Siria. Il vicario apostolico di Aleppo sgrida Europa, Usa e Onu: «Non ci fidiamo più di voi»

Di Leone Grotti
27 Aprile 2016
Monsignor Abou Khazen a Milano critica tutti gli errori di visione delle istituzioni occidentali sulla guerra in Siria, dai "ribelli" alle sanzioni fino ai rifugiati

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«Siamo entrati nel sesto anni di guerra e qui sembra l’Apocalisse: senza acqua, senza elettricità e in balìa a di gruppi armati che, pur non essendo l’Isis, sono tutti radicali. Vogliono tutti lo Stato islamico». Bastano poche parole per descrivere la situazione di Aleppo, «città martire» della guerra siriana, divisa in due tra un’area controllata dal governo di Bashar al-Assad e una in mano alle milizie ribelli. Queste sono quelle scelte da monsignor Georges Abou Khazen, vicario apostolico della città, che lui definisce la «Milano siriana».

UN PAESE DESERTIFICATO. Il paragone è azzeccato dal momento che il vescovo ha parlato ieri della situazione della Siria a Palazzo Pirelli, ricevuto dal presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, davanti a una schiera di consiglieri di diversi partiti. L’incontro ha preceduto di qualche ora quello serale aperto al pubblico, promosso dal Cento culturale di Milano. Oggi però l’originalità di Aleppo rischia di essere spazzata via per sempre: «In Siria c’erano 23 gruppi etnici e religiosi diversi, che io ho sempre paragonato a un bel mosaico colorato. Ora cercano di ridurlo a un colore unico: quello nero della bandiera islamista. Avevamo 43 mila piccole, medie e grandi imprese. Ora sono chiuse e i loro macchinari sono stati rubati dai capannoni e venduti in Turchia. La stessa fine ha fatto il grano contenuto nei silos. E ora mancano sia il pane che il lavoro».

L’OPERA DELLA CHIESA. Con i ribelli sostenuti «da potenze estere» che tagliano la fornitura di elettricità e acqua al resto della città, la Chiesa si prodiga per aiutare i pochi siriani rimasti, cristiani e musulmani: «Abbiamo distribuito alle famiglie bidoni di plastica per attingere l’acqua ai pozzi, cisterne da 250 o 500 litri per tenere sempre una scorta, portiamo l’acqua agli anziani e agli ammalati a domicilio, aiutiamo le famiglie a pagare l’abbonamento ai generatori di corrente elettrica, anche per permettere ai giovani di avere luce per studiare, distribuiamo un pacco alimentare mensile a chi ne ha bisogno, cuciniamo 12 mila pasti al giorno per i più poveri, aiutiamo chi non riesce più a pagare il mutuo perché non c’è lavoro e formiamo falegnami e fabbri, perché di loro avremo bisogno per ricostruire Aleppo».

ASSAD E I TABÙ DEL MONDO. Alle tante domande dei consiglieri regionali lombardi, monsignor Abou Khazen risponde sempre con franchezza, senza risparmiare le critiche, spesso fornendo una lettura diversa dei fatti rispetto a quella diffusa dai media italiani ed europei. Il regime di Assad? «Lui non è certo la regina di Inghilterra, e noi non amiamo le dittature, ma la Siria è forse l’unico paese musulmano ad avere un governo laico, aperto e moderato dove tutti possono convivere, a prescindere dalla religione. E poi Assad è l’unico dittatore del mondo ad essere criticato da altri dittatori per la mancanza di democrazia…». I colloqui di pace? «La Russia ha insistito molto per farli ed è quello che ci serve. Come dicono i cinesi, anche un viaggio di mille miglia comincia con un passo. Le difficoltà sono tante ma la gente è stanca della guerra. Tutti. Più di 500 villaggi hanno chiesto ai ribelli di andarsene e hanno trovato accordi con il governo». L’Isis? «Adottano una corrente radicale dell’islam, quella wahabita. Fanno le stesse identiche cose dell’Arabia Saudita, crocifissioni incluse, ma questo non si può dire. È tabù».

GLI ERRORI ONU, USA, UE. Quanto al ruolo dell’Europa, Abou Khazen ricorda che «siamo vicini di casa e abbiamo molti legami culturali, ma da voi ci aspettavamo molto di più. Soprattutto in favore della pace». Invece l’embargo imposto alla Siria anche dall’Unione Europea è per il vicario apostolico di Aleppo «un crimine che danneggia soprattutto la popolazione. Obama a Cuba ha detto: “Le sanzioni sono state un errore”. Perché ripetere quell’errore con la Siria oggi?». Anche sul problema dei profughi monsignore prende in contropiede il suo pubblico: «Aiutateci a stare a casa nostra. La metà della nostra popolazione è sfollata, ma speriamo che i milioni fuggiti all’estero tornino a casa. Bisogna curare le cause per fermare gli effetti. Però non ci fidiamo di voi, perché l’Onu ha concesso i visti ai siriani a patto che per cinque anni non tornassero a casa».

