«Se togliamo il senso della realtà come limite all’uomo, cosa accadrà?»

Di Carlo Sala
30 Agosto 2015
Gandolfini, Mantovano e Miriano lanciano la sfida all’ideologia gender in difesa dei diritti dei bambini. «Siamo contro questa teoria che produce solo individui confusi»
La manifestazionea piazza San Giovanni, Roma, 20 giugno 2015. ANSA/ETTORE FERRARI

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – È il diritto, lo Stato, che plasma gli individui e crea la società o è l’uomo che forgia le istituzioni secondo la sua natura? La disputa è secolare, ma il revisionismo in atto in Italia sui concetti di famiglia, identità sessuale e, di conseguenza di genitorialità, ripropone il dilemma toccando il nodo dell’articolazione e funzionamento dello Stato. «È dal 2005, dal referendum sulla procreazione medicalmente assistita, che vedo una giurisprudenza creativa in base alla quale ormai è l’organizzazione giudiziaria che fa le leggi», osserva Massimo Gandolfini, portavoce del comitato “Difendiamo i nostri figli”. Ricordando a Tempi che «in Italia la fecondazione eterologa era stata vietata da una legge che aveva superato un referendum, ma quella legge è stata totalmente vanificata per via giudiziaria», Gandolfini adduce tale caso come la prova del fatto che «le leggi non sono più fatte dal Parlamento: oggi Cassazione e Consulta creano nuovi istituti giuridici».

Come a confermare tale diagnosi, a metà luglio la Cassazione ha sancito che il diritto a ripudiare la propria identità sessuale originaria prescinde dalla necessità di apportare le correzioni chirurgiche del caso. E neanche ventiquattro ore dopo, da Strasburgo la Corte europea dei diritti umani ha posto di fatto l’Italia di fronte a un vincolo esterno in merito alla definizione legale di famiglia, tanto cogente quanto divergente dalla definizione che l’articolo 29 della Costituzione italiana fornisce.

«Io vedo pericoli per il buon senso, per il senso della realtà, per il bene dell’umanità tutta», osserva la giornalista e scrittrice Costanza Miriano. «Chi da oggi potrà impedire a qualcuno che voglia andare in pensione prima del tempo di dichiarare di sentirsi donna? Oppure, chi voglia diventare dirigente approfittando delle quote rosa, non potrebbe forse dichiarare di percepirsi profondamente femmina, almeno in quella fase della sua vita (perché per i teorici del gender si può passare tra le diverse decine di percezioni di sé infinite volte nella vita)? Non voglio banalizzare i sentimenti della persona che si è rivolta al magistrato, la sua storia personale sarà sicuramente complicata e dolorosa, ma se togliamo il senso della realtà come limite all’uomo, cosa rimane a garanzia delle basi comuni della società? E poi in qualche modo la sentenza può essere intesa anche nell’altro senso: è vero, l’operazione di cambio sesso non è necessaria, ma proprio perché è irrilevante. Chi nasce maschio rimane tale, esattamente come un uomo che, per dire, perde gli organi genitali in un incidente non diventa una donna, così come io non divento una gallina se mi taglio le braccia. Io sono donna nel modo di essere, pensare, vedere la realtà, in ogni cosa che faccio, e non solo nell’avere rapporti sessuali o generare bambini. Un uomo è un uomo sempre, qualunque cosa faccia al suo corpo».

Alfredo Mantovano inquadra la questione della famiglia in una prospettiva storico-culturale: «In questo momento storico, non solo l’Italia ma l’Europa tutta sono poste di fronte a problemi seri che richiedono decisioni gravi. Iniziative di legge a favore delle unioni civili piuttosto che delle droghe conducono a prostrare una popolazione che invece deve essere in salute perché, dopo aver dimostrato cosa sia la civiltà, oggi è incalzata da un lato dal terrorismo e dall’altro da chi cerca in noi un rifugio».

