
Sepolcri (d’Ulivo) imbiancati
Nel loro appello al Parlamento e al Governo italiano alla vigilia della Conferenza Onu sul finanziamento dello sviluppo che si è svolta la settimana scorsa a Monterrey, 36 associazioni del mondo cattolico (le stesse che avevano prodotto il manifesto sulla globalizzazione delle “Sentinelle del mattino” il 7 luglio scorso a Genova) hanno puntato il dito sulla pochezza quantitativa degli aiuti destinati dall’Italia ai paesi poveri, «oggi scandolosamente attestati allo 0,13 per cento del Pil». Peccato che nel loro appello evitino accuratamente di ricordare che a questo miserevole livello gli aiuti italiani sono stati ridotti dai governi di centro-sinistra che si sono alternati fra il 1996 e il 2001. Quando Prodi e compagni hanno preso i comandi del paese nella primavera del ‘96, l’Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) italiano veleggiava già attorno ad uno scadente 0,20 per cento (penultimo posto fra i paesi del G7 a parità con il Giappone); alla fine del 2000 il governo era riuscito a ridurlo di un altro terzo del suo valore relativo iniziale (penultimo posto solitario
nel G7).
Se prendiamo i 10 anni fra il 1991 e il 2000, l’Italia è il paese del G7 che ha fatto peggio: ai tempi del famigerato Caf (nota per i più giovani: l’alleanza fra Craxi, Andreotti e Forlani) il nostro Aps ammontava allo 0,30 per cento del Pil, cioè più del doppio del valore relativo più recente (0,13 per cento), frutto delle celebrate inclinazioni solidariste della sinistra di governo. Subito dopo l’Italia i due paesi che hanno tagliato di più sono gli Usa e la Francia (pure loro governati dalla sinistra solidarista per la maggior parte del tempo), che oggi stanziano la metà del valore relativo
di 10 anni fa.
A Monterrey Usa e Ue hanno annunciato sostanziali aumenti dei loro stanziamenti: George W. Bush ha promesso risorse aggiuntive per 10 miliardi di dollari nei bilanci fra il 2003 e il 2006; la Ue ha confermato la politica decisa al summit di Barcellona che ha fissato l’obiettivo dello 0,39 per cento del Pil europeo complessivo come quota di Aps da raggiungere entro il 2006: il valore medio attuale è pari allo 0,33 per cento. Ci vorranno circa 20 miliardi di dollari di stanziamenti aggiuntivi per centrare l’obiettivo. Usa e Ue resteranno comunque al di sotto dell’obiettivo dello 0,7 per cento, fissato in sede Onu circa trent’anni fa. Ma almeno si arresterà l’irresistibile marcia all’indietro
degli anni dell’Ulivo.
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