Slovacchia, accordo storico fra destra e sinistra: «Scriveremo in Costituzione che il matrimonio è solo tra uomo e donna»

Di Benedetta Frigerio
25 Marzo 2014
Jan Figel, vicepresidente del Parlamento slovacco a tempi.it: «È una risposta all'imposizione della teoria di genere nel nostro paese, nell'Europa occidentale e in Nord America»

Lo scorso 24 febbraio la Slovacchia ha raggiunto un accordo storico. Il centrodestra e i socialisti hanno deciso di inserire nella Costituzione un comma in cui si esplicita che il matrimonio è solo quello fra uomo e donna. La modifica si trova all’interno di un emendamento della riforma costituzionale presentata dal primo ministro socialista, Robert Fico. «L’emendamento vieta la possibilità di introdurre nell’ordinamento slovacco il matrimonio fra persone dello stesso sesso», spiega a tempi.it Jan Figel (nella foto con Fico), vicepresidente del Parlamento slovacco e leader del Movimento democratico cristiano (Kdh).

Come siete arrivati all’accordo?
L’obiettivo di proteggere costituzionalmente il matrimonio come unione fra uomo e donna è stato avanzato mesi fa dal Kdh. Abbiamo annunciato l’iniziativa all’inizio di settembre in risposta all’impatto crescente dell’ideologia gender nel nostro paese, nell’Europa occidentale e in Nord America. E anche in risposta alla proposta di adottare la strategia nazionale dei diritti umani, dove si nascondeva l’imposizione della teoria di genere. Temevamo un attacco alla famiglia fondata sul matrimonio naturale e tradizionale, che appartiene ai diritti umani e che quindi non vogliamo sia messa in discussione né minacciata.

Perché il governo guidato dal socialdemocratico Fico ha accettato? È in controtendenza rispetto al trend europeo e nordamericano.
La situazione dell’Est è diversa da quella occidentale. La maggioranza della popolazione slovacca continua ad essere convinta che il matrimonio sia fra uomo e donna: è emerso da tutti i più validi e attendibili sondaggi del paese. Il primo ministro crede più nel supporto della popolazione che in quello dei poteri esterni, da cui continua a ricevere forti pressioni politiche. Fico infatti ha preso questa decisione ora che si è candidato alle elezioni di presidente della Repubblica, ma evidentemente ci crede anche. È giusto ricordare che nel 2012 il programma elettorale dell’attuale governo si concentrava già sul sostegno alla famiglia, sottolineando persino che il matrimonio è solo fra uomo e donna.

Come siete riusciti a costruire questa alleanza?
La famiglia e il matrimonio appartengono ai valori fondamentali anche del nostro programma politico. Dieci o quindici anni fa il focus era incentrato tutto sull’integrazione europea, ora invece sulla promozione della giustizia e della solidarietà all’interno del paese: la nostra posizione è stata promossa dentro un dialogo aperto e costruttivo con l’opposizione. La protezione costituzionale del matrimonio era già stata proposta dalla coalizione di centrodestra nel 2010 senza successo, soprattutto a causa del rifiuto degli oppositori liberali. Perciò questa volta abbiamo deciso di riprovarci scegliendo un processo basato sull’approccio personale: ho proposto l’emendamento di nuovo, ma affrontando i parlamentari uno a uno. Così su 150, 40 hanno deciso di firmare la proposta. Ma gli 83 membri del partito socialdemocratico erano ancora dubbiosi, finché a febbraio il presidente del Consiglio ha presentato la riforma costituzionale del sistema giudiziario. Siccome aveva bisogno del nostro appoggio, abbiamo deciso di accettarla dopo discussioni e compromessi in cambio dell’emendamento. Per far passare la riforma avevano bisogno di almeno 90 voti, insieme siamo arrivati a 96. Ma c’è ancora tempo e spero che il consenso aumenti.

Chi è il vostro rivale principale?
Fra i critici ci sono i parlamentari del partito liberale, tutti i principali media del Paese, i gruppi e i network internazionali dell’attivismo Lgbt, come ad esempio l’Ilga (International lesbian and gay association) che spinge fortemente contro l’accordo.

La settimana scorsa il Parlamento ha discusso l’emendamento. Cosa è successo?
Le ultime discussioni sono state lunghe e controverse e hanno toccato diversi argomenti della riforma, il tutto è stato accentuato dal fatto che siamo in pieno periodo pre-elettorale. Ma sappiamo anche che storicamente è accaduto spesso che i cambiamenti maggiori e gli accordi più decisivi fossero presi prima o immediatamente dopo una tornata elettorale. L’opposizione è divisa, per questo noi siamo stati più volte accusati di sostenere la candidatura del premier Fico. Naturalmente respingiamo ogni accusa: infatti abbiamo avviato il processo molto tempo fa. Inoltre il voto finale avverrà dopo le elezioni presidenziali del 29 marzo.

