
Secondo campione misterioso: è il turno del ragazzo che ha messo la testa a posto

Entra nel vivo la Coppa del Mondo ed entra nel vivo il campione misterioso, il gioco di tempi.it associato ai Mondiali. Dopo il buon successo riscosso dal primo profilo (era facile, Tranquillo Barnetta della Svizzera) ecco un nuovo calciatore da indovinare. Ricordiamo che per partecipare occorre inviare una mail all’indirizzo [email protected] con nome, cognome e nazionale del giocatore (ricordate di scrivere “campione misterioso” nel campo oggetto). In palio, una prestigiosa intervista con tempi.it in cui potrete raccontare le vostre imprese sportive sui campetti di periferia. Con un’avvertenza: la foto qui a fianco di Alexi Lalas è un logo puramente casuale. Non è lui il giocatore da indovinare.
Forse nel Mondiale degli infortuni, dei crack alle ginocchia, dei top player che si ritirano all’ultimo, il campione misterioso di oggi riuscirà anche a giocare qualche partita. L’alternativa, altrimenti, è quella di godersi lo spettacolo della follia calcistica brasiliana dalla panchina, circostanza che, tutto sommato, sta anche bene a un ragazzo come lui che l’aria dello sfaticato – senza offesa – un po’ se la porta addosso. Vabbé, però così siamo cattivi e soprattutto poco sinceri, perché bisogna precisare che negli ultimi anni il giovane ha messo un po’ a posto la testa, in tutti i sensi, spazzando via i ricordi tutt’altro che rosei che in tanti potevano avere di lui.
TRASFERIMENTI RECORD. Perché se volessimo tornare indietro di 2-3 anni avremmo immaginato tutto tranne che trovarcelo a giocarsi la Coppa del Mondo. E non per l’età troppo giovane o anziana: la sua carta d’identità dice che adesso sta attraversando l’epoca in cui si è nel pieno della forma. Piuttosto, per lo sviluppo così strano della sua carriera, ottima all’inizio poi naufragata tra varie avventure internazionali. Quando aveva 21 anni tutti impararono il suo nome (mica poi così difficile da ripetere): un club lo metteva sotto contratto dopo aver sborsato una cifra record per le sue casse. Ma quell’assegno, per cieli azzurri solitamente scuri sopra a manifatture tessili, sarebbe stato il primo di una lunga serie sborsata dai cittadini del posto, tanto che ora quei soldi non farebbero neanche particolare clamore, battuti già da vari record.
FUORI ROSA. In quello stadio giocò una ventina di partite, ma non sfondò mai: finì in un’altra arena poco lontana da lì. Stesso cielo, colore di maglia simile, rivalità spiccata tra le due città. Ma l’esito fu poco diverso: una trentina di presenze in due stagioni e un numero di gol che si contano sulle dita di una mano. Accadde poi che un giorno, era più o meno Natale, il ragazzo nostalgico come spesso accade a quelli del suo Paese, mollò tutto e tornò a casa senza dire niente a nessuno: il suo allenatore, uno che avrebbe fatto strada salvo perdersi sul più bello, la prese assai male e lo mise fuori squadra. Quell’episodio diventò un po’ la lapide sulla sua avventura calcistica in quel paese: se ne andò dopo poco, non prima però di siglare una delle sue poche reti ufficiali con il primo dei club che lo aveva voluto sotto quei cieli grigi, guarda caso contro una squadra italiana.
RINASCITA. Ma il calcio riserva sempre sorprese. E le nuvole gravide d’acqua non sanno esaltare quanto il sole delle spiagge, questo sebbene il campione misterioso non sia finito a giocare in riva al mare, ma in un posto dalla vista bella e dall’orizzonte ottimo. Lì, dal 2012, il suo curriculum ha ricevuto una scossa funambolica, almeno quanto le giocate del vecchio mandriano che si trova di fianco. E, per la prima volta, la sua squadra è andata incontro ad un exploit mai raggiunto prima, vincendo trofei e campionati. Con un ragazzo che, dopo aver messo la testa a posto, ha potuto finalmente leggere il suo brevissimo nome tra i convocati al Mondiale.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!