
Spectre. James Bond funziona sempre

Bond deve sgominare una organizzazione criminale che opera su più nazioni.
Bello e spettacolare, un po’ lunghetto e comunque inferiore a Casinò Royale che rimane il più compatto dell’era Craig e un pochino sotto Skyfall. È molto elegante e ben diretto da Mendes che regala allo spettatore un lungo piano sequenza e imprime gran ritmo alla narrazione specie nella parte ambientata in Messico. Poi il film rientra nei binari consueti: grande esborso di quattrini, splendidi scenari, la Bellucci inascoltabile, la Bond girl che fa da tappezzeria.
Craig rimane un ottimo Bond: muscolare e fisico, ha spazzato via i dubbi di quando venne ingaggiato. È un buon attore, cresciuto nel tempo e sovrasta questa volta il “cattivo” Waltz, troppo schiacciato a fare nuovamente Hans Landa per potergli credere. Qualche passaggio narrativo non efficacissimo, Spectre appare sempre più vicino a Mission: Impossible che al Bond delle origini, eppure funziona anche se non dice nulla di nuovo.
Foto Ansa
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@Ettore Bellelli: guarda che queste recensioni di Fortunato sono le stesse pubblicate sulla rivista cartacea, per cui ha un tetto massimo di caratteri risicatissimo.