Il sostegno di una piazza
La famiglia che ormai sempre più rischia di essere definita “vecchio stile” per essere identificata come costituita da una coppia uomo-donna, aveva ottenuto una prima “vittoria” grazie all’affluenza di massa al raduno di Roma promosso lo scorso 20 giugno dal comitato “Difendiamo i nostri figli”, di cui fanno parte tutti e tre gli interlocutori di Tempi. Sulla scia di quel successo (che ha indotto il comitato a divenire permanente), una circolare del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini in occasione della nuova legge sulla scuola sembra avere scongiurato («ma l’attenzione da parte dei genitori va tenuta alta», ricorda il Comitato) l’introduzione nelle aule italiane della teoria del gender, quella che in Francia aveva portato (prima che le proteste di molti genitori avessero successo) a introdurre nelle scuole elementari libri di testo come Papà porta la gonna. Sgombrato il campo da quella che Gandolfini spiega essere «un’ideologia che non ha nulla di scientifico e una teoria pericolosissima, perché distrugge la natura umana sostenendo, in un delirio di autodeterminazione, che non esiste una natura sessuata ma una personalità costruita a piacimento e perché indica un percorso educativo che costruisce individui deboli e confusi», il successivo duplice verdetto di Cassazione e Corte europea ha tuttavia riproposto la teoria del gender e dato impulso al progetto di legge sulle unioni civili della parlamentare Pd Monica Cirinnà, che appena pochi giorni prima il premier Matteo Renzi aveva ribadito di voler adottare entro l’anno.

Non basta una sentenza
Presidi estivi davanti al Senato (dove è in discussione il progetto di legge Cirinnà) e una raccolta firme già avviata e destinata in autunno ad ampliarsi online, sono le prime iniziative dispiegate per fronteggiare quella che Gandolfini non esita a definire una «dittatura del pensiero unico», osservando che «si parla tanto di omofobia, invece oggi il clima è di eterofobia» (lui stesso per le sue posizioni è stato deferito all’ordine dei medici, cui appartiene, e successivamente assolto all’unanimità dall’accusa di violare la deontologia). Mentre Mantovano ipotizza un raduno bis al Circo Massimo, Miriano chiama in causa anche i media: «Dovrebbero sforzarsi di pensare un po’ più con la propria testa, e non titolare in massa “Strasburgo condanna l’Italia”, con una sorta di gigantesco tasto copia-incolla collettivo. L’Europa non ha il potere di condannare l’Italia su questa materia, altrimenti chiuderemmo Camera e Senato: per ratificare le decisioni prese altrove basterebbe qualche funzionario pubblico munito di timbro. Non servirebbe nemmeno un governo. Dovremmo essere onesti, noi giornalisti, e non sparare in prima pagina certe notizie, come se cambiassero davvero in modo decisivo le cose».

Il silenzio della Cei sul raduno del 20 giugno non preoccupa. Gandolfini ricorda l’invito delle gerarchie ecclesiali a partecipare alla veglia di preghiera del 3 ottobre, vigilia del Sinodo sulla famiglia, e Mantovano chiama «i laici cristianamente ispirati ad un’assunzione di responsabilità per non lasciar minare il corpo sociale mentre in Italia si fanno sempre meno figli e ci sono sempre più anziani». Posto che la famiglia basata su uomo e donna rappresenta, come dice Mantovano, una «priorità non soltanto etica ma anche antropologica», d’altronde, la sua tutela non può scivolare su un terreno ideologico o farsi scudo della fede cattolica, come Gandolfini lascia chiaramente intendere, fugando anche possibili dubbi su derive verso le tesi di uno scontro di civiltà, quando ricorda che le voci levatesi il 20 giugno appartenevano a più fedi, come pure a genitori (quelli dell’associazione Agapo) di figli e figlie omosessuali.

«Non manifestiamo contro l’omosessualità», precisa Mantovano. Si tratta invece, spiega Gandolfini, di riconoscere che l’intervento dello Stato con una legge che per le unioni civili non serve. «La storia ci insegna che una coppia di due uomini o di due donne non genera vita, quindi non può godere delle tutele dell’articolo 29 della Costituzione, perché quella norma tutela uno specifico tipo di relazione. E agganciare il progetto Cirinnà all’articolo 2 della Costituzione sulle formazioni sociali è un’operazione di chirurgia plastica, perché a tutto pensavano i padri costituenti quando scrissero quella norma, ai sindacati, ai partiti, meno che alle coppie diverse dalla famiglia». «In realtà si fa prima a dire ciò di cui non godono le coppie diverse dalla famiglia», incalza Mantovano, ricordando che nei due rami del Parlamento era stato presentata una bozza di testo unico, scartata a favore del progetto Cirinnà, in cui si ricapitolava quanto, per via legislativa o per via giurisprudenziale, è già oggi diritto acquisito e riconosciuto per qualsiasi coppia diversa da quella uomo-donna.

