Siria, il gran mufti convoca preghiera in moschea «per le intenzioni del Papa e per i cristiani di Maloula»

Di Redazione
07 Settembre 2013
Il leader dell'islam sunnita del paese Ahmad Badreddin Hassoun: «Noi musulmani siamo orgogliosi di proteggere i cristiani. Gesù principe della pace»

Articolo tratto da Agenzia Fides – Una intensa celebrazione di preghiera e digiuno per la pace si tiene quest’oggi alle 13.00 nella grande Moschea degli Omayyadi a Damasco. Come appreso da Fides, il momento di preghiera è stato voluto e verrà presieduto dal Gran Muftì di Siria, Ahmad Badreddin Hassoun, leader spirituale dell’islam sunnita, alla presenza di capi religiosi musulmani sunniti, sciiti, alawiti, ismaeliti, drusi e anche di rappresentanti di altre religioni, come ebrei e cristiani.

Raggiunto dall’Agenzia Fides, il Gran Muftì Ahmad Badreddin Hassoun, che nei giorni scorsi aveva inviato un lettera al Papa, ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Pregheremo con le intenzioni del Papa Francesco, per chiedere a Dio che ci aiuti a trovare la via della pace. La pace passa attraverso la riconciliazione e il perdono reciproco fra i siriani». Il Muftì ha emanato un editto proclamando per oggi, 7 settembre, una speciale giornata di digiuno per i fedeli musulmani «anche in solidarietà con i tragici fatti di Maloula (il villaggio cristiano a Nord di Damasco attaccato da islamisti nei giorni scorsi, ndr): nessuno di noi si aspettava che in Siria si potesse arrivare all’estremo di dissacrare le chiese e colpire i simboli della cristianità. Siamo molto tristi – aggiunge il Mufti – quando l’islam è usato come ideologia estremista che giunge a volere l’eliminazione dell’altro. La maggior parte dei musulmani siriani ha sempre visto i cristiani come fratelli».

Il Muftì afferma che la Siria è, come la Terrasanta, «culla del cristianesimo», e tal proposito ricorda a Fides un suo pellegrinaggio a Betlemme «dove ho avuto l’onore di andare. Nel Santuario della grotta, una vecchia suora mi chiese: cosa fai?. Risposi: sto pregando perché sono in un luogo santo. E lei si mise pregare a fianco a me». «Damasco non è lontana da quei luoghi santi – aggiunge il Muftì a Fides – perché Dio l’Onnipotente l’ha scelta come luogo dove aprire gli occhi e il cuore dell’Apostolo Paolo. Anche il nostro comune Padre Abramo è giunto fino alla provincia di Damasco».

«Noi musulmani siriani – prosegue Ahmad Badreddin Hassoun – siamo orgogliosi non solo di proteggere i cristiani, ma di essere la cornice entro cui la cristianità si è potuta esprimere e diffondere nel mondo come messaggio di pace, in quanto Gesù Cristo è il Principe della Pace. Per questo oggi nella moschea degli Omayyadi, dove sono custodite le reliquie del profeta Giovanni Battista, luogo di pellegrinaggio comune per cristiani e musulmani, la nostra preghiera per la pace sarà unita con il Papa a Roma, in comunione con tutti credenti di altre denominazioni e con tutti gli uomini di buona volontà».

«Vogliamo evitare una guerra regionale – conclude – perché questa porterebbe in Siria i poteri oscuri dell’estremismo, del radicalismo e della discriminazione sotto la bandiera dell’islam, il che è completamente falso, e servirebbero a sfigurare la bellezza secolare della convivialità».

Firma l’appello per fermare l’intervento. Oggi in San Pietro la veglia di preghiera con Papa Francesco (qui si può scaricare il libretto)

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    7 commenti

    1. Cesare

      Una volta tanto fa piacere sentire una voce di protesta che si alza dalla loro parte. Una voce. Non è perciò da fare gli schizzinosi, e accettiamo quel che di buono arriva, ma quella che ” sono orgogliosi di proteggere i cristiani” mi suona ambigua, considerando che per loro la “protezione” è quella paternalistica, da padrone che protegge i servi di casa, i dhimmi, che sono obbligati a pagare una tassa la jizia per tale protezione: questo è l’insegnamento classico e islamica mente ortodosso. A essere cattivo la protezione dei cristiani mi assomiglia alla protezione del camorrista che riscuote la taglia. Considerazioni cattive e ingiuste? Sono pronto a cancellarle,ma abbiamo tanto da imparare dalla storia, a volerla ricordare. Un’ultima cosa: la dissimulazione, cioè il tener nascosto quello che si pensa veramente, in arabo si chiama taqqya, ed è un precetto religioso, da usare come tattica.