Quali sono i prossimi passi?
La prima votazione è fissata per questo mese e il voto decisivo sarà a maggio, forse prima delle elezioni del Parlamento europeo. Fino ad allora continueremo a lavorare sulle questioni ancora aperte contenute nella riforma della giustizia, al fine di arrivare a un accordo maggiore sull’intero pacchetto.

Prima della Slovacchia anche la Croazia ha protetto il matrimonio naturale per via costituzionale. Recentemente la Romania ha respinto le unioni civili quasi all’unanimità. Secondo alcuni osservatori i paesi che hanno pagato l’inganno dell’ideologia comunista sono più refrattari a piegarsi alle ideologie dominanti rispetto all’Occidente. È d’accordo?
Ho visitato la Croazia durante il fine settimana in cui si svolgeva il referendum. In veste di ex Commissario europeo per l’istruzione, la cultura e la gioventù parlai alla Conferenza internazionale sui valori europei proprio di questo: l’Unione allargata è più europea di prima, perché l’Europa è definita più dalla sua cultura e dai suoi valori che non dalla geografia o dal mercato. Le nazioni dei paesi post-comunisti oggi portano all’Unione Europea la memoria viva dei regimi nati da visioni totalitarie e ideologiche. Ricordano che il Ventesimo secolo è stato ferito da ideologie contrastanti l’una con l’altra e che mirando alla costruzione di una nuova epoca e una nuova umanità hanno avuto come esito gli spargimenti di sangue e il relativismo. L’Est può e deve agire in modo responsabile per garantire che il Ventunesimo secolo sia migliore di quello precedente, contribuendo a un’umanità più solidale, che comincia e cresce nella famiglia. Perché ciò che agevola la famiglia si riflette nella società, per il bene dello Stato e il futuro florido di tutta l’Europa.

@frigeriobenedet

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35 commenti

  1. Boblues2

    Io non sono assolutamente contrario alle unioni gay. Mi sembra indiscutibile il dovere di riconoscere diritti civili fondamentali a tutte le persone prescindendo dal loro orientamento sessuale. Penso ad esempio alle successioni: se un omosessuale convivente perisce per un incidente o per un infortunio senza aver provveduto a redigere un preciso testamento, trovo grottesco che i suoi averi finiscano automaticamente ad una ex moglie o ex marito da cui si era separato/a in modo “turbolento”, e non al suo compagno gay con cui conviveva da tempo. E’ solo un esempio, ce ne sarebbero tanti altri… Quello che non accetterò mai è l’adozione di bambini da parte di coppie gay. Lo trovo un atto di estremo egoismo. Spero che questa ondata di buonismo peloso e sinistro non riesca ad introdurre questa norma. Sentire il nostro governatore (spero ancora per poco e mai più in futuro) nichi vendola affermare in pubblico “Voglio un figlio dal mio compagno” mi fa rabbrividire…

  2. filomena

    E se questo non è razzismo frutto di pregiudizi clericali non saprei come altro definirlo. Non so bene a chi ti riferivi ma la prima parte della descrizione corrisponde effettivamente al mio modo di essere. Peccato che la miopia che dimostri e la malafede ti impediscano di credere che se uno ti dice che è eterosessuale non hai motivo di mettere in dubbio la sua parola.
    Se io fossi gay non avrei nessun problema a dichiarartelo anche se tu dell’omosessualità pensi peste e corna, nello stesso modo in cui non ho mai fatto mistero per esempio del fatto di essere a favore della legge 194. Ma tu credi veramente che io mi preoccupi del tuo giudizio? O di quello della chiesa?

    1. EquesFidus

      E allora perché insisti a scrivere su questo sito? Se sei tanto sicura di te stessa perché pretendi che si dia ragione ai tuoi errori? Vattene, e sicuramente troverai siti più confacenti alla tua forma mentis; in alternativa, resta e smettila di trollare.

  3. Andrea

    Scrivendo in costituzione che il matrimonio è solo fra un uomo ed una donna
    1) è ideologico. Come scrivere che il matrimonio è fra due persone indipendemente dal sesso, perchè sono entrambe due visioni dle mondo
    2) è solo scriverlo, non aggiugne nulla. le coppie eterosessuali potrebbero perfettamente smettere di sposarsi di colpo.

