Sesso debole? Aumentano le donne che fanno il camionista, il falegname e il fabbro

Di Chiara Sirianni
25 Febbraio 2011
Un'indagine della Camera di commercio di Monza e Brianza svela che sono quasi 1.800 le donne al volante dei tir, oltre 300 le "calzolaie", quelle che fanno l'idraulico, il carrozziere e il falegname. Addio caro sesso debole

Alla faccia di chi si ostina a parlare di sesso debole. Un’indagine della Camera di commercio di Monza e Brianza smentisce il luogo comune e fotografa una realtà italiana dinamica, in crescita, composta di donne pronte a reinventarsi e rimboccarsi le maniche. Anche se si tratta di mestieri cosiddetti pesanti, tradizionalmente declinati al maschile.

Un esempio? In Italia sono quasi 1.800 le donne che stanno al volante di camion e tir, il 3,1% del totale degli autotrasportatori. La Lombardia rispecchia il trend nazionale: sono più di 300 “le donne al volante” e ogni 15 nuovi autotrasportatori iscritti, uno è donna.

Tra le attività artigiane di sapore antico, tradizionalmente associate alla figura maschile, una netta crescita è registrata anche per quanto riguarda le riparazioni elettriche: sono 400 le donne con la borsa degli attrezzi in Italia, 45 nella sola Lombardia.

Non solo: ogni cinque nuovi tappezzieri iscritti nel 2010, uno è donna. E oltre 300 sono le “calzolaie”, l’8% del totale. Ci sono poi le donne falegname (300) e idrauliche (400), per non parlare delle carrozzerie meccaniche: ogni trenta attività aperte nel 2010, una è stata avviata da una donna. Ci sono anche le donne fabbro: oltre 2.300.

Nell’ottica di valorizzare i mestieri tradizionali della Brianza, con particolare attenzione ai giovani che scelgono di portare avanti il “saper fare” di antiche professioni, la Camera di commercio di Monza insieme alla Provincia ha promosso un bando ad hoc, chiamato “Mi lauri in butega”.

Carlo Edoardo Valli, Presidente della Cdc di Monza e Brianza, ha spiegato così la promozione dell’iniziativa: «Ben rappresenta il percorso storico e imprenditoriale delle imprese della Brianza che sono nate “in butega”, nella fabbrichetta vicino a casa. E poi si sono consolidate, ingrandite, fino a diventare grandi aziende locali».

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