Una “sconfitta per l’umanità”
Per nulla contraria a riconoscere come diritto della persona quello di vivere una relazione di coppia diversa dalla formula “classica”, l’opposizione al progetto Cirinnà si limita a escludere che quella relazione di coppia possa godere dei diritti propri della relazione matrimoniale (di fatto o di diritto che sia) tra uomo e donna, cioè diritto alla reversibilità della pensione (ipotesi assai preoccupante anche per l’Inps, per questioni meramente contabili), il diritto ad avere o adottare figli e a educarli, il diritto alla quota legittima di successione rispetto ai beni del defunto. «Riconoscere questi tre diritti getterebbe le premesse perché una corte affermi che anche una relazione diversa da quella tra un uomo e una donna debba essere riconosciuta come matrimonio», avverte Gandolfini.

E se Mantovano dubita che riproporre come progetto di legge di iniziativa popolare la bozza di testo unico bocciata in Parlamento consentirebbe di superare gli ostacoli procedurali già incontrati nel tentativo di avanzare un’alternativa al progetto Cirinnà, Miriano sottolinea: «L’Europa appare orientata in senso omosessualista, ma riconosce chiaramente la libertà dei singoli paesi di disciplinare certe materie. Proprio per questo penso che l’Italia occupi un posto chiave nello scenario mondiale. In questa generale “sconfitta per l’umanità” come l’ha definita il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, in questa offesa alla natura e alla realtà, in questo sbaglio della mente umana, come dice il Papa, il nostro paese, che sta al centro dell’Europa e anche della cultura occidentale alla cui nascita abbiamo contribuito in modo fondamentale, potrebbe essere decisivo. Essere il fronte ultimo della lotta. Dare inizio a una resistenza del senso della realtà sull’ideologia, al grido di quello che veramente ci muove: la difesa dei diritti dei bambini ad avere un padre maschio e una madre femmina”.

Non perdere Tempi

Compila questo modulo per ricevere tutte le principali novità di Tempi e tempi.it direttamente e gratuitamente nella tua casella email

    Cliccando sul pulsante accetti la nostra privacy policy.
    Non inviamo spam e potrai disiscriverti in qualunque momento.

    Articoli correlati

    49 commenti

    1. SUSANNA ROLLI

      Signor Drieu (è russo?),
      è la terza volta tra oggi e ieri che le rispondo, pazienza.
      Do tempo fino a mezzanotte, poi mi dispiace, devo scappare, se no il vestito si rovina tutto e perdo pure la scarpetta…E so già che al principe azzurro della mia scarpa non gliene può fregare di meno!!

    2. SUSANNA ROLLI

      Ettore…sarà un ghetto di illuminati, felici e “sbranati”, quelli fuori saranno gli annebbiati, frustrati, “sbranatori”… capaci persino di lasciare i loro figli “evolversi” in modo sublime, tra sex toys e video porno..perfetto!

      1. drieu

        cara susanna,
        lei che e’ una santa madre di famiglia, abbandoni con atto eroico di volonta’ il neomodernismo e tutta la ciurma dei papi postconciliari proni ai rabbini di ogni risma. glielo chiedo perche’ la stimo: la volonta’ ci fa santi, e quindi l’intelletto deve esser sgombro da ogni nequizia ciellinica, volta a sacralizzare l’antropocrazia con parole d’ordine mutuate dalla sovversione.
        in fede,
        drieu

        1. yoyo

          Tranquillo, Susanna non apostatera mai. Al inferno farai coppia con Enrico VIII, Lutero e Calvino.

        2. SUSANNA ROLLI

          Drieu la ringrazio per la stima, le avevo risposto ieri, invano: rifo. Stia tranquillo, il neomodernismo mi sta sullo stomaco come gli gnocchi al ragu’, che assolutamente non mi piacciono! E soprattutto non lo sopporto tra le mura delle chiese, lì ben che mi fa venire un non so che dentro che improvvisamente mi trasformo in Mister Hyde…è piu’ forte di me, che gli angeli mi trattengono, credimi! Ma non è il caso di Tempi, di questi commenti liberi da condizionamenti tranne che quello della mia Fede, ben radicate nel mio cuore…Il mio gruppo è quello di Padre Pio…si figuri il modernismo che potrà mai venirci da un esemplare di Santo come lui!, tutto S.Messa e S. Rosario!
          Devo dire che dalla parola”nequizia” in poi non ci ho capito niente, gergo troppo alto per il mio comprendonio, ma prometto che appena potrò cercherò di capire…Infine, lei mi attribuisce un “santa” che è molto lontano da me, mooooooooooolto lontano, glielo posso garantire!
          Sto nella mia Chiesa, a volte per gioirne, a volte per penarne, ma sto lì dove Dio mi ha voluta, così come sono, per santificarmi in essa ed attraverso di essa, non al di fuori di essa…troppo facile!
          In fede,
          Susanna

    3. Tony Pecoretti

      Ancora a strillare contro le coppie gay, con motiviazioni insulse e inventate?