    1. EquesFidus

      1) Proprio no, è constatare la realtà dei fatti.
      2) No davvero, almeno così facendo si evita di introdurre forme di unioni radicalmente diverse dalle uniche legittime (cioè quelle eterosessuali).

      1. Paolo

        Peccato che
        1) la realtà dei fatti è che il matrimonio è tanto tra persone di sesso opposto quanto tra persone dello stesso sesso;
        2) non decide lei o la sua ideologia cosa è legittimo o no…lo sa vero?

        P.s. L ‘Italia è un paese civile e laico definizioni inconciliabili con costituzioni basate sull’ideologia religiosa di turno

        1. Giannino Stoppani

          La realtà dei fatti, in Italia e in molti altri stati civili, è che il matrimonio riguarda solo ed esclusivamente persone di sesso diverso.
          Se EquesFidus non decide cosa sia lecito e cosa non lo sia, tanto meno un emerito cialtrone può decidere cosa è “la realtà dei fatti” e cosa non lo è.

          1. filomena

            No mi dispiace la realtà dei fatti…sono i fatti e si da il caso che in diversi paesi civili esiste il matrimonio sia per gli etero che per i gay. Questa è la realtà dei fatti, poi si può essere d’accordo o no però tant’è

          2. Giannino Stoppani

            La circostanza secondo la quale alcuni stati abbiano concesso questa pagliacciata ideologica non significa affatto che essa costituisca “la realtà dei fatti” tout court.
            Altrimenti potremmo sostenere che siccome in Uganda ai gay viene affibbiato l’ergastolo, sia una realtà dei fatti anche il reato di omosessualità.
            Poi se uno capisce fischi per fiaschi…

          3. filomena

            Ma tu sai quello che dici? La realtà dei fatti è quello che succede. Che l’omosessualità sia un reato in qualche paese del terzo mondo è certo una realtà dei fatti ma non significa che sia una cosa auspicabile per quanto riguarda i diritti umani. Forse tu con fondi la realtà con la dottrina….

          4. Giannino Stoppani

            Per dire che io “fondo” realtà e dottrina tu devi avere “fuso” e basta.
            Comunque vedo che sei giunto da solo a cogliere la differenza tra “realtà dei fatti” e “cosa auspicabile quanto riguarda i diritti umani”.
            Suppongo allora che tu sia in grado anche di realizzare che a differenza della “realtà dei fatti”, ciò che è “auspicabile per quanto riguarda i diritti umani” rimane materia largamente opinabile.
            Pertanto è più che legittimo coltivare l’opinione che, sebbene il matrimonio gay sia concesso in alcuni stati, non è detto che esso sia anche automaticamente “auspicabile per quanto riguarda i diritti umani”.

        2. mike

          la realtà dei fatti è che una società più omosessualità presenta più tende ad estinguersi. e se poi ci si mette il lavoro precario e il pensare a tutto tranne che alla famiglia (formata da uomo e donna) la cosa è accelerata.
          cosa è legittimo o meno alla fine lo decidono le conseguenze pratiche delle nostre azioni. con tutto il rispetto, l’omosessualità cosa porta alla società?
          NB: non siete pochi. in questi giorni qualcosa mi ha confermato credo un sospetto. grillo prese il 25%. da una indagine a campione in USA è venuto fuori che gli americani credono che un 25% di loro sia gay. terzo di questi giorni, hollande ha ora il 20-25% del sostegno popolare. chi saranno mai? solo i gay poiché per il resto ha scontentato tutti. il 25% di probabilissimi omosessuali nella società ritorna. è incredibile, anche perché si sono considerate 3 nazioni diverse. voi credete che essere così tanti non crea nessun problema agli etero? e alla società?

          1. filomena

            Posto che sia vero che mediamente il 25% della popolazione sarebbe gay (onestamente mi sembra un dato esagerato, ma non ho elementi per sostenere il contrario), ragion di più per ascoltare le loro istanze visto che sono cittadini come gli altri. Io sono eterosessuale ma non mi toglie nulla il fatto che se lo desiderano possano sposarsi. Del resto io che potrei farlo convivo, quindi massima libertà.

          2. Giannino Stoppani

            Io direi che a occhio e croce i gay sono anche l’ottanta per cento della popolazione, o almeno trollano come se lo fossero!

          3. VivalItalia

            Mike hai dimenticato una , tra il 2 e il 5 per indicà chi ha tendenze omosex.. mentre per indicà quanti sembrano, hai dimenticato no 0 dopo il 2 e il 5…

            So invece daccordissimo che so usati per rendere più manipollabbili i cittadini e la società!

