
Siria. Colloqui di pace, battaglia di Aleppo e minacce saudite: cosa sta succedendo

Il 2016 è un anno decisivo per la guerra in Siria. Il dittatore Bashar al-Assad, insieme ai suoi alleati (Russia, Iran, Hezbollah), vuole assumere il controllo della Siria occidentale conquistando Aleppo, e puntando poi a Idlib, per difendere le roccaforti alawite nel paese prima che alla Casa Bianca arrivi un presidente più interventista e interessato alle sorti del Medio Oriente di Barack Obama. Una vasta galassia di milizie jihadiste, diverse dall’Isis e appoggiate da Arabia Saudita, Qatar, Turchia e altri paesi sunniti, vuole invece indebolire e far crollare il regime. Di sicuro, per ora lo Stato islamico interessa poco a entrambe le fazioni, soprattutto adesso che la «madre di tutte le battaglie», come la chiama la Stampa, quella per Aleppo, è cominciata.
COLLOQUI DI PACE SALTATI. In un’intervista concessa venerdì al Corriere della Sera, l’inviato speciale dell’Onu per la Siria, Staffan De Mistura, interviene sul tema a partire dai colloqui di pace di Ginevra saltati dopo appena due giorni e mezzo e rimandati al 25 febbraio. «In questi due giorni a Ginevra sono mancati fatti concreti che l’una e l’altra parte possano offrire. Spero che la sospensione funga da acceleratore: (…) verificheremo quali sono gli elementi che possono dare serietà ai colloqui».
RICONQUISTARE ALEPPO. Perché i colloqui non sono seri? Russia e governo siriano hanno appena lanciato una massiccia offensiva per riconquistare la provincia di Aleppo, divisa da quattro anni tra governo e islamisti. Approfittando di 300 raid russi in meno di due giorni, le milizie di Hezbollah da est e quelle governative da ovest si stanno chiudendo a tenaglia sulle formazioni ribelli. L’obiettivo è interrompere il collegamento tra Aleppo e il confine turco, dal quale arrivano continui rifornimenti e aiuti agli islamisti. L’operazione è quasi riuscita, «gli ultimi sviluppi sono importantissimi» e sono uscite sui media dichiarazioni di capi ribelli di questo tenore: «Se chiudono il confine con la Turchia sarà gravissimo». A Ginevra, l’opposizione ha capito che la Siria stava prendendo tempo per attaccare Aleppo e poi arrivare al tavolo delle trattative in una posizione di forza. Ecco perché i colloqui sono già saltati, mentre dalla provincia di Aleppo 70 mila persone sono in fuga.
PUTIN SCOMBINA TUTTO. De Mistura ha criticato fortemente la Russia: «Un’accelerazione del conflitto nel momento in cui si deve parlare di pace non aiuta né il momento umanitario, né il dialogo politico». La mossa di Vladimir Putin ha in effetti sconvolto i piani dei paesi arabi e della Turchia: mentre fingevano di attaccare l’Isis con la coalizione guidata dagli Stati Uniti, non hanno mai smesso di finanziare e armare le milizie jihadiste che combattono Assad, la cui caduta sembrava ormai scontata ed era accettata in silenzio da tutti. La Russia, intervenendo direttamente e schierando le truppe a difesa delle roccaforti di Assad, ha rinforzato il governo e ora guida la controffensiva.
INTERVENTO TURCO. L’inviato speciale dell’Onu esclude «assolutamente» che ci siano «movimenti di truppe turche alla frontiera con la Siria» come «preludio a un intervento». Ma la realtà è diversa: i giornali turchi avevano dato per certa l’anno scorso l’invasione del paese da parte dell’esercito per metà dicembre. Un piano è già pronto da tempo e prevede l’impiego di almeno 10 mila soldati, che dovrebbero occupare un’area di 33 chilometri vicino ad Aleppo. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha investito molto in questa guerra, anche solo lasciando passare dalle sue frontiere migliaia di foreign fighters che hanno ingrossato le fila dell’Isis. Le milizie che Ankara finanzia direttamente si trovano a Idlib e Aleppo, e se la Siria riuscisse a riprendere quest’ultima, si aprirebbe la strada anche verso Idlib. Un qualche tipo di intervento, dunque, è probabile, a meno che Erdogan non decida di gettare la spugna.
