Simone. Leggere “L’annuncio a Maria” dietro mura alte 5 metri

Di Antonio Simone
16 Luglio 2012
«Nella cella vicina alla mia è arrivato un amico. Gli ho regalato L'annuncio a Maria. Sono due giorni che parliamo del libro, dell'introduzione di don Luigi Giussani, della differenza tra amore e misura». Ventisettesima lettera da San Vittore

Ventisettesima lettera inviata a tempi.it da Antonio Simone, detenuto nel carcere di San Vittore a Milano. In coda trovate le precedenti missive. A Simone e alla situazione carceraria italiana è dedicato il numero del settimanale in edicola. Qui trovate alcuni degli articoli scritti su di lui da Marina Corradi, Eugenio Borgna, Giuliano Ferrara e l’interrogazione parlamentare presentata alla Camera da alcuni deputati. Qui trovate la lettera che monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, ha scritto a Simone. La lettera può essere sottoscritta.

Il caldo è insopportabile. Oggi all’aria aperta altra scazzotta tra albanesi e marocchini per ragioni futili. Poi soliti trasferimenti dei veri o presunti scazzottatori e tutto è tornato alla “normalità carceraria”.

Nella cella vicina alla mia è arrivato un amico che, l’altra sera, ha compiuto 45 anni. Gli ho regalato L’annuncio a Maria. Sono due giorni che, nell’ora d’aria, parliamo del libro, dell’introduzione di don Luigi Giussani, della differenza tra amore e misura.
Lo facciamo sotto il sole cocente delle 16 e io riesco a non “impazzire”, tranne che per quelle parole che, dopo 41 anni, ancora mi spalancano verso l’infinito, nella stretta finitura delle mura alte cinque metri di questo carcere.

Che dire, poi, del dovere parlare con uno che non ha la crosta dei tuoi 41 anni, eppure vuole capire oggi (qualcosa, o forse tutto) e lo chiede a te. Proprio a te.

Antonio Simone

Lettere precedenti:

26. Sono un corpo sequestrato perché non dico “tutto”

25. Devo mentire su Formigoni per uscire?

24. L’autolesionismo e una domanda: perché fare il bene?

23. Il carcere può esser casa se l’orizzonte è l’infinito

22. Per le vostre preghiere ho vergogna e vi ringrazio

21. Il gioco dei 30, 50, 70, 100 milioni

20. Lo sciopero della fame, i cani e la spending review

19. Sciopero della fame. Appello da San Vittore

18. Che me ne faccio del prete in carcere?

17. In carcere l’Italia gioca in trasferta e comandano gli albanesi

16. Leggo Repubblica solo per capire se posso chiedere i danni

15. La mia speranza (cosa disse don Giussani nel 1981)

14. Ikea festeggia la condanna definitiva. Festa con incendio

13. «Che differenza c’è tra me e voi fuori? Nessuna»

12. «Sono di Cl non perché sono giusto. Ma per seguire una via»

11. «Amico, posso diventare anche io di Comunione e libertà?»

10. Gli scarafaggi, il basilico e l’urlo nella notte

9. Mi dimetto da uomo. Meglio essere un porco

8. Cresima in carcere con trans. Sono contento

7. Repubblica mi vuole intervistare. Ok, ma a due condizioni

6. In quel buio che pare inghiottirmi, io ci sono

5. La rissa e l’evirazione. Storie di ordinaria follia a San Vittore

4. Io, nel pestaggio in carcere con cinghie e punteruoli

3. «Ezio Mauro, se vuoi farmi qualche domanda, sono pronto»

2. Anche da un peccato può nascere un po’ più di umanità

1. Lettera dal carcere di Antonio Simone. Con una domanda a Repubblica

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2 commenti

  1. Andrea Silanos

    Fa tristezza vedere un uomo privato della propria libertà, rinchiuso come se fosse un animale pericoloso,in carcere in via preventiva. La cosa però che mi colpisce e mi commuove sempre è la tenerezza del Mistero nei nostri confronti perchè non un solo istante siamo lasciati soli. La sua compagnia è talmente vera, presente che anche di fronte ad un’ingiustizia del genere, un uomo si sente in compagnia. Non temete perchè ancor prima che offendessero, accusassero voi, lo hanno fatto prima con me. Non temete… affidatevi. Per questo caro Antonio Simone, pur non conoscendoti di persona, ma facendo parte della stessa esperienza, ti affido con il cuore alle braccia tenere di Maria, sicurezza della nostra speranza.
    cin amicizia in Xsto andrea

    PS: La magistratura italiana è piena di farisei, proprio come al tempo di Gesù. Sono solo dei poveracci pieni di quell’odio politico ingiustificato ed ideologico che viene dall’aver detto di si, più e più volte a Satana. Preghiamo anche per loro e per le loro anime che sono in perocolo

  2. don Giancarlo Gatto - CS -

    Grazie a Dio e grazie ad Antonio per l’affetto che ci lega così da essere aiuto alla grande avventura per la gloria del Signore che desidera manifestarsi nella nostra vita in ogni circostanza. Che la Madonna lo accompagni e lo sostenga per la nostra gratitudine e la nostra preghiera!

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