
Siria. Obama bombarda lo Stato islamico, terrorizzati i civili a Raqqa: «Jihadisti ci usano come scudi umani»
Proseguono i bombardamenti degli Stati Uniti contro lo Stato islamico in Siria. Questo però non ha fermato l’avanzata dei terroristi, che, attaccando la città curda di Kobani, stanno cercando di conquistare un altro strategico posto di blocco al confine con la Turchia.
«CIVILI COME SCUDI UMANI». Come dichiarato alla Bbc da un residente di Raqqa, la “capitale” siriana del Califfato, i bombardamenti americani non hanno affatto scoraggiato i jihadisti, che hanno già trovato un altro modo di nascondersi: «Dopo il discorso di Obama, tutte le famiglie dei miliziani dell’Isis erano già scappate dalla città con i bambini. Gli uomini invece sono rimasti ma non dormivano già più nei loro edifici: ora dormono negli appartamenti che requisiscono ai civili. Così ci usano come scudi umani».
Il timore dell’intervistato è che «i bombardamenti non serviranno a danneggiare lo Stato islamico ma lo rafforzeranno perché potrebbero spingere gli altri gruppi estremisti in Siria a unirsi a loro contro il comune nemico americano».
«UOMINI DECAPITATI». Senza alleati sul terreno, però, l’America non è per ora in grado di fermare l’avanzata jihadista. L’altro giorno i terroristi sono avanzati ancora di più verso il confine con la Turchia e hanno quasi conquistato Kobani, da dove circa 140 mila curdi sono scappati nei giorni scorsi. «La situazione è pessima. Dopo aver ucciso molte persone – ha dichiarato a Reuters un’insegnante curda arrivata in Turchia con la famiglia – hanno bruciato i villaggi [attorno a Kobani]. Appena ne prendono uno, decapitano una persona per spaventare tutti gli altri. Stanno cercando di sradicare la nostra cultura ed epurare la nostra nazione».
CITTÀ STRATEGICA. La presa di Kobani non è casuale ma molto importante per lo Stato islamico. Come si vede dalle mappe presenti in pagina, i jihadisti hanno già conquistato i passaggi di frontiera di Tal Abyad e Jarablus verso la Turchia (cartina in basso). Prendendo Kobani (cartina nel mezzo), riuscirebbero ad impossessarsi anche del passaggio di Ain Al Arab, consolidando così il loro dominio nel nord della Siria e assicurando rifornimenti e vie di fuga ai miliziani di Raqqa.
Articoli correlati
3 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
Tutti lo sapevamo che gli attacchi dall’aria sono necessari ma non sufficienti.
Ci vogliono truppe di terra.
Queste sono i peshmerga, i quali vanno organizzati, armati in modo moderno, riforniti e diretti da consulenti militari occidentali.
E’ ovvio che la strategia che i terroristi mettono in pratica è mischiarsi alla popolazione civile tenuta in ostaggio per farne scudi umani, l’abbiamo visto anche con Hamas e, prima ancora, con i Vietcong.
Guardate la differenza che c’era tra i Cristeros prima e dopo Gorostieta.
Non hanno censurato Cristiada per niente.
Intanto ieri sera hanno detto al TG che gli Americani hanno fatto dei raid sui pozzi di petrolio, facendone saltare in aria alcuni.
In tal modo si elimina una parte consistente dei loro proventi.
Se riuscissero a rendere inutilizzabili la maggior parte dei pozzi petroliferi, se non tutti, e a mettere in seria difficoltà i loro approvvigionamenti dai Pesi del Golfo loro amici e sponsor, come il Quatar, per i peshmerga ben equipaggiati ed organizzati con criteri militari, e che potrebbero reclutare i profughi che hanno conti in sospeso con i terroristi, e sappiamo che è una marea di gente disposta a battersi fino alla fine, allora per i terroristi dell’ISIS si metterà male.
L’importante è fornire i mezzi e la competenza tecnica a quelli che ce l’hanno a morte con l’ISIS, ed ogni giorno sono in numero sempre maggiore.
Più l’ISIS avanza, più si attira odi e risentimenti forti.
Quello sarà necessariamente un loro punto debole.