
«Sono gay e sono contrario al matrimonio omosessuale»
«Forse il primo ministro David Cameron pensa che ogni persona che argomenta contro la sua proposta sarà marchiato come “omofobo” e bigotto. Beh, mr. Cameron, io sono un conservatore omosessuale e sono contrario al matrimonio gay. Le sembro un bigotto?». Sono le parole di Andrew Pierce, editorialista del quotidiano inglese Daily Mail.
L’articolo, pubblicato martedì scorso, si scaglia contro la battaglia intrapresa dal premier britannico che ha proposto di legalizzare il matrimonio omosessuale, cambiando la definizione storica di matrimonio. Secondo Pearce, Cameron «sembra non aver imparato nulla dalle follie del partito laburista se arriva ad imporre ai principali credo religiosi della nazione di seguire un’agenda egualitaria». L’editorialista accusa il primo ministro di utilizzare l’argomento solo per ottenere consensi che non riesce a racimolare altrimenti, vista l’incapacità del governo di far fronte alla crisi economica e occupazionale. Scrive, infatti, Pierce che «mr. Cameron sta portando avanti con arroganza i temi che interessano la cerchia dei suoi amici dell’élite cittadina, ferendo il pensiero di milioni di persone comuni che, come dimostrano i sondaggi, sono contrari al matrimonio gay». Non solo, continua, «un vecchio conservatore del partito Tory mi ha detto: “In settimana abbiamo proposto una misura per dare impulso alla crescita economica. Ci è stato risposto con una discussione prevedibile sul matrimonio omosessuale. Che razza di messaggio diamo alle persone preoccupate del loro lavoro discutendo di questioni marginali come il matrimonio gay?».
Il giornalista omosessuale sottolinea anche come l’istanza«non sia una priorità per la comunità gay». Non tutti gli omosessuali sono infatti d’accordo con l’equiparazione delle unioni civili al matrimonio. Ad esempio vengono portati Alan Duncan, membro del partito conservatore, il celebre storico David Starkey e il laburista Ben Bradshaw. Ma Pierce, oltre a sottolineare che la legge rischia di offendere la tradizione centenaria della Chiesa inglese e le radici religiose del popolo, e di dimenticare i problemi reali del paese, indica un altro problema. Ricordando quanto fece nel 2007 il partito laburista, firmando la legge che ha costretto le agenzie di adozione cattoliche a chiudere, imponendo a tutte di accettare le adozioni omosessuali, il giornalista parla di una discriminazione al contrario: «Non difenderò la Chiesa che chiama peccato l’omosessualità, ma forzare le sue agenzie a chiudere sulla base di una legge che giudica dei principi morali è uno scandalo, che ha come esito la negazione ai bambini più vulnerabili e sfortunati della possibilità di avere una casa amorevole. Questa è una follia, (…) lo dico io che ho speso due anni della mia vita in un orfanotrofio cattolico gestito dalle suore. Sarò per sempre grato a loro per avermi dato una famiglia amorevole che si è presa cura di me come un figlio». Se continuiamo di questo passo, conclude, «gli eterosessuali potrebbero essere ancor più discriminati. Se si chiedono diritti maggiori di quelli che derivano dalle unioni civili già concessi, noi omosessuali arriveremo a godere di diritti negati agli eterosessuali. Stiamo assistendo a un’assurdità».
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