
Simonelli: In estate ci propinano una tv da rimbambiti
Arriva l’estate e la tv generalista va in ferie. Da almeno un decenniola Rai ha “scoperto” le sue teche e ne fa largo uso in rubriche serali, molto seguite. Ma quanto vale questa “tv della memoria”?
«Rispetto alla edizioni precedenti, questo spazio post telegiornale su Rai 1, occupato dalla rubrica della tv che fu, mi sembra che ricerchi una confezione un po’ pretenziosa, troppo intellettualistica (al modo di Rai 3, per intenderci), perdendo per strada la proposta popolare, la freschezza richiesta nel tempo estivo». Questo è il giudizio del professore Giorgio Simonelli, storico della televisione, docente di comunicazione all’Università Cattolica di Milano. «Nonostante l’offerta sterminata del proprio archivio, anche quest’anno la Rai si aggrappa alla riproposta dei soliti miti: Villaggio, Mina, Arbore. Urge un poco più di fantasia».
Ma, forse, è per la mancanza di fantasia che si insiste sulle teche. Quest’anno, dal congelatore, è uscito pure Paolo Limiti.
C’è un equivoco di fondo, che Rai1 in particolare, coltiva: che lo “spettatore tipo” sia anziano e che, quindi, debba vivere di nostalgia e di ricordi. Direi che è poco carino nei confronti di chi ha raggiunto una certa età: è avere l’idea che un anziano sia un rimbambito. Per quanto riguarda il ritorno di Limiti, consiglierei al bravo conduttore-autore di non adagiarsi sul già visto, replicando se stesso. Ha delle idee, le faccia circolare.
Perché questo recupero della tv della memoria?
La tv di ieri aveva due grandi elementi, che quella di oggi ha smarrito. Il primo è la cura della confezione del programma: il regista era una pedina fondamentale, erano veri e propri artisti che avevano l’idea dell’immagine televisiva. Secondo: era una tivù che scopriva talenti. Il Benigni degli anni Settanta era molto più scomodo di oggi, eppure la Rai lo utilizzava, perché era un talento.
Archiviamo le teche e passiamo alle note dolenti: arriviamo da un mese di polemiche sulla gestione della redazione sportiva degli Europei di calcio e ancora gli echi non si sono spenti.
Era inevitabile: il problema è chela Rai non affronta più settimanalmente lo sport, in particolare il calcio dei campionati, fagocitato dall’onnivora Sky. La redazione dello sport della Rai è come una squadra che non gioca mai, come fa ad entrare in campo ben allenata? Gli è rimasta solo la diretta della Nazionale, una manciata di partite l’anno. Poi, c’è un problema clamoroso.
Quale?
Il disastro dei commentatori: non si capisce che competenze hanno, sono ex calciatori che farebbero bella figura in una tv locale, dove si cazzeggia la domenica pomeriggio. Pensavo che il peggiore fosse Collovati…
E invece chi è?
Dossena. Durante la finale Italia-Spagna, pochi secondi dopo che ha affermato che eravamo bravi a non dare profondità agli attaccanti spagnoli, siamo stati infilati. Per favore, ritorniamo alla vecchia telecronaca dei Martellini e dei Pizzul. Ora va di moda la telecronaca “corale” ma per realizzarla ci vuole gente brava.
E ora le Olimpiadi
È un problema serio. Si dice, e io non sono molto d’accordo, che non si possa togliere al pubblico che paga solo il canone, tutto lo sport. Tra l’altro non si può proprio fare: c’è una legge che obbliga la messa in onda in chiaro di grandi avvenimenti, per esempio le Olimpiadi. Per la Rai, sarà un momento delicatissimo: Sky ha investito una quantità di tecnologie e di risorse economiche incredibili, cosa che la Rai, in questo momento, è impossibilitata a fare. Per la Rai, se posso usare il termine, sarà un confronto drammatico: questa è la prima Olimpiade che viene trasmessa anche su una rete tematica.
Beh, Raidue sarà la rete tematica del servizio pubblico.
Sarà complicatissimo lo stesso. Sky avrà un’armata di dodici canali dedicati alle Olimpiadi, più un tredicesimo che trasmetterà “il meglio di…”. Una sfida impari, che potrà essere sostenuta solo da un particolare: le gare si svolgeranno in agosto, quando le famiglie in ferie non potranno disporre del satellite e quindi le trasmissioni Rai saranno le più raggiungibili. Sarà, comunque, uno snodo storico.
Per concludere: una previsione per la prossima stagione, ora che le grandi reti generaliste italiane hanno presentato i loro nuovi palinsesti
Non vedo elementi che possano recuperare un audience, in lenta ma costante fuga verso la pay tv. L’unico colpo grosso, a parte Michele Santoro su La7, che, proprio a tempi.it avevo anticipato ben due mesi fa, l’ha fatto Canale 5, aggiudicandosi la diretta dei due concerti di Adriano Celentano a ottobre.
Insomma, si punterà all’evento.
Dovrebbe essere questa la “mission” delle generaliste, ma, gli eventi, bisogna saperli costruire. La “serialità” la lascerei alla fiction, sempre che si sia capaci.
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