
Si dimette il premier della Tunisia, «Ennahda farà un nuovo governo». Ma i tunisini «sono inquieti»
Il primo ministro della Tunisia Hamadi Jebali si è dimesso. Lo ha annunciato in diretta televisiva ieri intorno alle 19 su Hannibal Tv. Il premier, che fa parte del partito islamico moderato di Ennahda, ora al governo, ha cercato di far digerire al suo partito la proposta di instaurare un governo tecnico al posto di quello attuale, in seguito alle proteste e all’instabilità causate dall’assassinio di Chokri Belaid, leader dell’opposizione laica tunisina.
NUOVO GOVERNO DI ENNAHDA. Come anticipato la settimana scorsa a tempi.it da Imen Ben Mohamed, membro di Ennahda, «noi non riteniamo che la soluzione migliore per la Tunisia adesso sia un governo di tecnocrati. Per questo rifiuteremo la proposta del premier Jebali, che si dimetterà». Ora, sempre secondo Ben Mohamed, «Ennahda formerà un nuovo governo. La nostra nuova formazione sarà allargata ad altri partiti, sarà più ampia possibile. Anche i politici sono competenti, non c’è bisogno di tecnici. Vogliamo allargare il governo per fare partecipare il maggior numero possibile dei partiti». L’alleato laico di Ennahda, il partito del presidente della Repubblica Marzouki, ha dato agli islamici una settimana di tempo per creare una nuova squadra di governo.
TUNISINI INQUIETI. L’omicidio di Belaid a pochi giorno dal secondo anniversario della cosiddetta Primavera araba, ha gettato la Tunisia nel caos. Come dichiarato a tempi.it da Silvia Finzi, direttore del Corriere di Tunisi, unico giornale arabo in lingua italiana, «Belaid era un personaggio chiave nel compattare un progetto di società alternativa alla teocrazia degli islamisti. Siamo molto inquieti, temiamo che la Tunisia si trasformi in una nuova Algeria».
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