
Siria. Assad ha usato armi chimiche? I dubbi del diplomatico vaticano
In Siria, nei pressi della capitale Damasco, il 21 agosto, 1300 persone fra ribelli e civili sarebbero stati uccisi con il gas nervino. L’uso di armi chimiche da parte delle forze armate siriane, fedeli al regime di Bashar Al-Assad, potrebbe giustificare l’intervento armato in Siria da parte di Stati Uniti, Regno Unito e Francia.
DUBBI SUL GAS NERVINO. Non è la prima volta che si parla di attacchi con armi chimiche in Siria. Già all’inizio del 2013 si era ipotizzato l’uso di gas nervino sulla popolazione siriana. A giugno, però, alcuni scienziati americani avevano sottolineato i limiti dell’attendibilità di prove reperite sul campo dai ribelli. A sollevare nuovi dubbi, in riferimento ai recenti attacchi con il gas nervino, è monsignor Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio Onu di Ginevra. Tomasi ha detto a Radio Vaticana che non è ancora possibile parlare di certezze e colpevoli: «Non bisogna accelerare un giudizio senza avere sufficiente evidenza». «La comunità internazionale, attraverso gli osservatori delle Nazioni Unite, che sono già presenti in Siria, potrebbe far luce su questa nuova tragedia», ha osservato Tomasi. «Non si può partire già con un pregiudizio, dicendo che questo o quello sono responsabili». Bisogna prima «chiarire il fatto», prosegue l’osservatore Onu della Santa Sede, «anche perché da un punto di vista d’interessi immediati, al governo di Damasco non serve questo tipo di tragedia». «Come nel caso delle investigazioni di un omicidio – spiega Tomasi – bisogna farsi la domanda: a chi veramente interessa questo tipo di crimine disumano?».
STOP ALL’INVIO DI ARMI. Anche se per ora gli Stati Uniti smentiscono, c’è chi parla d’intervento armato, se fosse confermato l’attacco chimico. Per Tomasi, tuttavia, bisognerebbe ricordare «l’esperienza di simili interventi in Medio Oriente». Secondo il diplomatico vaticano «per arrivare ad una giusta soluzione» si dovrebbe evitare «una lettura parziale della realtà della Siria e del Medio Oriente in generale», come sembra stiano facendo invece «la stampa e i grandi mezzi di comunicazione». «Abbiamo visto in Egitto il caso dei Fratelli Musulmani, dove l’appoggio indiscriminato a loro ha portato ad altra violenza», spiega Tomasi. In Siria, prosegue, «ci sono degli interessi ovvi: chi vuole un governo sunnita» e «chi vuole mantenere una partecipazione di tutte le minoranze».
Per arrivare a una soluzione del conflitto, spiega Tomasi, «bisogna osservare quello che il Santo Padre ha già sottolineato e cioè che la violenza non porta a nessuna soluzione e che quindi bisogna riprendere il dialogo per poter arrivare a Ginevra 2», invitando alla ricerca di un accordo «tutti i rappresentanti di tutte le componenti della società siriana». Per ottenere quest’obiettivo, però, spiega l’osservatore Onu della Santa Sede, «non si possono escludere l’uno o l’altro dei gruppi che sono coinvolti». «E occorre anche non continuare ad inviare armi sia all’opposizione che al governo». «Non si crea certamente la pace», conclude Tomasi, «portando nuove armi a questa gente».
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3 commenti
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La colpa e’ verosimilmente di chi ha diffuso le immagini, cioè i ribelli. Gli USA non spiccano per trasparenza e disinteresse…
Obama è un fallito, non gli basta quello che ha creato in Egitto sto delinquente.
In Iraq invece, a dispetto degli sberleffi della stampa internazionale schierata contro Bush insieme agli ipocriti leccasederi eroi popolari come Bonovox e compagnia bella, c’è ancora una democrazia.
a quanto pare a Obama è permesso fare guerre per “prove cancellate” di armi chimiche mentre se a fare la guerra è Bush per gli stessi motivi i media di tutto il mondo a strombazzare sentenze…. se questa deve essere la libertà di stampa, meglio non averla. A cosa serve un mostro informativo senza cervello che va dalla parte della moda del momento? Bush è cattivone perché è bianco, petroliere, e cristiano convinto , Obama buono perché nero, nato povero, e laico al max musulmano.
Tanto per dirne una su santo Obama che fa la faccia di quello che aiuta Main Street invece che Wall Street, di quello che è contro la “speculazione finanziaria cattivona”, che tutta l’effimera ripresa USA che Obama si sta rivendendo al mondo è dovuta proprio a speculazione pura finanziaria chiamata “carry trade”e sul QE1, QE2, e QE3 (soprannominato QEternity), acquisto cioè per 85 miliardi di titolo del tesoro USA per mantenere a zero i rendimenti, coostringendo quindi gli investitori a cercare per forza rifugio nei dividendi buttandosi nell’azionario, o al max, con la politica del carry trade con denaro a costo zero, indebitandosi in dollari per investire in asset più redditizi…..ma di tutto ciò chi parla? E chi ha voglia di mettersi a capire? Meglio che i media allora, continuino a parlaci di Obama il bravo, e Bush il cattivone.
Capre.