Contenuto riservato agli abbonati

Stefania Craxi racconta il “suo” 30 aprile 1993

Di Emanuele Boffi
15 Giugno 2021
«Quella all’Hotel Raphaël fu un’aggressione barbara e squadrista». Tornare indietro di trent’anni per ritrovare il fil rouge che lega il giustizialismo di Mani pulite con quello odierno. «Come capì mio padre, la politica è l’unica ricetta per guarire il sistema»
Stefania Craxi con il volto di suo padre Bettino sullo sfondo
Stefania Craxi davanti a un primo piano del volto di suo padre Bettino

Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia, figlia del leader socialista Bettino, rilegge con Tempi il libro di Filippo Facci, 30 aprile 1993, giorno in cui davanti all’Hotel Raphaël di Roma suo padre subì un “quasi linciaggio” ad opera di una folla inferocita. Quel giorno è passato alla storia come il simbolo della fine della Prima Repubblica.
Ricorda dov’era quel 30 aprile 1993? 
Lo ricordo perfettamente. Ero incinta della mia terza figlia ed era una gravidanza difficile, per questo ero chiusa in casa. Vidi la notizia dell’assalto a mio padre al Televideo. Provai angoscia per quell’aggressione barbara e squadrista. Poi mio padre partecipò a L’istruttoria, un programma condotto da Giuliano Ferrara che gli chiese: “Ha avuto paura?” e lui rispose: “No, vergogna, per loro”. Solo al termine della trasmissione ci sentimmo al telefono e io ero molto scossa e piangevo alla cornetta. Fu allora che lui pronunciò una frase che non dimenticherò mai: «Stefania, ricordati che una Craxi no...

Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno

Articoli correlati