          4. mike

            che tu sia eterosessuale non ci credo. mi viene in mente una persona che conosco, che odia Berlusconi odia la chiesa convive con uno da anni difende i gay a spada tratta e comunque figli non li fa… mai. anche per altri fattori posso ritenere che sia lesbica e il suo compagno gay. abbiate pazienza ma la gente non è scema. perlomeno abbiate il coraggio di dire ciò che siete, anche perché tanto la gente vi capisce dopo un po’. sono pochi di voi quelli che riescono a mascherarsi bene. il dato del 25% non è esagerato, basta guardarsi attorno. molti uomini hanno sembianze poco maschili, o per una cosa o per un’altra. o per più di una. viceversa molte donne hanno sembianze poco femminili, o per una cosa o per un’altra. o per più di una. non so spiegarmelo, una volta cioè 20 anni fa era meno evidente. per pochi/e era evidente. oggi se ti guardi attorno ne vedi tanti e tante. non sono certo quattro gatti. e mi spiego fidanzamenti e matrimoni che finiscono ma non si sa ufficialmente la vera ragione.

          5. Anna

            Povero miky sei così paranoico che vedi gay dappertutto persino nelle coppie etero sposate solo perché non sfornano figli a manetta o hanno una visione del mondo leggermente più larga della tua.
            PS. datti una calmata: se non trovi una donna non è perché ci sono troppe lesbiche che ti snobbano ma semplicemente perché non piace nemmeno alle etero, e visto come ragione si capisce anche il perché

  4. beppe

    la nostra BELLA COSTITUZIONE sarebbe già abbastanza chiara ( famiglia fondata sul matrimonio) se non fosse che ultimamente ci tocca persino entrare nei dettagli circa il matrimonio, cosa impensabile qualche anno fa. un segno della decadenza dei nostri tempi.

    1. filomena

      Certo voi mai mettervi in discussione eh?

      1. EquesFidus

        E argomentare voialtri troll anticristiani mai, vero?

        Detto questo, definire la Costituzione italiana “bella” è eccessivo: già dichiarare che l’Italia è “una Repubblica basata sul lavoro” e non “sulla persona” o (perché no?) “sul cristianesimo” è già di suo indice degli accordi tra comunisti e democristiani (che poi in realtà spesso non è che fossere poi tanto cristiani…) nel forgiare il Paese, più interessati alla stabilità economica che a quella sociale ed etica.

      2. mike

        da che pulpito…

  5. francesco taddei

    la via indica est. la nuova europa chiesta da amicone dovrebbe guardare a questi paesi e spero per loro che non cadano nell’euroballa del “niente più frontiere” “niente più nazioni” “un solo popolo”. se rimarranno fuori dall’europa conserveranno la libertà. poi ci si può alleare per fare insieme ciò che da soli non si è in grado di fare (come in svizzera), ma senza abdicare a padroni lontani.

    1. Ugobagna

      Francesco, sono tutti stati già nell’Unione Europea (Slovacchia, Croazia e Romania), quindi non ho capito il senso del suo discorso…

      1. francesco taddei

        bè sono fuori dall’euro e questo gli da molta libertà. loro ancora hanno consapevolezza del legittimo interesse nazionale e rifiutano l’idea di sottomettersi a istituzioni che ne mettono in discussione la propria sovranità.

        1. MF

          La Slovacchia è nell’euro, e anche in questo ambito ha dimostrato di non voler sottostare ai “diktat” della ue, come per il caso della moneta commemorativa da 2 euro del 2013, che raffigurava i Santi Cirillo e Metodio con una croce; l’ue non lo voleva perchè “troppo” cristiano. Alla fine, dopo un estenuante braccio di ferro, l’ha spuntata la Slovacchia.

        2. Cisco

          Francesco se uscissimo dall’Euro la nostra economia crollerebbe, dato che non siamo autosfficienti dakl punto di vista energetico. E nessuno ci presterà più una lira, così lo stato sociale sarà eliminato e i dipendenti pubblici andranno tutti a spaso. Ormai che ci siamo dentro non ci conviene uscire, casomai bisognava pensarci prima. Ma è inutile pensare alla nostra sovranità e di risollevarsi tornando alla liretta con una classe poitica di inetti come la nostra, che ha acceso un mutuo con le generazioni future (che prima non votavano, ma che nel frattempo sono cresciute e ora votano…). La sovranità la si costruisce con la credibilità, e la nostra è uguale a zero a prescindere dalla moneta battuta.

  6. lucia

    Intervista meravigliosa grazie Benedetta

  7. beppe

    ve li immaginate i galletti politici del pollaio italiano prendere una decisione di questa portata?

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