La Sindone è per tutti: anche per gli universitari cinesi non credenti

Di Elisabetta Longo
27 Aprile 2015
Arrivano da tutte le parti del mondo, per contemplare il Sacro Telo. Non importa quanto sia lungo il viaggio, importa vedere con i propri occhi il Volto che ha patito le sofferenze della Croce

SINDONE: 300 MALATI IN PREGHIERA DAVANTI AL TELOCon che occhi guarda la Sindone, un visitatore cinese e ateo? Secondo don Luca Peyron, con gli stessi occhi colmi di curiosità e rispetto di qualunque altro pellegrino. Don Luca segue la Pastorale degli universitari di Torino, tra i quali c’è anche un nutrito gruppo di ragazzi cinesi, arrivati in Italia per studiare. Durante tutto l’anno li segue don Giuseppe Chen, uno dei sette sacerdoti che accompagnano la comunità cinese in Italia, e che insieme a don Luca ha deciso di proporre ai ragazzi di recarsi di fronte alla Sindone.
Spiega don Luca: «Ci siamo recati in pellegrinaggio sabato 25 aprile, all’inizio dovevano partecipare solo 50 ragazzi. Nel giro di poco tempo, sono raddoppiati fino a diventare un centinaio, con stupore e gioia, senza che avessimo fatto nessuna particolare pubblicità, solo con il passaparola degli studenti. Con la comunità universitaria cinese teniamo dei contatti molto assidui, abbiamo festeggiato insieme il Capodanno cinese, perché per loro era una festa importante. Allo stesso modo ci sembrava bello invitarli a qualcosa di importante per noi cattolici».

PROBLEMI DI TRADUZIONE. Il supporto di don Giuseppe Chen è stato fondamentale per questi insoliti pellegrini, innanzitutto a livello di traduzione, necessaria perché la maggior parte di loro non parla italiano: «Sono stati introdotti alla visita con una lettura di introduzione alla storia del Sacro Telo, che precede l’ingresso alla Sindone. Una volta entrati nella sala, hanno mostrato un rispetto e una compostezza ammirevoli, anche più dei pellegrini cattolici. Erano mossi da profonda curiosità, di capire perché la Sindone fosse così importante per la Chiesa. Don Chen ha tradotto loro quanto la guida spiegava, dalla sua storia ai segni sul Telo stesso. Nel tradurre dal cinese all’italiano, serviva molto più tempo rispetto alla spiegazione originaria, fatta dalla guida presente. Occorreva una lunga perifrasi per tradurre Mistero o Incarnazione, o altro, ma l’attenzione non è mai venuta meno. La visita alla Sindone è stata utile perché ha fatto capire loro, concretamente e visibilmente, di cosa parliamo quando parliamo di Cristo».

 DALL’AMERICA. Oltre a questa comunità di cinesi, nell’ultimo periodo al cospetto della Sindone si sono recate molte comunità lontane dal capoluogo piemontese. Il gruppo più numeroso è stato quello dei cristiani copti milanesi, ben 600, guidati da padre Luca e padre Zaccaria, arrivati in pullman. «Siamo venuti a vedere con i nostri occhi il Volto della sofferenza», hanno detto le due guide spirituali. Altrettanto numeroso il gruppo di pellegrini provenienti dall’America, ben 300. Tra questi anche un gruppo da Trinidad e Tobago, che dopo la Sindone si recherà in altri luoghi e santuari religiosi presenti sul territorio italiano, come Padova, Roma, San Giovanni Rotondo e Assisi. Ha detto don Gotfrey, che guida i suoi 60 pellegrini: «Quando tornerò nel mio Paese descriverò la Sindone a tutti i miei fedeli che non sono potuti venire».

Foto Ansa

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.