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CRISTIANI IN VIA DI ESTINZIONE. Nei confronti dei cristiani secondo Abou Khazen «è in atto un genocidio e noi siamo come una specie in via di estinzione. Ma l’Occidente non ci aiuta e non ci ascolta per non vedere e avere la coscienza pulita». Anche sull’integrazione il vicario apostolico ha un consiglio “controcorrente” da offrire a Milano e alla Lombardia: «Voi avete accolto tanti profughi, più di altri: grazie. Non abbiate paura di ciò che è diverso, se siamo cristiani dobbiamo considerare gli altri come fratelli. Ma siate voi stessi: esprimete la vostra identità e fatela rispettare. Loro si adatteranno».

UN INCONTRO IMPREVISTO. La conclusione è dedicata al ruolo dei cristiani in Siria e alla possibilità di convivenza tra cristiani e musulmani. Più che alla teoria, il vescovo si affida a due aneddoti: «Ad Aleppo cristiani e musulmani hanno sempre convissuto. Ma in quartieri distinti. Con la guerra molti musulmani si sono dovuti trasferire nei nostri quartieri e ci hanno conosciuto più da vicino. Si sono accorti di come viviamo e molti mi hanno detto: “Voi siete diversi”. Prendiamo il rispetto della donna. Di solito, la donna musulmana cammina sempre qualche metro indietro rispetto all’uomo. Vedendo i nostri uomini e donne andare fianco a fianco, hanno cominciato a farlo anche loro. Anche molti giovani si sono avvicinati: abbiamo due sale adibite allo studio. Ma sono fuori dalla chiesa, perché vengono anche tanti musulmani. Dopo aver visto le atrocità di Isis e Al-Nusra, molti si sono chiesti: “Ma è questo l’islam?”. Tanti si interrogano e vogliono sapere che cos’è il cristianesimo».

@LeoneGrotti

Foto Aleppo: Ansa/Ap

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17 commenti

  1. underwater

    Il finale andrà di traverso a chi di solito trolleggia le sue esternazioni. Che dei musulmani comincino a considerare appetibile il battesimo non segue molto i loro preconcetti.

    1. Menelik

      Guarda, UW, io non pretendo di essere un guru della politica internazionale.
      Quando ero ragazzo (nei famigerati anni 70), l’America era considerata il demonio, il nemico pubblico numero uno, l’entità malefica per eccellenza.
      Io, all’epoca vedevo nell’America, che di fatto si comportava da schifo e basti vedere l’ingerenza che ha ribaltato le sorti della guerra Cristera messicana, vedevo in loro l’unico baluardo militare al Patto di Varsavia che non vedeva l’ora di allungare le mani sull’Europa.
      Credo anche che in buona parte degli attentati di quegli anni raggruppati come “strategia della tensione” loro (KGB-Patto di Varsavia) ne sapevano più di qualcosa considerato che tenevano le fila del terrorismo internazionale e l’hanno foraggiato fornendo esplosivo a tutti i farabutti della scena mondiale di quegli anni.
      All’epoca ero dalla parte dell’America pur considerandoli dei disgraziati massoni, per laq ragione che ti ho detto sopra.
      Oggi le cose si sono ribaltate.
      Il comunismo è un cadavere in avanzato stato di decomposizione e l’America sta mostrando il suo vero volto ultra-liberista e colonialista (il mercato globale è il nome del colonialismo del nuovo millennio).
      Negli anni di Bush Jr non ero molto filo-americano…anzi…e negli anni di Obama lo sono ancora meno (se salirà Trump, mi farò un giudizio sulle opere dopo averle viste – voglio essere onesto nei miei giudizi -).
      Riguardo ad Israele, so bene che i mondaroli laggiù sono tutt’altro che una congrega di santi e beati.
      Però adesso, in queste congiunture, considero il nemico pubblico numero uno il jihadismo islamico sunnita.
      Nella lista dei nemici quello stacca di molto tutti gli altri, al punto che “s’i fossi imperator” strizzerei l’occhiolino anche agli Iraniani (musulmani sciiti) pur di riuscire a “mozzar lo capo a tondo” ai daesh.
      Più o meno hai capito cosa volevo dire?
      Non mi sbraccio per gli Americani, non mi sbraccio per gli Israeliani, ma…”todo modo para buscar la voluntad” di seppellire i daesh sotto un metro di sabbia e sassi…….parafrasando frasi celebri.

      1. underwater

        Io personalmente sottoscrivo quello che dici, a parte che sono diffidente anche verso gli iraniani perché Khomeini è stata la matrice di molti regimi islamici in area sciita. Ed è Khomeini ad aver inventato i kamikaze durante la guerra Iran-Iraq. A posteriori sono diventato più critico anche verso Bush, sebbene il discorso sia da approfondire.

