
«La guerra più profonda che dobbiamo combattere è quella contro il male» L’Angelus di Papa Francesco
«A che serve fare tante guerre se tu non sei capace di fare questa guerra profonda contro il male?». Ancora una volta papa Francesco torna a parlare della pace, quella che manca in tante regioni del mondo (ha ricordato, oltre alla Siria, anche l’Egitto, l’Iraq, il Libano) e che prima ancora che dalle strategie geopolitiche deve partire dal cuore di ogni uomo. Perché è lì, ha detto il pontefice durante l’Angelus di oggi, che bisogna combattere la guerra più profonda, cioè quella contro il male e la violenza. Bergoglio ha ringraziato tutti coloro che hanno partecipato, offrendo «le loro sofferenze», alla veglia di preghiera per la pace nel mondo e in particolare in Siria e in Medio Oriente che ha portato 40 mila persone ieri in San Pietro e numerose iniziative analoghe in Italia e nel mondo.
IL TRAFFICO DI ARMI. Commentando la liturgia di oggi, Francesco è arrivato a parlare della guerra: «C”è una guerra più profonda che dobbiamo combattere tutti. È la decisione forte e coraggiosa di rinunciare al male e alle sue seduzioni e di scegliere il bene, pronti a pagare di persona: ecco il seguire Cristo, ecco il prendere la propria croce! Questo comporta, tra l’altro, dire no all’odio fratricida e alle menzogne di cui si serve, alla violenza in tutte le sue forme, alla proliferazione delle armi e al loro commercio illegale. Ce n’è tanto, ce n’è tanto. È una guerra commerciale per vendere queste armi. Questi sono nemici da combattere uniti e con coerenza, non seguendo altri interessi se non quelli della pace e del bene comune».
L’INTERCESSIONE DI MARIA. «Oggi – ha detto infine il Papa – ricordiamo anche la Natività della Vergine Maria, festa particolarmente cara alle Chiese orientali. Adesso possiamo inviare un bel saluto a tutti i fratelli e sorelle delle chiese orientali, ortodosse e cattoliche. Gesù è il sole, Maria è l’aurora che preannuncia il suo sorgere. Ieri sera abbiamo vegliato affidando la nostra preghiera per la pace del mondo e soprattutto in Siria e nel Medio Oriente. La invochiamo adesso come Regina della Pace. Vorrei ringraziare tutti coloro che, in diversi modi, hanno aderito alla veglia di preghiera e digiuno di ieri sera. Ringrazio tante persone che hanno unito l’offerta delle loro sofferenze. Ringrazio le autorità civili, come pure i membri di altre comunità cristiane o di altre religioni, e uomini e donne di buona volontà che hanno vissuto, in questa circostanza, momenti di preghiera, digiuno, riflessione».
CONTINUARE A PREGARE. «Ma l’impegno continua: andiamo avanti con la preghiera e con opere di pace! Vi invito a continuare a pregare perché cessi subito la violenza e la devastazione in Siria e si lavori con rinnovato impegno per una giusta soluzione al conflitto fratricida. Preghiamo anche per gli altri paesi del Medio Oriente, particolarmente per il Libano, perché trovi la desiderata stabilità e continui ad essere modello di convivenza; per l’Iraq, perché la violenza settaria lasci il passo alla riconciliazione; e per il processo di pace tra israeliani e palestinesi, perché progredisca con decisione e coraggio. E preghiamo per l’Egitto, affinché tutti gli egiziani, musulmani e cristiani, si impegnino a costruire insieme la società per il bene dell’intera popolazione. La ricerca della pace è lunga, e richiede pazienza e perseveranza! Andiamo avanti con la preghiera».
1 commento
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!