Stop agli eventi dedicati a Lucio Battisti, niente più festival a Molteno

Di Chiara Rizzo
08 Giugno 2011
Il tribunale di Milano ha stabilito, in seguito alla denuncia dei parenti di Lucio Battisti, che il Comune di Molteno non potrà più organizzare la celebrazione "Un'avventura, Le emozioni" dedicata al cantante, perché è a scopo turistico e non informativo e culturale

Il mio canto libero, cantava Lucio Battisti. Evidentemente, però, il suo ricordo libero non lo è più. Così ha stabilito il tribunale di Milano, come racconta il Corriere: per i giudici meneghini il Comune di Molteno, piccolo centro nella Brianza lecchese dove Battisti ha vissuto ed è sepolto, non potrà organizzare nuove edizioni della celebrazione “Un’avventura, Le emozioni”, come faceva dal 1999.

La sentenza arriva dopo un esposto presentato dagli eredi del cantante, e il legale che li rappresenta, Simone Veneziano, ha spiegato che «a Molteno c’erano aree giochi per bambini, punti di ristorazione, sponsorizzazioni e tanto altro che con la musica non aveva nulla a che vedere». Veneziano ha aggiunto che il giudice non ha riconosciuto «le superiori finalità di informazione, culturali o scientifiche che per la legge sul diritto d’autore non prevederebbero il consenso dell’interessato o degli eredi. La sentenza parla addirittura di propaganda politica e turistica».

Sarà vero. Ma come può uno scoglio (come un precedente giudiziario che adesso potrebbe bloccare tante altre manifestazioni simili in Italia) arginare il mare dell’affetto dei fan, che spesso vivono l’ammirazione per i loro cantanti preferiti anche in questo modo, forse poco politicamente corretto e molto ingenuo, ma pur sempre verace? Mentre il Comune di Molteno dovrà pensare ad affrontare le conseguenze economiche di questa sentenza (un risarcimento danni di 40 mila euro a favore delle Edizioni musicali Acqua Azzurra Srl e Aquilone Srl, società che hanno i diritti sulle opere di Lucio Battisti), la decisione dei giudici milanesi ha fatto riflettere anche altri parenti di miti della canzone italiana.

Anna Gaetano, sorella di Rino, si è detta felice, perché «i tributi a Rino mi fanno piacere, ma a volte c’è qualche maleducato che usa le sue foto senza permesso. Per ora con i legali abbiamo mandato solo lettere di diffida, ma visto che non ci ascoltano agiremo in altro modo». Di tutt’altro parere, invece, Dori Ghezzi, vedova del grande Fabrizio De Andrè, che fa notare: «Fabrizio è di tutti. E se anche si volesse controllare tutto quello che viene fatto in suo nome, ci vorrebbe l’esercito. Che facciamo andiamo sulle spiagge a bloccare chi si trova attorno al fuoco? Non abbiamo mai scelto la via giudiziaria, anche quando abbiamo visto speculazioni economiche in nome di Fabrizio. Ci limitiamo a non dare il patrocinio a quello che non ci piace. Non sarà certo un tributo poco elegante a rovinare la figura di un’artista. Dovremmo augurarci che non si parli più di loro?». Così la pensa anche Delia Gaber, figlia di Giorgio: «Offriamo il nostro patrocinio per le manifestazioni, e qualche sospetto può nascere se qualcuno non ce lo chiede. Ma abbiamo scoperto a cose fatte tanti progetti spontanei che non ci avevano contattati e che ci hanno fatto piacere».

Leggi: Dieci ragazze e zero titoli in cronaca (Tempi, n. 14)

Non perdere Tempi

Compila questo modulo per ricevere tutte le principali novità di Tempi e tempi.it direttamente e gratuitamente nella tua casella email

    Cliccando sul pulsante accetti la nostra privacy policy.
    Non inviamo spam e potrai disiscriverti in qualunque momento.

    Articoli correlati

    0 commenti

    Non ci sono ancora commenti.