  2. Filippo81

    E fa benissimo a non fidarsi !

  3. Ferruccio

    Altro che tabù su Assad. Di recente Assad ha reclamato le alture del Golan e Bibi gli ha risposto che i territori occupati rimarrano per sempre di Israele soprattutto alla luce dell’ultima guerra civile siriano che ha reso il paese instabile. Poi Bibi in un’altra occasione ha detto che preferisce una Siria in mano ai ribelli islamisti piuttosto che nelle mani di Assad. Ovviamo gli imbecilli continueranno a dire che Israele non c’entra niente con l’instabilità siriana, è solo uno spettatore che trae beneficio ma non si dice.

    1. Menelik

      Io non sono un imbecille: infatti non sono mai stato di sinistra nemmeno quando era in auge negli anni 70.
      All’epoca ero anche a favore della Nato e dalla parte degli Americani.
      EPOCA PASSATA, MORTA, DEFUNTA !!!!
      Israele non c’entra un fico secco con questa storia, loro vogliono solamente tenere la loro terra, se non saranno attaccati non attaccheranno più.
      Chi ha le mani luride di sangue in questa faccenda sono due attori principali: Arabia Saudita e Quatar, entrambe monarchie sunnite e in quanto tali stanno dietro l’isis.
      L’altro attore è la Turchia.
      Gli Stati Uniti…molto ambigui. Troppo. Speriamo che Trump faccia una politica più isolazionista e meno criminale di Obama.
      E l’Europa…….cos’è l’Europa? Una volta ci credevo. Una volta.

      1. Menelik

        L’Europa?
        Ah, si, quella che si sta facendo divorare a brandelli dagli Arabi sunniti che stanno comperando mezz’Europa.
        Qualche anno ancora e non ci sarà più, o per lo meno sarà molto ridimensionata, a prescindere da Brexit.

      2. Ferruccio

        Ci sono i bombardamenti israeliani in territorio siriano, le ultime dichiarazioni anti-assad sul Golan e la comune linea di vedute con i sauditi sull’ Iran. poi ci stanno i servizi segreti israeliani che sono noti per essere quelli che se ne stanno a casa buoni buoni ad aspettare passivamente l’incombere degli eventi. va bene. crediamo alla favola dei tabù occidentali.

        1. Menelik

          In questa shoah c’entrano l’Arabia Saudita, il Quatar e la Turchia.
          Dunque MUSULMANI SUNNITI, MUSULMANI DUNQUE ISLAMICI.
          Quelli che credono che Allah gli abbia dato anche il DIRITTO DI POSSEDERE LE SCHIAVE COME SI POSSEGGONO I CAPI DI BESTIAME.
          (Che in sostanza sono sul tipo di quelli che vengono su con gli sbarchi, di musulmani sunniti).
          I musulmani islamici sunniti che ritengono sia loro dovere di buoni fedeli seguire la jihad, la guerra santa contro gli infedeli, dunque gli altri musulmani sciiti, noi Nazareni e gli Yazidi.
          Per loro, o le categorie di cui sopra, dunque tutti noi, si sottometteranno a loro (dunque schiavitù), o saranno uccise.
          Ci siamo?
          IL NEMICO SONO GLI ISLAMICI SUNNITI.
          Che si chiamino Saudi Arabia (l’isis che ce l’ha fatta) o daesh (l’isis che sta cercando di farcela per fortuna con risultati scadenti grazie alle armi di Putin e alla combattività dei mediorientali), non conta un fico secco.
          Il nemico è solo quello, è lì bisogna concentrare il tiro, perché uno solo deve restare: o noi o loro.
          Non c’è posto per tutti e due sulla Terra.
          Sono stato sufficientemente chiaro?
          Alla facciaccia del multiculturalismo interessato per i voti alle elezioni, per ridare lustro a partiti sconfitti dalla storia.
          O NOI O I DAESH.
          Niente alternativa.

          1. Ferruccio

            Non ti dico che sbagli perchè per sommi capi hai ragione però la questione è più complicata di cosi. gli attori sono tanti e non ci sono spettatori almeno tra quelli principali.

          2. underwater

            Si, ma se c’è qualcuno che non gode della vittoria degli integralisti islamici di ogni risma è proprio Israele, considerato nemico da tutti quei gruppi indistintamente, ed anche storicamente da Assad e da Teheran. Per non parlare dei libri di testo wahhabiti.

          3. Ferruccio

            Bibi può scegliere i suoi nemici e ci fa sapere che i ribelli islamisti li preferisce perchè più deboli sia militarmente che politicamente. Uno stato sovrano che rivuole indietro il Golan con l’avvallo dell’ONU è un avversario diplomaticamente più ostico di cumulo di cani alqaedisti.

          4. underwater

            La verità è che non riuscite a pensare Israele come uno Stato accerchiato, come è in realtà da sempre.

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