L’ultimo sfregio di Ortega: chiude Radio Maria Nicaragua

Di Paolo Manzo
12 Luglio 2024
Il regime spegne l’emittente dopo 40 anni di trasmissioni. Interrompendo un canto, senza concedere il tempo di un addio né di dare spiegazioni ai fedeli di Managua. È il sedicesimo media cattolico eliminato dalla dittatura negli ultimi due anni
Radio Maria Nicaragua (Foto Radio Maria)
Radio Maria Nicaragua, "spenta" dal regime di Ortega il 9 luglio 2024 (Foto Radio Maria)

Continua la guerra contro la Chiesa cattolica del satrapo del Nicaragua, il sandinista Daniel Ortega che con la sua famiglia controlla il paese centroamericano come fosse “Cosa Nostra”. L’ultimo affronto è stata la chiusura di Radio Maria Nicaragua che, da decenni, accompagnava i tanti fedeli cattolici di Managua.

La decisione della chiusura del regime era stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale martedì 9 luglio ma il consiglio di amministrazione dell’emittente aveva deciso di trasmettere fino a lunedì 15 luglio. Impossibile visto che poche ore dopo l’ingegnere delle antenne radio ha chiamato trafelato il coordinatore dell’emittente cattolica, Róger Munguía, con l’ordine di «spegnere la radio immediatamente».

Il 9 luglio il regime “spegne” Radio Maria

Vietato qualsiasi addio e dare spiegazioni. Uno sfregio. Chi stava ascoltando la Ballata per María non ha neanche potuto sentirla sino alla fine. «E con una voce melodiosa ci dona la pace, e con una voce melodiosa ci dona la pace» è stato l’ultimo ritornello del canto che hanno sentito su Radio Maria i nicaraguensi. Dopo solo silenzio. Erano le 3.03 del pomeriggio di martedì 9 luglio. «Non sappiamo chi ha dato l’ordine», ha detto al quotidiano La Prensa un collaboratore della radio, rimasto anonimo per motivi di sicurezza.

Probabile che a dare l’ordine sia stata la moglie di Ortega, la vicepresidente Rosario Murillo, che lunedì aveva addirittura costretto Radio Maria a includere uno dei suoi monologhi quotidiani (ogni mezzogiorno, dal lunedì al venerdì) nella sua programmazione. Monologhi che sono una sequela di insulti e minacce contro chiunque lei consideri un nemico, Chiesa cattolica in primis. «Buon pomeriggio, care famiglie del nostro benedetto Nicaragua, sempre pieno di fede, di speranza, di solidarietà», avevano sentito, basiti, gli ascoltatori della radio alle cinque del pomeriggio di lunedì, in differita, la voce impostata di Murillo.

Il regime aveva già bloccato i conti dell’emittente

In realtà era il preludio della fine e, proprio nel giorno in cui Laureano, il figlio destinato alla successione dinastica della coppia dittatoriale riceveva i pieni poteri per stringere qualsiasi tipo di affari con la Cina, grande alleato di Managua al pari della Russia, Radio Maria Nicaragua veniva chiusa. «Il regime di Daniel Ortega e Rosario Murillo continua la sua persecuzione contro la Chiesa cattolica e contro la libertà di stampa», ha denunciato l’emittente sui suoi social network, sottolineando «l’ennesimo colpo alla libertà religiosa con la cancellazione dello status legale di Radio Maria».

Il ministero dell’Interno nicaraguense ha detto di avere chiuso unilateralmente l’emittente, la cui personalità giuridica era stata concessa nel febbraio 2000 anche se operava a Managua dal 1984, per un presunto «inadempimento» finanziario. Balle. Certo, invece, che lo scorso aprile, Radio Maria aveva denunciato il blocco dei suoi conti bancari da parte del regime e, non potendo più ricevere donazioni, per la prima volta aveva ridotto la sua programmazione da 24 ore a 14 ore al giorno.

Radio Maria è il 16esimo media cattolico eliminato da Ortega

Con questa chiusura salgono a 16 i media cattolici eliminati dalla dittatura sandinista negli ultimi due anni. Tra cui questi il Canal Católico, il giornale Voz Católica e altre 9 emittenti della diocesi di Matagalpa, guidata dal vescovo oggi in esilio e privato della cittadinanza nicaraguense, monsignor Rolando Álvarez, a lungo incarcerato da Ortega perché aveva osato difendere i fedeli e criticare il regime. Sempre ieri è stata arrestata e immediatamente espulsa negli Stati Uniti la giornalista Nohelia González, che collaborava con la ong Acción contra el Hambre dopo essere stata reporter prima del giornale La Prensa e poi del Canal Católico.

«Senza dubbio la chiusura di Radio Maria si aggiunge alla persecuzione della libertà religiosa della dittatura sandinista. Nonostante il silenzio imposto a vescovi e sacerdoti, la dittatura continua a sorvegliarli e a minacciarli», ha denunciato l’avvocato Martha Patricia Molina, che sta preparando il suo quinto rapporto sulle aggressioni contro la Chiesa cattolica del regime sandinista.

«Ci è stato tolto anche il Rosario e la messa per i malati»

«Fino ad oggi qui c’era ancora un mezzo di diffusione che includeva preghiere per i malati, petizioni all’Altissimo, il santo Rosario, opere di misericordia, messe, tutto contenuto strettamente spirituale. Ora anche questo ci è stato tolto», si è sfogato con il portale 100% Noticias un teologo nicaraguense che, per paura di ritorsioni, ha chiesto l’anonimato. «Avevamo attrezzature all’avanguardia e avevamo lavorato su un’applicazione per ascoltare Radio Maria anche sul cellulare, si chiamava María Play», spiega in lacrime uno dei 9 lavoratori della stazione, anche lui anonimo per evitare guai con la dittatura.

Ora tutti i beni dell’emittente, le sue antenne, le attrezzature e un furgone, sono passati alla Procura Generale della Repubblica che effettuerà il trasferimento dei suoi beni mobili e immobili allo Stato. Ovvero a Daniel Ortega e Rosario Murillo, che il 9 luglio ha attaccato per l’ennesima volta ferocemente preti e vescovi nel suo delirante monologo quotidiano.

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