MINACCE SAUDITE. De Mistura ha anche lanciato una sfida «a tutti quei paesi che hanno influenza in Siria» perché convincano le parti a trattare. L’Arabia Saudita ha risposto a modo suo e ieri sera ha annunciato che, se gli Stati Uniti sono d’accordo, sono pronti a inviare truppe in Siria. Ovviamente non per contrastare la Russia ma per «combattere lo Stato islamico». Anche Riyad cerca da anni di far cadere Assad per togliere un paese alla galassia sciita e riportarlo sotto la sfera di influenza sunnita. Ha finanziato milizie e gruppi terroristi per combattere in Siria e ora teme la capitolazione di Aleppo. Ecco perché ha voluto lanciare una velata minaccia ai russi: non resteremo a guardare mentre mandate in fumo i nostri piani. Il futuro di pace per la Siria sembra sempre più lontano.
Foto Ansa
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20 commenti
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Ma…io mi chiedo una cosa?
Ti va di fare propaganda per una fazione, o per quell’altra, qualunque essa sia?
Ma perché questo personaggio non si fa un suo sito dove può scrivere tuto quello che gli passa per il capo, appunto perché il sito è suo, l’ha creato lui e pertanto ne è l’amministratore?
No, più comodo parassitare i siti degli altri.
Ecco, parassitare è il verbo più appropriato.
L’esercito siriano spera di distruggere o catturare i ribelli islamici nella sacca di Rastan entro la fine di febbraio., Con piccole operazioni offensive, pensa di garantirsi il totale isolamento dal resto dei gruppi terroristici in Siria. Tuttavia, l’esercito siriano completerà il rastrellamento della zona al confine con la Turchia, eliminando i terroristi dal governatorato settentrionale di Lataqia. L’obiettivo è penetrare in profondità nel nord, lungo il confine con la Turchia e nel governatorato di Idlib. Sigillare il confine con la Turchia garantendo all’esercito siriano che i terroristi non ricevano più armi e munizioni, tra cui i moderni missili anticarro BGM-71 TOW degli USA. (Fonte – Valentin Vasilescu Reseau International 21 gennaio 2016)
Tra le righe di questo articolo emerge chiaramente chi siano i responsabili della tragedia siriana. Chi finanzia e supporta i terroristi di al- quadra e dell isis che costituiscono le principali forze di insorti anti governativi assieme alla miriade di cellule estremiste difficilmente distinguibili dai sempre più sparuti gruppi ‘democratici’ che da anni servono da pretesto per contrabbandare la guerra civile siriana o meglio l’aggressione saudita turca e nato alla Siria per una rivoluzione popolare contro una dittatura. Le maschere stanno cadendo e anche i ciechi possono rendersi conto che della democrazia agli usa e UE non importa un accidente. Il nostro connazionale assassinato al Cairo probabilmente dai sicari del regime militare, nostro alleato, che utilizza quei metodi verso ogni oppositore, col compiacente silenzio occidentale, i morti crocifissi dai nostri alleati sauditi, archetipo di ogni fondamentalismo, stanno a testimoniare la disgustosa ipocrisia europea e americana.
Ranio, sei sempre tu. Lo sciacallaggio ti rivela.
Meglio per tutti che resti Assad, non fossero intervenuti i Russi, avremmo in Siria un’altro regime fondamentalista manovrato da Arabia Saudita.
Da Alfredo ad Alberto. Il solito finto dialogo della propaganda islamica, per di più con connotati settari.
L acqua calda, con in più un velato, indicativo accenno anticurdo. I curdi danno molto fastidio ai mandanti dei troll per motivi di confine.
Alberto, ovvero come ripetere l acqua calda, con una velatura razzista.
Ci sono già gli articoli proposti dalla redazione ad informarci. Non aspettiamo le vostre veline. Fatevi un sito vostro e verremo a visitarlo.
Repetita iuvant (appunto): cosa scrivano i siti complottisti rumeni, iraniani, russi ec….NON CI INTERESSA. Tantomeno quando ci fanno lezioncine non richieste di geografia siriana, già adeguatamente supplite dalle cartine allegate agli articoli.
Un altro protagonista fondamentale nella lotta per il ritorno alla pace in Sira è senza dubbio l’Iran (non a caso inviso allo stato sionista). In cooperazione con Russia e Siria nella guerra per sconfiggere lo SIIL, ha dimostrato di non essere passivo come l’Iraq di Sadam Husayn del 2003. E nonostante anni di sanzioni degli Stati Uniti oggi, in termini militari, l’Iran non è paragonabile all’Iran della guerra con l’Iraq istigato dagli USA del 1980.
