Silicon Valley vs Hollywood

Di Francesca Parodi
18 Agosto 2017
Oltre a Netflix, anche Apple e Amazon fanno investimenti nel settore del cinema e delle serie tv e vanno a caccia dei migliori talenti.

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La dilagante passione per le serie tv e la loro fruizione in streaming sta portando diversi giganti hi-tech ad affermarsi come pericolosi competitor di Hollywood. Diversi attori della Silicon Valley stanno portando avanti investimenti sempre più consistenti nella produzione di contenuti video, determinando un vero e proprio mutamento di paradigma nel settore. Apple per esempio, secondo il Wall Street Journal, ha deciso di investire un miliardo di dollari per produrre fino a 10 serie tv e competere così con i successi di Netflix e Amazon. Dopo aver primeggiato nel settore dell’hardware (iPhone e computer) ed essersi espanso nel settore della musica (Spotify), l’azienda di Cupertino diversifica maggiormente il proprio business e ora potrebbe stanziare dai 2 miliardi di dollari a puntata per le serie tv comiche a 5 milioni per quelle drammatiche.

È vero che una puntata de Il trono di spade può arrivare a costare anche 10 milioni a puntata, ma la cifra di Apple destinata alla produzione di video originali è in linea con quello di Amazon agli esordi nel 2013. In realtà Apple aveva già lanciato a giugno il talent show Planet of the Apples e il programma musicale Carpool Karaoke, ma i tentativi sono risultati sfortunati perché non hanno ricevuto un’accoglienza calorosa, così, Tim Cooke ha predisposto un piano d’attacco più aggressivo e uno studiato team di creativi. Ha scelto infatti di affidare la gestione del budget a Jamie Erlicht e Zack Van Amburg, due talentuosi dirigenti di Sony Pictures, celebri per i successi delle serie Breaking Bad e The Crown.

La sfida è serrata perché i competitor si dimostrano agguerriti. Netflix potrebbe investire quest’anno più di 6 miliardi di dollari ed è a caccia delle migliori celebrità per dominare sul mercato: ha assoldato David Letterman (famoso conduttore televisivo americano), Matt Groening (il creatore dei Simpson), i fratelli Cohen e Shonda Rhimes, la sceneggiatrice di Grey’s Anatomy e Scandal. Amazon ha invece ingaggiato Robert Kirkman, sceneggiatore di The Walking Dead. Facebook si è recentemente messo in concorrenza con YouTube attraverso la piattaforma Watch dove vengono pubblicati brevi video, per conto di una serie di partner, di una durata compresa tra i cinque e i dieci minuti, ma sembra che si punti ad arrivare ai 20-30 minuti.

Davanti a questi profondi mutamenti i colossi americani tradizionali stanno reagendo con una forza e un’inventiva inaspettati. Disney ha annunciato che tra un paio di anni toglierà i suoi contenuti da Netflix e, grazie al suo imponente budget, aprirà un nuovo servizio di streaming per film e sport. Mentre quindi i giganti della Silicon Valley cercano di inglobare quante più fette di mercato disponibili puntando su contenuti originali e di qualità, Hollywood sembra essere disposta a rinnovarsi e ad aprirsi a nuove vie strategiche. Un buon esempio per quante imprese nel mondo si trovano a dover competere con i nuovi agguerriti attori dell’online.

@fra_prd

Foto Ansa

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