
«Sono giudice, non biologa». La donna voluta da Biden alla Corte Suprema non sa cos’è una donna

Anche negli Stati Uniti, come in Inghilterra, alcune donne con grandi responsabilità nella vita pubblica non sono in grado di definire cosa sia una donna. L’ultimo esempio della serie è quello di Ketanji Brown Jackson, il giudice donna che il presidente Biden ha nominato per integrare la Corte Suprema degli Stati Uniti.
«Non sono un neurochirurgo ma so cos’è un cervello»
Alle udienze pubbliche per la sua conferma (che viene decisa dal Senato americano) la senatrice repubblicana Marsha Blackburn, che rappresenta lo stato del Tennessee, le ha posto la domanda: «Può darci una definizione per la parola donna?». Ne è derivato lo scambio che riportiamo di seguito. La giudice Jackson ha risposto: «Posso dare una definizione? No, non posso». Blackburn: «Non può?». Jackson: «No. Non in questo contesto. Non sono una biologa». Blackburn: «Il significato della parola donna è così poco chiaro e controverso che non sa darmi una definizione?». Jackson: «Senatrice, nel mio lavoro come giudice devo dirimere dispute. Se c’è una disputa che riguarda una definizione, le persone propongono le loro argomentazioni e io considero quel che dice la legge e prendo la mia decisione». Blackburn: «Il fatto che lei non possa darmi una risposta diretta su qualcosa di così fondamentale come ciò che una donna è, evidenzia i pericoli del tipo di educazione progressista di cui sentiamo parlare».
Come è successo in Inghilterra, dove le risposte evasive alla richiesta di definire che cosa sia una donna da parte della presidente del partito Laburista e ministro ombra per le questioni femminili e l’uguaglianza Anneliese Dodds e del ministro degli Interni del governo ombra laburista Yvette Cooper hanno provocato commenti graffianti, così nella polarizzata America le reazioni sferzanti non si sono fatte attendere. «È ridicolo», ha commentato l’editorialista del New York Post Piers Morgan. «Non sono un neurochirurgo, ma so che cos’è un cervello. Questa è la situazione in cui ci porta il pensiero progressista: al terrore di affermare fatti fondamentali e inattaccabili per paura di offendere la brigata “woke”».
Quando parla di aborto, però, sa cos’è una donna
«È il colmo dell’ironia che per un’intera giornata si siano tributati encomi alla Jackson per essere la prima donna afroamericana nominata alla Corte Suprema, e poi la stessa Jackson abbia detto che non sa che cosa sia una donna!», ha ironizzato Dan McLaughlin, commentatore della National Review. Che poi ha aggiunto: «Il 19° emendamento cataloga il “sesso” fra i motivi vietati di discriminazione nel riconoscimento del diritto di voto, e i sostenitori dell’aborto legale a volte affermano che la predisposizione delle donne a rimanere incinte implica che l’uguaglianza di genere richiede il diritto all’aborto. Quindi definire cos’è una donna non è irrilevante (per un giudice della Corte Suprema – ndt)». «Sono cose che non si possono sentire», ha commentato l’ex consigliere e speechwriter di Donald Trump Stephen Miller. «Ma se non sai che cos’è una donna, non dovresti essere in nessuna posizione di responsabilità, tanto meno decidere il destino della Repubblica nella più alta Corte del nostro paese».
Quando le sono state poste domande sulla sentenza Roe v. Wade che ha legalizzato l’aborto negli Stati Uniti, Ketanji Brown Jackson si è ricordata la definizione di donna che affermava di non poter dare, insistendo che le passate decisioni della Corte Suprema nei casi Roe v. Wade e Planned Parenthood v. Casey «sono i precedenti giuridici (…) relativi al diritto di interrompere la gravidanza di una donna». È invece tornata a ribadire di non essere una biologa e di non potersi perciò esprimere quando le sono state poste domande, collegate alle questioni dell’aborto legale, sulla condizione dei feti alla ventesima settimana di gravidanza.
Democratici in soccorso
Sulla stampa Usa molti simpatizzanti democratici hanno preso le sue difese, spiegando che la sua posizione sulla definizione di donna sarebbe giustificata. Rebecca Young, femminista laureata in scienze politiche e docente di studi di genere al Barnard College di New York, ha dichiarato a Usa Today: «Non mi piace vedere questa domanda concentrata sulla biologia come se la scienza potesse offrire una risposta semplice e definitiva. Il resto della sua risposta era più interessante e importante. Ha detto: “Come giudice, quello che faccio è affrontare le controversie. Se c’è una disputa su una definizione, le persone producono i loro argomenti e io guardo la legge e decido”. In altre parole, ha detto che il contesto conta, cosa che è vera sia nella biologia che nella società. Penso che sia una buona risposta per un giudice».
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