I Siriani sul Terreno, i Russi nei cieli, e una qualche forma di collaborazione speciale da parte di Iran ed Hezbollah; questa è l’unica alleanza che può mettere alle corde il Daesh e spingerlo lentamente fuori dalla maggior parte della Siria. Gli Americani sembrano voler utilizzare i Curdi in un ruolo simile a quello dell’esercito siriano, come “scarponi sul terreno”, ma ignorano completamente il fatto che i Curdi non sono un’unica forza, non hanno un esercito regolare, non sono Arabi e che la Turchia, alleato chiave delle operazioni americane, non permetterà mai ai Curdi di avere un ruolo importante nella regione.
Io mi auguro di tutto cuore e prego perché si verifichi, che il legittimo governatore della Siria, Assad, possa vincere questa guerra con l’appoggio dei Russi e delle milizie Curde che accorpano anche Cristiani.
E, per contro, tutti gli altri, vicini e lontani, siano sconfitti.
Il resto son solo chiacchiere al vento.
Se io fossi là e fossi ancora vivo, sarei un miliziano in qualche milizia Cristiana accorpata ai Peshmerga.
Certo non starei con le mani in mano a subire.
Tanto in un modo o nell’altro hai da morire, e l’unica facoltà che puoi avere è scegliere in compagnia di chi e per quale bandiera.
Ed il resto….son solo chiacchiere al vento; laggiù i salotti dei borghesi sessantottini non esistono.
Anche io sono grato alla Russia per essersi mossa, ma ho paura che siamo davanti al solito troll in A, che si presenterebbe oggi sotto forma di Alfredo. Lo rivela “provocazione artificiale” riferito a Colonia.
L’avevo già intuito.
L’opinione che ne ho è sotto i tacchi delle scarpe.
D’altra parte non posso, a causa sua, dire quello che non penso.
Mi fa davvero senso una persona ultrapoliticizzata che si insinua per tentare di fare proselitismo alla sua causa fallita in partenza.
Saranno spiazzati ancora una volta dalla sequenza degli eventi.
Praticamente noi, che siamo i buoni, noi e i nostri alleati filo-occidentali stiamo finanziando milizie e gruppi jihadisti, gli stessi tra l’altro che stanno perseguitando i cristiani.
Ma non è finita, se a quanto pare si pensa addirittura di invadere militarmente, ufficialmente, non per procura armando altri, uno stato sovrano.
Mi sarei aspettato su questo sito che venisse almeno messo in discussione il diritto di finanziare e armare oppositori estremisti islamici per buttare giù un governo che ha soprattutto la colpa massima di essere amico di Putin.
Perchè come è noto, in Arabia Saudita non vanno a fare guerre per portarci la democrazia.
Sarebbe ora di svegliarsi un pochino, sarebbe ora di capire il gioco sporco che viene fatto e che finora ha causato oltre 200 mila morti, gente che sotto il cattivo Assad era viva e che è morta grazie a noi, i buoni.
Caro Albano, le incongurenze che dici qui vengono messe in rilievo diuturnamente. È un altro capitolo della degenerazione delle elites occidentali, che per troppo lacismo non sanno distinguere più il giusto dallo sbagliato, il razionale dalla follia e dal suicidio. In America per fortuna stanno arrivando le elezioni, noi italiaji abbiamo la carta del referendum sulle riforme per liberarci di Renzi. Dovremmo mettere a pane ed acqua anche a Germania, ma anche li gli elettori non parteggiano più così tanto per frau Merkel.
Le cose che dici qui le dicono quotidianamente.
Sulle vittorie e sulla legalità del intervento ci sarebbe da ridire. Il califfato odia a morte l Occidente e viene dagli eredi di Zarkawi. La miopia occidentale, in psrte ancora legata ad una immagine troppo fosca di Assad, ha certo prodotto un bel disastro diplomatico, ma la Russia non ha fatto meglio.
Ma perchè hanno messo sotto Stafan de Mistura che ha già dimostrato parecchie volte la sua inettitudine?
Alla fine, chi sta combattendo per difendere le minoranze perseguitate, torturate e uccise, in particolar modo i cristiani?