
La preghiera del mattino (2011-2017)
Sparatorie a Milano, per Repubblica non si può incolpare Pisapia. Mica è Alemanno
NON SI PUÒ INCOLPARE SEMPRE IL SINDACO. Milano ha una storia criminale antica, come tutte le grandi città, e lo schiocco acre degli spari non è certo estraneo alle sue strade.
Michele Serra sulle sparatorie in strada a Milano, la Repubblica
PISAPIA NON È ALEMANNO. In questi casi all’offesa del sangue si aggiunge sempre il penoso corollario di polemiche politiche meschine e soprattutto cretine (in entrambi i sensi), che affibbiano alla maggioranza di turno la responsabilità di mali sociali ben più annosi di un mandato amministrativo.
Michele Serra sulle sparatorie in strada a Milano, la Repubblica
E COMUNQUE UN PO’ BERLUSCONIANO. Il consolidarsi, attorno a Milano, di una cintura criminale sempre più potente e attiva è un fenomeno almeno ventennale.
Michele Serra sulle sparatorie in strada a Milano, la Repubblica
OPS, VOLEVO DIRE DESTRO. Il delitto di Porta Romana è un macro-fenomeno sinistro, pauroso.
Michele Serra sulle sparatorie in strada a Milano, la Repubblica
SE NON ORA QUANDO? Se la politica locale e le istituzioni possono fare qualcosa, in questo qualcosa non è inclusa la speculazione insulsa su fenomeni sociali, e mali collettivi, che scavalcano, e di molto, le beghe del giorno dopo.
Michele Serra sulle sparatorie in strada a Milano, la Repubblica
CASTA PRESERVATIVA. Nei partiti di plastica, si sa, la prudenza non è mai troppa.
Ernesto Galli Della Loggia, Corriere della Sera
CUCCHIAIO. Mario Draghi come Andrea Pirlo, il «centrocampista dalla visione a 360 gradi» (…) metafora calcistica per spiegare come “Supermario” sia stato capace di mettere nell’angolo la riottosa Bundesbank e andare «al salvataggio» dell’euro.
Il Corriere della Sera riprende Roger Cohen, columnist del New York Times
LA SOBRIETÀ TI FA MALE LO SO. Prima di incontrare i sindacati a Palazzo Chigi, tuttavia, Monti ha riconosciuto che gli interventi imposti dall’Europa per mettere in sicurezza i conti pubblici hanno peggiorato la recessione: «Solo uno stolto — ha detto — può pensare di incidere su elementi strutturali che pesano da decenni senza provocare, almeno nel breve periodo, un rallentamento dovuto al calo della domanda». Ma queste misure, è la tesi del premier, sono necessarie per avviare una fase due, quella della crescita.
Roberto Mania, la Repubblica
ASTENERSI PERDITEMPO E CGIL. Monti alle parti sociali: più produttività.
Corriere della Sera
SIAMO MICA QUI PER LAVORARE. Per Susanna Camusso, leader della Cgil, «la crescita non può dipendere da quello che le parti sociali possono fare in termini di produttività aziendale».
Roberto Mania, la Repubblica
NO DAI, QUESTO NO. Invece di concentrarci sul Palazzo, concentriamoci sulla vita vera, sulle persone.
Nichi Vendola intervistato da Alessandra Longo, la Repubblica
IL PROSSIMO CALENDARIO DI MAX. Torniamo al referendum. Lei sembrava un po’ a disagio nella foto ricordo con Di Pietro, Diliberto e Ferrero. «(…) Non faccio tutto questo per una foto ricordo con i capipartito. Le mie foto sono con gli operai dell’Ilva e di Pomigliano».
Nichi Vendola intervistato da Alessandra Longo, la Repubblica
SI CHIAMA ASSEGNO DI MANTENIMENTO. Le donne vanno più lontano già da sole: dopo un divorzio, sono più loro che gli uomini a vedere balzare i propri guadagni del 25 per cento.
Angelo Aquaro sulla “fine del maschio”, la Repubblica
ANGELO, DEVI DIRCI QUALCOSA? Perché il problema vero di noi maschietti, alla fine, siamo noi maschietti.
Angelo Aquaro sulla “fine del maschio”, la Repubblica
IO BOXER, TU TANGA. Ecco, gli uomini sono come quegli immigrati che nel nuovo mondo continuano a ragionare con la testa nel vecchio. E le donne invece sono gli immigrati capaci di adattarsi a nuovi usi e costumi.
Angelo Aquaro sulla “fine del maschio”, la Repubblica
TANGA ANCH’IO. Non è più un mondo per soli uomini. Ma se non vogliamo trasformarlo in un mondo di uomini terribilmente soli non ci resta che seguire un esempio: quello delle donne.
Angelo Aquaro sulla “fine del maschio”, la Repubblica
DONNA, SVEGLIATI È PRIMAVERA. Molte donne tunisine iniziano a rimpiangere Ben Ali. Il fatto chel a pillola contraccettiva non verrà più venduta a prezzo politico mentre il costosissimo Viagra sarà quasi regalato, è un ulteriore segno dell’islamizzazione e del sessismo tunisino dopo la rivoluzione del 2010.
Roberta Zunini, il Fatto quotidiano
BADA A COME PARLI. Se tuttavia penso alla classe, la mia, la vedo popolata dai volti e dai corpi dei miei alunni e sono felice all’idea di rivederli. È una sensazione quasi fisica. Che si accompagna alla voglia di toccarli, di abbracciarli. Come un tesoro che custodisco e da avaro mi piacerebbe rimirare e carezzare.
Luigi Galella, professore, sul primo giorno di scuola, il Fatto quotidiano
PREMIO CHISSENEFREGA. Tra gli stand del Mugello che sfornano bomboloni alla crema e quelli di Campi Bisenzio, dedicati al sugo di pecora, si aggira Paolone Calosi.
Marco Imarisio, Corriere della Sera
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1 commento
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certo che non è Alemanno, Pisapia è il più pirla che ci sia… per questo l’hanno fatto sindaco!