      1. Viviana Castelli

        Non è una voce sola, per la verità.
        http://kairosterzomillennio.blogspot.it/2013/09/la-fuga-dei-cristiani.html

        E quanto alla storia, bisogna essere sicuri di trovare gli storici e gli studi che la raccontano onestamente e basandosi su fonti serie. Nella pagina di cui le ho mandato il link c’è anche un articolo in cui si parla di un libro scritto una ventina di anni fa da WiIlliam Dalrymple «Dalla montagna sacra». Più che ricerca storica è buona divulgazione e libro di viaggio, ma è un viaggio tra le comunità cristiane del Vicino Oriente. Se lo legge si renderà conto che la realtà era molto sfaccettata e a volte curiosa. E che forse l’islamismo fanatico qaedista è figlio delle panzane storiche propagate dagli illuministi almeno quanto e forse anche più del Corano.

        1. Giulio Dante Guerra

          In effetti, anche il mio grande amico, mai abbastanza compianto, Marco Tangheroni, professore di Storia del Commercio e della Navigazione all’Università di Pisa, grande storico del Medioevo, diceva che, per i cronisti arabi di quell’epoca, alle Crociate non era data più importanza che alle incursioni di pisani e genovesi sulle coste nordafricane, indirizzate solo a liberare gli schiavi cristiani catturati sulle nostre coste. A quanto aveva saputo da p. Samir, il termine arabo per “crociata” era un neologismo, inventato in Egitto nel XIX secolo, quando la dinastia albanese di Mehemet Ali aveva aperto il paese alla cultura europea!

          1. Fabiano

            Lei ha ragione,sign.Guerra, ma tenga presente che, anche se la realtà storica è diversa da come gli arabi attuali vogliono far credere, e il citare le crociate sono una moda o tattica moderna, resta il fatto che si usano queste citazioni come arma e si reinterpreta il passato come arma per il presente, usando la vecchia norma comunista del deformare il passato a favore degli interessi del presente. Anche citare “le religioni del libro” ,come ha dimostrato Besancon è un’ingenuità come minimo, perchè non corrisponde alla verità. Anche papi hanno citato questa frase ma come programma per il futuro piuttosto che come realtà fondata nella storia. Anche dire che i mussulmani onorano la Madonna e Gesù e quindi ci sono vicini significa ignorare il significato profondamente diverso e estraneo che loro danno di queste figure. Non bastano le parole. Bisogna comprenderle e porle nella giusta prospettiva altrimenti diventa tutto un annacquamento dei propri valori, credenze e identità per andare incontro all’altro a tutti i costi anche del proprio soffocamento. Non sono questioni da affrontare alla leggera con pii desideri e convegni ecumenici che producono tanti sorrisi e tante belle foto utili a una guerra gramsciana di logoramento.

        2. Cesare

          A me preoccupano più “le panzane storiche propagate dal Corano”, come dice lei. Conosco bene Dalrymple e conosco la situazione della convivenza tra cristiani e mussulmani. Ma conosco anche la Sunna e non apprezzo questo irenismo vile e cialtrone unito a volontà di sincretismo che caratterizza movimenti e persone all’interno della Chiesa. Vogliamoci bene naturalmente, ma tenendo gli occhi aperti ché l’astuzia e la dissimulazione, l’ipocrisia interessata e il sorriso mellifluo sono tattiche precise di avanzata e penetrazione, e non mi riferisco “all’islamismo fanatico qaedista” ma alle buone persone,” che sono come noi” e che non chiedono altro che di pregare nella cattedrale di Siviglia, ex moschea ed ex chiesa, o che pregano sul sagrato del duomo di Milano o che occupano i luoghi pubblici imponendo la propria presenza fisica come primo passo di programmi ulteriori. Su questo l’esempio di Dalrymple è banale,anacronistico e da wishful thinking. Bisogna essere chiari e concreti, guardare alla storia passata e presente senza cedimenti sentimentaloidi. Gli abbracci e i sorrisi propagandistici vanno bene nelle cerimonie neocatecumenali davanti alla TV , ma questo lasciamolo ai devoti adepti di bocca buona.

    2. Maria

      Sono questi i musulmani che vogliamo … quelli che ci considerano loro fratelli nell’umanità e non quelli che ci vogliono tutti “infedeli”. Grazie al Gran Muftì Ahmad Badreddin Hassoun, il suo esempio riempia i cuori di tutti i musulmani.

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