      Possibile che non vi rendiate conto di quanto siete ridicoli?

      1. Ha parlato quello che si rende ridicolo in continuazione, trollando senza ritegno con cento nickname diversi.

        1. drieu

          l’omosessualita’ da gay pride e’ un po’ come il ciellinismo: un fenomeno da baraccone, una burlesca diavoleria che copre interessi economici e poteri innominabili, uniti , nell’apparente divergenza accidentale, dal culto di sion. li’ il sindaco marino, che dai tratti somatici appare anch’egli un invertito, oltre che uno sprovveduto, qui il demosatanico bucaiolo renzi a dar lustro al meeting: tutti uniti nella celebrazione dell’apostasia. chi dice la verita’, il padre carbone o il ricchione desideroso di sottoporsi a tso, e’ silenziato.

          1. Nino

            si cade sempre più in basso, vedo!

            1. giovanna

              Intendi più in basso di te, “nino” ?
              Certo, si può cadere più in basso del mellifluo “nino” !

              Anche se io preferisco un onesto troll, che si presenta come un troll ( solo un “nino” può dare corda a un troll, strumentalizzandolo , come da tradizione conclamata ) a un personaggio falso come te, che ripete come un mantra di essere contrario all’utero in affitto, come da manuale lgbtxy, e poi gongola per una povera piccolina bionda di tre anni, comprata all’estero da due maschi attempati e danarosi !

              Più volte , poi, non so , credo decine e decine di volte, ti è stato detto che legalizzare la schiavitù non fa il bene dello schiavetto, come pure legalizzare le situazioni sordide che ti fanno gongolare , non fa il bene di quei bambini abusati , in quanto privati del loro diritto di crescere coi propri genitori, per accondiscendere al desiderio di due adulti.
              Legalizzare la schiavitù moderna farebbe perdere a quei bambini anche la speranza di non essere considerati come oggetti che si comprano o si regalano.

              Ma tu non sei una persona, sei un personaggio, quindi ti senti in diritto , ogni volta, di eludere il confronto, ricominciando daccapo con le tue frottole.

              Infine, “nino”, non ci racconti più nulla dei tuoi fantomatici figli che l’anno scorso andavano all’asilo con quella povera piccolina bionda e quest’anno non possono partecipare al gay-pride perché lavorano ?

              Alla prossima balla, “nino” !
              La balla è strutturale per i “nini” come te, non ne puoi fare a meno in nessun modo.

          2. yoyo

            Sei tu da TSO, se non da denuncia penale.

    4. MicheleL

      L’umanità è sconfitta in tutti gli stati in cui l’omofobia è elevata a dis-valore di stato, stati dittatoriali e fondamentalisti. Le manifestazioni degli omofobia ipocritamente sbandierate per la difesa della famiglia e non contro gli omosessuali mirano esattamente a rendere la loro vita difficile e a provarli delle misure di solidarietà sociale, di riconoscimento del valore sociale del loro impegno verso la coppia e i terzi e della necessità dei bambini che crescono di avere un nucleo familiare riconosciuto dalla burocrazia.
      Se la famiglia è quella con figli perché si riconosce il diritto successorio e previdenziale alle vedove sterili? A cosa serve il diritto successorio e quello previdenziale? Non serve forse a non aggiungere al dramma del lutto anche quello della povertà, dell’insicurezza, della precarietà magari in età avanzata, proprio dove vi è un rischio maggiore?
      Questi omofobia vigliacchi se la vogliono pendere non solo con i gay che credono in un amore onesto e solidale, ma con quelli deboli, anziani e bisognosi per scoraggiare i giovani nel credere che la stabilità, la serietà siano possibili. Vogliono spingere gli omosessuali alla promiscuità, alla precarietà, alla sofferenza, per far avverare in terra l’inferno che augurano agli omosessuali nel loro aldilà. E poi no, certamente, non sono contro i gay…
      E poi qual’è l’interesse n’è negare la step chili adoption? Ancora una volta far vivere il rischio della precarietà, degli ostacoli burocratici, ad una famiglia, ai bambini che crescono in essa, far loro vivere il rischio di essere considerati orfani di due genitori quando ne perdessero uno.
      Aggiungere dramma al dramma, prendendosela con vecchi e bambini. Proprio una bella manifestazione a favore della famiglia!

