
Si chiama Mani Pulite e riguarda il carcere. Ma non è quello che pensate voi
Si chiama Mani pulite e ha a che fare con le carceri. Ma non è quello che pensate voi. Si tratta dell’iniziativa dell’Associazione Incontro e presenza che mira a raccogliere, previo accordo con le strutture, i flaconcini rimanenti dalla dotazione igienica fornita dall’albergo, ovvero shampoo, bagnoschiuma e saponetta. Incontro e presenza ha così lanciato, all’interno del progetto Dignità (che si occupa di raccogliere vestiti e beni di prima igiene), la campagna di raccolta di tali prodotti per poi ridistribuirli all’interno del carcere San Vittore di Milano, in collaborazione con la direzione dell’istituto penitenziario. Chiunque voglia dare il suo contributo a Mani pulite, occupandosi in modo volontario di fare tale raccolta nell’albergo in cui si reca in vacanza, deve contattare Incontro e presenza.
L’idea è venuta a una delle volontarie dell’associazione, che si trovava in vacanza a fine giugno. «Eravamo circa 800 persone, e abbiamo raccolto 950 flaconcini di shampoo e bagnoschiuma, e 300 piccole saponette. Quindi oltre 1200 prodotti da poter distribuire nel carcere». Un numero importante, ma appena sufficiente se si pensa che il numero dei detenuti superara il migliaio. L’emergenza è quindi continua, e l’iniziativa Mani pulite ha quindi più che altro uno scopo educativo generale, di modo che tutti all’esterno si rendano conto dell’estrema povertà in cui si vive all’interno. Oltre tutto, il 70 per cento dei detenuti di San Vittore è di origine extracomunitaria, senza una famiglia che si occupi di portare loro il necessario. E la struttura penitenziaria, al di là del piccolo kit di ingresso, altro non fornisce.
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