
«Spegnete la cattedrale» e altre follie dei sindaci green in Francia

I fogli del progressismo francese erano tutti in sollucchero nel giugno 2020. Ecco “l’ondata verde”, scrivevano, in riferimento alla conquista di Lione, Strasburgo, Bordeaux, Poitiers, Grenoble da parte dei candidati sindaci di Europe Écologie les Verts (Eelv). Ecco l’ondata verde che rieducherà gli inquinatori seriali, quelli che vanno al bar con vecchie auto a benzina made in France e non con biciclette elettriche made in China.
Sono passati quattro anni dal trionfo di Eelv alle elezioni municipali, da quella che molti avevano descritto come una svolta di civiltà, e il catalogo degli orrori green, delle derive ideologiche di un partito che assomiglia più a una setta che a una formazione politica, continua a ispessirsi giorno dopo giorno, generando un sentimento di esasperazione tra i francesi.
La sindaca di Strasburgo spegne le luci della cattedrale
L’ultima deriva è stata registrata a Strasburgo, dove la sindaca ecologista, Jeanne Barseghian, ha deciso a partire dalle 23 di spegnere l’illuminazione della cattedrale della città alsaziana in nome della “politica di sobrietà energetica” del suo Comune. «Questo spegnimento anticipato non è semplicemente un risparmio economico. Per la città di Strasburgo si tratta di dare l’esempio in un momento in cui si chiede a tutti i cittadini di impegnarsi per risparmiare energia», si è difesa la giunta ecologista.
Prima di settembre, le luci di Notre-Dame de Strasbourg, gioiello dell’arte gotica con il suo meraviglioso “Pilastro degli Angeli” che Victor Hugo descrisse come un “prodigio di grandezza e leggiadria”, venivano spente all’una di notte. Il costo del risparmio energetico per il Comune? 4,80 euro al giorno di elettricità.
«Una tristezza inaudita»
«23.04, una tristezza inaudita», ha scritto pochi giorni fa su X il fotografo Olivier Hannauer, che per primo ha lanciato l’allarme sulla follia green della sindaca. Da quando al Comune c’è Eelv, «la città è piombata progressivamente nell’oscurità. Le chiese, i musei, i ponti», ha denunciato Hannauer. La sua battaglia estetica per restituire agli abitanti di Strasburgo il loro “faro”, come ama definire Notre-Dame, ha spinto Barseghian a fare retromarcia e a ripristinare momentaneamente “l’illuminazione abituale della cattedrale”. Ma quanto durerà?
Jean-Philippe Vetter, capogruppo dell’opposizione gollista, ha parlato di una vittoria «di tutti quelli che amano Strasburgo», sottolineando tuttavia che la battaglia contro le derive dell’ecologismo deve essere combattuta ogni giorno.
Il Tour machista e la botanica coi sex toys
A Lione, la situazione è ancora più grave con Grégory Doucet, che poco dopo essere stato eletto, in un’intervista al quotidiano locale Le Progrès, disse che il Tour de France, ossia la corsa ciclistica più importante del mondo, orgoglio nazionale francese, andrebbe abolita perché “machista” e “inquinante”.
«Il Tour non è ecoresponsabile», affermò Doucet. Che in questi anni ha fatto parlare di sé anche per aver finanziato un duo di “artisti” performer che si definiscono “ecosessuali”, “ecofemministi” e militano per la “botanica giubilatoria”: Akene Lenoir e Lucile Genin. La loro specialità? Interrogarsi sulle “nostre relazioni con il vivente” in un «giardino dove si balla assieme in omaggio ai sex toys, legami sovversivi tra pubblico e privato, intimo e politico. Un giardino dove si scopa con le piante e si bevono tisane in compagnia. Un giardino dove vengono liberati i propri corpi alle gioie della pratica e del pensiero ecosessuali» (ne avevamo scritto qui).
Via l’albero di Natale, «è morto»
«Nessun Comune gestito dai Verdi è escluso da queste derive. A Bordeaux, per esempio, il sindaco Eelv, Pierre Hurmic, ha rimosso il tradizionale albero natalizio nella centrale Place Pey-Berland perché non voleva, cito, “un albero morto”», dice a Tempi Emmanuelle Ducros, giornalista dell’Opinion, che su Europe 1 cura dal lunedì al venerdì la rubrica “Voyage en absurdie” denunciando le nefandezze dell’ideologia green.
«A Poitiers, dove c’è un’altra esponente degli ecologisti alla guida, Léonore Moncond’huy, siamo sulla stessa scia. Nel 2021, Moncond’huy aveva deciso di interrompere le sovvenzioni a due aeroclub locali perché i bambini non dovevano più sognare di pilotare un aereo, in quanto troppo inquinante», racconta a Ducros.
Il sindaco ossessionato dalla CO2 che viaggia sul jet privato per il calcio femminile
A Grenoble, Éric Piolle, sindaco in quota Eelv, si è fatto un nome non solo per la sua strenua difesa del “burkini”, il costume da bagno islamico, e per aver reso la sua città una delle più pericolose di Francia, ma anche per le sue “fattorie urbane”. Presentate come il primo passo verso l’autosufficienza alimentare della città, «in realtà riescono a produrre cibo per massimo cinque persone», sottolinea la giornalista dell’Opinion.
Ossessionati dalle emissioni di CO2, i sindaci Eelv chiedono ai concittadini di monitorare costantemente il loro bilancio di carbonio, bacchettando chi prende troppo l’aereo. Poi però, come Grégory Doucet, vanno a Bilbao a sostenere la squadra di calcio femminile della propria città a bordo di un jet privato, l’arma del crimine per eccellenza secondo i talebani dell’ecologismo.
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