci ad accettare l’invasione. Rispetto assolutamente le tue opinioni, Cisco,ma io sono convinto del contrario.
Condivido in pieno questa analisi tranne che in un punto. L’ISIS e anche boko aram vanno fermati con attacchi di terra e sgominati laggiù dove sono le loro basi. Infatti essi stanno cercando di sradicare dall’Africa la cristianità che, lo si voglia o no è garanzia e fonte di pace tra i popoli. I musulmani sono il guerra tra loro, sunniti contro sciiti, e senza più cristianesimo si massacrano a vicenda. In Libia i Francesi e gli inglesi non esitare no ad attaccare Geddafi pur non essendo sotto minaccia diretta, perché ora la comunità europea e l’America non attaccano e sgominano L’ISIS (ci vorrebbe 1 giorno se volessero) pensate che i musulmani si offenderebbero? Questi fanatici sottomette no gli islamici stessi e trattano le donne come oggetti io non credo che l’islam si coalizzerebbbe contro i crociati, anzi al contrario ci aiuterebbe. Ma forse ci fa più comodo vendergli le armi facendole passare dalla complice Turchia. Il problema ma è sempre quello anziché il Dio Trino si adora il dio quattrino.
Proprio ieri sera su RAI 1 Massimo Franco diceva che la Russia ci sta dando lezioni di geopolitixa : Putin ha gia’escluso da tempo gli attacchi di terra.
E’quel che l’Isis vorrebbe.
“Uccidere gli spettatori di una partita di calcio, o di un concerto di musica irreligiosa, o coloro che vivono e lavorano tutta la settimana solo per uscire e fare bagordi fra il venerdì sera e la domenica pomeriggio, è uccidere dei già-morti, dei non-più-umani: gente che non conosce il vero senso della vita, che sta negando la natura divina della vita umana, avendola abbassata al livello di quella degli animali, dominata dall’istintività e dalla ricerca del piacere sensoriale”.
Sono rimasta molto colpita da queste parole contenute nell’articolo.
Si riferiscono alle 128 persone che hanno perso la vita a Parigi?
Se così fosse, ne resto sinceramente addolorata.
A decontestualizzare le parole e fare il processo alle intenzioni sono bravi tutti. Tutto il complesso del articolo va nel profondo della nostra crisi antropologica e propone la soluzione vera:ritornare a Cristo!
Concordo! Cristo è la soluzione, x’ è il senso della vita
Vero Underwater , grazie per la sintesi.
Era quel che volevo dire nel mio lungo post.
E’ il punto di vista dei terroristi. E’ lo sguardo che i terroristi portano su noi europei.
Grazie della sua gentile risposta, signor Casadei.
Preghiamo per queste persone e per i loro familiari, che sono nel dolore.
Preghiamo per gli assalitori, perché la violenza non abbia in loro l’ultima parola .
Mi preparo con Lei e con tutti i lettori a vivere il prossimo Avvento con maggior impegno e con cuore aperto. Buon lavoro
Gentile Monica, si possono non condividere le analisi e le riflessioni di Rodolfo Casadei (un giornalista che io personalmente stimo da sempre), ma dobbiamo piuttosto essere addolorati e amareggiati per il perenne calarsi le brache degli occidentali, uomini di potere e comuni cittadini, dinanzi all’avanzata islamista nel nostro Continente.Distinti saluti.
Rodolfo e’ di una intelligenza incomparabile.
Messe da parte tutte le considerazioni retoriche che vengono sbrodolate in queste occasioni, dopo i fatti di Parigi ho pensato ai vari tipi di vittime dell’Isis : cristiani siriani che cercano Cristo, francesi soddisfatti ( dimentichi o meglio ormai ignari grazie ai programmi scolastici del passato della loro patria fille ainee’de l’Eglise) che vanno a un concerto pdi musica satanica e muoiono ascoltando “Kiss the Devil” : cerchi il Diavolo e il Diavolo arriva : mi rattrista pensare dove saranno adesso ,in quale nuova situazione ….
L’uomo europeo moderno borghese e laicista dalla Rivoluzione Francese in poi si e’illuso di poter vivere “libero” sia da Cristo che da Satana.E ha costruito e costruisce una cultura in tal senso. Ma i droits de l’homme senza Dio e senza Satana sono oggi di una bassezza morale vergognosa.