      1. Emanuele

        Ma di quali famiglie parli? Esiste UNA famiglia, quella riconosciuta dalla costituzione, quella riconosciuta dalle varie Carte dei Diritti Universali, quella che ha fondamenti antropologici e sociologici, quella benedetta da Dio.

        Le altre sono convivenze, relazioni, affinità… degnissime in sé, ma non sono famiglie. Di fatto, solo alcuni stati hanno riconosciuto queste relazioni come famiglie. Sono quelle società in crisi di identità che pensano che l’affermazione acritica di qualunque desiderio sia l’antidoto al senso del nulla. L’articolo parla di confronto con la realtà, quando si vogliono creare “realtà” alternative a tavolino, si arriva solo all’ideologia.

        1. nino

          Caro Emanuele, la realtà. .. se uno la vuol vedere … dice che oggi ci sono tanti tipi di famiglie. .. famiglie composte da coppie sposare con figli e coppie sposate senza figli, coppie conviventi con figli e coppie conviventi senza figli, persone single con figli e persone single senza figli. Tutte queste sono famiglie e come tali riconosciute dallo stato (basta andare all’anagrafe e farsi stampare l’elenco delle famiglie. Questa è la realtà. Ideologia è ostinati a non riconoscere pari dignità a tutti i tipi di famiglia

          1. Giannino Stoppani

            La realtà suggerisce che ci sono pure i pedofili mangiatori di escrementi come il tanto amato Mario Mieli, del quale un esercito di pervertiti è pronto a fare apologia al momento opportuno, oltre naturalmente a dedicargli circoli e circoletti già ora, ma se ti aspetti che tutti, rispetto a certi fenomeni, siano disposti a prenderne atto facendo spallucce…
            Ancora non avete capito che codesto ragionamento basato su ” che c’è di male lo fanno tutti” qui non attacca, visto che il male lo sappiamo riconoscere molto bene .

          2. giovanna

            Fatto sta, che per intervenire in questo dibattito, caro “nino” sei costretto a camuffarti e a raccontare un sacco di balle, dai figli che l’anno scorso erano all’asilo e quest’anno lavorano, dal fatto che saresti un padre di famiglia che se gli chiedono cosa vuol dire per lui essere un padre di famiglia tra un po’ gli piglia un colpo, dal fatto che saresti contrario all’aborto, ma solo dei bambini sani e voluti e da una certa età, non ben determinata…..alla faccia della realtà, della lealtà e della sincerità.

            Caro “nino”, sei un coacervo di mala fede, come i tuoi “colleghi”, di cui spessissimo fai il nick d’appoggio, e di cui fai le veci, tipo fanno una domanda al nick del momento e rispondi tu:
            Forse oggi si verificherà il contrario, come succede altrettanto spesso, vedremo !

            Peccato che non mi permettano di dare i riferimenti precisi, magari potete provare a rileggere una vecchia discussione sulle sentinelle a Siena, in cui i nick “ale”, “shiva”, “Filomena”, “giava”, e “nino”, appunto, parlano come un sol uomo ! Tra l’altro, vi è presente pure un classico del multi nick: per ben due volte mi naccia utenti diversi di denu nciarli alla Polizia Postale !

            E comunque, il fatto che quello che hai raccontato, siano balle, è una consolazione : qui non scrive un padre di famiglia che è concentrato di tutto ciò che è contro la famiglia, contro i figli, contro la società, contro il bene di tutti, ma scrive un nick stereotipato, che dice sempre la stessa cosa, sempre la stessa pappa, in salsa “faccine” e “allegrotto ” e “falsoconciliante “.
            Come non esiste una madre di triestina di due gemelli che ha infierito, vantandosene, sui suoi figli nel modo atroce descritto dal multi-nick.

            Mi ricordo quando avevi messo le faccine , che per te sono un po’ un marchio,come le righe staccate di shiva, su un commento a proposito dell’eutanasia di una persona specifica.
            Qui la faccina non l’hai messa, ma il commento è totalmente da “faccina”, da chi non vive la famiglia, da chi se ne impipa della famiglia, da chi ha tutt’altri interessi e non frequenta famiglie da decenni, a meno che per “frequentare famiglie” si intenda cercare sul web , spesso prendendo lucciole per lanterne, notizie asettiche e tecniche sulla famiglia .

