Sei un fumatore? Allora non ti assumo

La first lady Michelle Obama, lo aveva già annunciato questa settimana. Con fierezza aveva rivelato alla stampa la sua nuova vittoria per un mondo più green, più healthy, riprodotto da una Casa Bianca ormai trasformata in serra bio, con il suo orto, i suoi animali e la sua famiglia incontaminata e di buona volontà.

Per questo la First lady ha condiviso con l’intero globo l’orgoglio per  il suo Barack che ora «potrà guardare negli occhi le sue figlie senza più problemi». La famiglia nera del Mulino bianco continua a vendere la sua utopia, che non pare neppure il massimo da quanto è affettata. Ma sarà. Fatto sta che il modello degli Obama si sta facendo largo in molte case americane perché ora gli Stati Uniti arrivano persino a negare le assunzioni ai fumatori attraverso l’esame delle urine, come annunciato il 10 febbraio dalla stampa locale.

Finora eravamo abituati al vecchio schema protestante della doppia morale, per cui in pubblico bisogna apparire buoni e poi non importava se lo sei davvero, basta che i vizi e peccati te li tieni in casa tua, senza disturbare. Ora invece non c’è via di fuga. Nessun angolo di sfogo. La repressione pare totale e si abbatte sui fumatori. Molte città avevano già vietato il fumo nei parchi pubblici e all’aria aperta, ma ora siamo al divieto assoluto: se l’anno scorso erano solo le strutture di Florida, Ohio, Pennsylvania, Tennessee e Texas ad avere adottato il provvedimento, oggi si pensa di escludere ben 46 milioni di persone dai lavori ospedalieri.

Si fa largo, nell’era di Barack, una mentalità in cui fingere, non più qualche volta, ma sempre di essere buoni e senza peccati. Insomma, i già stressati puritani dovranno accettare di vivere nel cosmo, pubblico e privato, dell’impeccabile era degli Obama. Quella in cui ti privano del gusto di una bionda, fumata in santa pace o in compagnia, e in cambio ti rifilano un succulento cetriolo da orto bio.