Siria: ribelli attaccano villaggio di Maloula, culla della cristianità dove si parla ancora l’aramaico

Di Leone Grotti
04 Settembre 2013
Il bombardamento del villaggio da parte dei qaedisti di al-Nusra ha già causato diversi feriti. La comunità cristiana: «Amici, fratelli e sorelle: pregate per noi»

«Amici, fratelli e sorelle: unitevi nella preghiera per il Monastero di Maloula, la culla della cristianità. Ora siamo sotto il dominio del male ma noi, che siamo figli di Dio, siamo vincitori in Gesù Cristo». È questo il messaggio fatto arrivare al network Ora Pro Siria dalla comunità cristiana di Maloula, piccolo villaggio situato nel nord del paese.

SI PARLA L’ARAMAICO. Maloula è sotto l’attacco dei terroristi islamici di al-Nusra dalle sei di questa mattina. I bombardamenti incessanti, iniziati con l’esplosione di una macchina-bomba al posto di blocco situato all’entrata della città dall’esercito governativo, hanno già causato otto morti e diversi feriti. Maloula è forse il sito più caratteristico dell’intera Siria, incastonato tra due colossi di roccia, dove le comunità musulmane, greco-cattoliche e greco-ortodosse convivono da sempre parlando il famoso “dialetto siriaco di Maloula”, unico al mondo, che è molto simile, se non identico, al dialetto aramaico che parlavano Gesù e i primi cristiani.

ESERCITO CONTRO RIBELLI. Il piccolo villaggio di appena seimila abitanti è pieno di chiese e monasteri, tra i quali i più famosi sono quelli di San Sergio e Santa Tecla. Secondo le ultime notizie arrivate dal villaggio, dove ora le comunicazioni sono interrotte, l’esercito starebbe difendendo i luoghi sacri cristiani e musulmani dagli attacchi della fazione ribelle legata ad al-Qaeda.

@LeoneGrotti

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5 commenti

  1. mario insegnante s. elementare

    PREGATE, PREGATE, PREGATE, e DIGIUNATE

    1. France

      Le preghiere non servono più ora, qui bisogna realmente fare qualcosa di concreto. Le preghiere volano nel vento e si disperdono nelle atrocità dell’uomo. Dio sarebbe più fiero di noi se facessimo vedere quanto siamo uomini e quanto rispettiamo noi stessi e la terra su cui viviamo. Dio è stato il primo a metterci in ginocchio quando ormai eravamo solo carne da macello senza un anima e con il cuore pieno di rabbia verso i nostri simili.

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