Lasciato a se stesso l’uomo diventa molto piu’facilmente di Satana e Cristo e’venuto per dircelo ,per dirci che sulla
terra non ci sono situazioni intermedie neutre comevvorrebbe la mentalita’ laicista : da miliardi di anni , dal Big Bang esistono Cristo e Satana ( e’ una lotta e il laicismo si illude di esserne al di fuori : la canzone Imagine di John Lennon ne e’l’emblema : le Scritture ci parlano di una nantica lotta e di un Arcangelo Michele tutte cose dimenticate dai catechismi attuali , avvenute fin da prima che comparisse il primo Homo Abilis milioni di anni fa sulla terra…) e nascendo noi siamo immessi in un campo di battaglia dove dobbiamo scegliere da che parte stare. Non possiamo giocare la partita per conto nistro e’ un ‘illusione .La Rivoluzione Francese e l’uomo moderno, hanno voluto inventare una posizione apparentemente neutrale , puramente umana , ma per crearla hanno dovuto cancellare Cristo quindi hanno gia’ scelto… (Chi non e’ con Me e’contro di Me…).
Eecco perche’una volta alla Cresima ci dicevano che eravamo soldati di Cristo : ci rendevano coscienti di questa situazione esistenziale in questo campo di battaglia spirituale in cui volenti o nolenti eravamo stati immessi nascendo.
Solo degli.idioti possono aver pensato a soldati con armi.materiali o alle crociate togliendo certe definizioni forse gli stessi idioti che dicono nelle parrocchie che occorre essere aperti e moderni e ascoltano rock satanico…
“”francesi soddisfatti che vanno a un concerto pdi musica satanica e muoiono ascoltando “Kiss the Devil” : cerchi il Diavolo e il Diavolo arriva : mi rattrista pensare dove saranno adesso ,in quale nuova situazione ….
Mi faccia capire: lei augura l’inferno alle vittime di tanta violenza? Inoltre pensavo che sta storia del “rock satanico” fosse finita negli anni 60, vedo che continua ancora.
Lei sta difendendo questi assassini spietati, questi criminali assetati di sangue!
Non ho parole per definire il suo pensiero, uno schifo similie voglio sperare sia rimosso dal moderatore subito.
Caro Alberto innanzitutto non le permetto di stravolgere in modo cosi’ palesemente fazioso il senso delle mie parole.
Io npn auguro niente a nessuno ci mancherebbe. L’inferno lo ha tirato in ballo lei non io
e quindi il post da cancellare sarebbe il suo casomai non il mio.
Non vorra’ negare che trovarsi di punto in bianco da un concerto ad una nuova situazione ( qualunque essa sia nell’aldila’ ) senza esserselo minimamente cercato non deve essere piacevole per nessuno.
Vale anche per i cristiani uccisi in Siria anche li’ c’entra il Maligno ovunque c’e’un assassinio c’e’il Maligno ….
In che situazione siano nell’aldila’ i morti uccusi dall’Isis non lo so e non tocca a me dirlo perche’grazie a Dio non sono Dio. Ma morire di morte violenta non deve essere bello neanche per i cristiani. Non lo e’stato neanche per Gesu’.
Io parlo di qualcosa di oggettivo perche’ il sopranbaturale ha dibamiche oggettive.
Rivoilgersi a Satana come nel testo della canzone degli Eagles vuol dire rapportarsi con qualcosa di reale piaccia o non piaccia : dopo Paolo VI ce lo ha ricordato Papa Francesco. Vuole cancellare anche questo ?
Provabilnente molti nel pubblico neanche si rendono cobto di questo, come lei del resto, e vivono (o vivevano) di sogni e di imnaginazione : Imagine appunto. Ma Satana c’e’ l’ha appena detto il Papa e questo e’un blog in cui non ci si vergogna di credere queste cose.
Ha ragione la questione del rock satanico , esplicito o subliminare non entro nel merito dei distinguo ne’ nel merito dei fatti criminali a cio’ correlati,, e’nata decenni fa e guarda caso proprio con un gruppo che si chiamava Eagles : strana coincidenza non trova caro Alberto ?
La balla per cui la musica e’musica e non puo’influenzare nessuno e’una sottigliezza proprio diabolica perche’ e’ chiaro che in questione non ci sono le note musicali, ma le parole , i testi delle canzoni e Frank Zappa
lo aveva anche candidamente ammesso.
Fabio,mi sei mancato! Ne hai da vendere, te!!, che neanche un ruollocompressore potrebbe appiattirti!