Stop al nucleare, ministro Romani: «Ora rinnovabili, atomo quando vuole l’Ue» – Rassegna stampa/1

Di Redazione
20 Aprile 2011
Il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani fissa un nuovo obiettivo energetico per l'Italia sviluppando il fotovoltaico: «Arrivare a 25 mila megawatt installati al 2017. Spenderemo tra i 6 e i 7 miliardi». Si riparlerà di nucleare in Italia «quando l'Europa intera avrà assunto decisioni comuni, non abbiamo eliminato infatti l'Agenzia per la sicurezza nucleare»

Il governo, dopo aver bloccato ieri il nucleare in Italia con un emendamento alla legge Omnibus, presenta oggi alla Conferenza Stato-Regioni il decreto sui nuovi incentivi alle rinnovabili. Secondo il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, in questo modo “«al paese un consistente sviluppo dell’energia fotovoltaica in un momento in cui il nucleare ha forti problemi, rendiamo sostenibile la produzione solare adeguando gli incentivi ai livelli garantiti dagli altri paesi europei»” (Sole24ore, p. 2).

L’obiettivo, secondo il ministro, è quello di “«arrivare a 25 mila megawatt installati al 2017, quando la grid parity del fotovoltaico sarà raggiunta e gli incentivi non saranno più necessari. Da qui al 2016 spenderemo a regime tra i 6 e i 7 miliardi»” (Sole24ore, p. 2).

In molti hanno ipotizzato che lo stop deciso dal governo sia fittizio e serva solo a far fallire il referendum di giugno dove, oltre al quesito sul nucleare, ci sono quelli su privatizzazione dell’acqua e legittimo impedimento. Il ministro Romani risponde: “«Ero e rimango un nuclearista convinto. Un nuclearista che sa benissimo che il nucleare, ora, non è culturalmente tollerato. Dobbiamo quanto meno riprogrammarlo nel quadro di una strategia energetica nazionale»” (Sole24ore, p. 2).

Quando si tornerà a parlare di nucleare in Italia? “«Quando lo scenario dell’incidente di Fukushima sarà definitivamente chiarito, nella sua portata, nelle sue conseguenze, nelle indicazioni da trarne. E quando l’Europa intera avrà assunto decisioni comuni e condivise tra tutti i paesi, compreso il nostro». Strategia d’attesa, non è un po’ poco? «Non è poco perché non è così. Abbiamo deciso di abrogare le norme che prevedono la localizzazione dei nuovi impianti nucleari ma non certo quelle che hanno istituto l’Agenzia per la sicurezza nucleare, né quelle che dovrebbero facilitare una soluzione al problema dello smaltimento delle scorie, a cominciare dalle vecchie scorie delle centrali nucleari che abbiamo chiuso e quelle che ogni anno continuiamo a produrre ad esempio con l’attività medica»” (Sole24ore, p. 2).

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