            Un po’ in ritardo ho capito perché certi nick come il tuo o come shiva o come “Lucillo” o “giovanni cattivo”, fossero così sfuggenti, così inafferrabili nella loro umanità : perché non siete persone, siete personaggi costruiti a tavolino.

            1. SUSANNA ROLLI

              Ettore…sarà un ghetto di illuminati, felici e “sbranati”, quelli fuori saranno gli annebbiati, frustrati, “sbranatori”… capaci persino di lasciare i loro figli “evolversi” in modo sublime, tra sex toys e video porno..perfetto!

          3. Emanuele

            Il problema è qual è la definizione di famiglia, se mancano le definizioni (il cui significato vuol dire tracciare un confine tra ciò che è dentro e ciò che è fuori) di fatto è impossibile stabilire un rapporto con la realtà e si arriva ad un tutto indistinto.

            La tua definizione di famiglia è talmente ampia (e sei costretto a tenerla ampia, se no saltano tutti i tuoi ragionamenti …) che dentro ci ricade qualunque rapporto affettivo tra persone… di fatto, tutta la specie umana è un unica famiglia… definizione del tutto inutile per stabilire quali rapporti necessitino di riconoscimento sociale e protezione derivanti dall’istituto giuridico del matrimonio.

            Quindi o definisci bene cos’è una famiglia, oppure parliamo sul nulla… io ho dato la definizione mia… certamente può essere sbagliata, ma si fonda sull’osservazione della realtà (costituzione, antropologia, storia, etc.). Tu invece anteponi la questione: ” esistono rapporti interpersonali di vario tipo, per il solo fatto di esistere essi vanno catalogati come famiglia”. Scusa, ma sarebbe come dire che, in quanto esistono, tutti gli animali volanti vanno classificati come uccelli.

            1. xyzwk

              Questo tuo bisogno estremo di etichettare obbligatoriamente tutti i tipi di rapporto per classificarli denota perdonami una certa insicurezza rispetto alla propria identità di famiglia. Forse alla fine sarebbe meglio se tutti noi vivissimo più serenamente le nostre realtà senza voler per forza stabilire a priori quale sia la famiglia buona e quella cattiva.

            2. Emanuele

              Arrieccola!

              Ma, almeno hai letto i post sopra? Io non ho dubbi né incertezze su cosa sia una famiglia, voi mi pare date definizioni piuttosto fumose… tanto fumose che ci rientra tutto ed il contrario di tutto.

              Non si tratta di etichettare, men che meno stabilire chi è buono o cattivo, questione di nessun interesse sociale. Si tratta di estendere diritti e agevolazioni… ma se le diamo a chiunque si dichiara famiglia, senza un criterio, tanto vale dare tutto a tutti (fin che c’è n’è).

              Sarebbe come dare gli aiuti per i poveri (es. Social Card, esenzioni, etc.) Non in base ad un criterio oggettivo, ma a chiunque si autodichiari povero… come finirebbe? Immagino che anche in questo caso per te chiunque debba vivere la propria realtà, chi siamo per giudicare se uno si sente povero o meno?

        2. No, mi dispiace ma non sono d’accordo: le altre forme di relazione non sono “degnissime in sé”. Se ragioniamo così costoro hanno già vinto: perché se si tratta di cose “degnissime”, non si capisce perché non debbono essere sullo stesso piano delle vere famiglie e lo Stato non deve incoraggiarle.
          Esiste un’unico tipo di relazioni “degnissime in sé”: quelle eterosessuali fondate sul vincolo del matrimonio. Le altre, Stato oppure no, sono nel migliore dei casi delle parodie, nel peggiore delle bestemmie e delle menzogne.

          1. Emanuele

            …non sono del tutto d’accordo.

            Esistono molte relazioni che sono degnissime pur non essendo famiglie… penso agli amici, ai compagni di squadra, ai commilitoni, etc tra i quali si possono creare rapporti molti forti (che nulla hanno a che vedere con la sessualità ), anche più forti dei legami con i propri familiari.

            Queste relazioni, pur essendo degne in sé, non sono famiglie… questo contestavo all’amico Nino.

            1. Emanuele

              Scusa ho pigiato invio troppo presto. ..

              Per degno intendevo anche degno del minimo rispetto umano… se due vogliono liberamente convivere, una volta avvisati che si stanno facendo del male non rispettando sè stessi, non possiamo nè separarli a forza ne far finta di nulla… quindi quantomeno rispettare la loro scelta, se pur sbagliata, credo dobbiamo farlo… del resto lo stesso Gesù ci ha rispettato nelle nostre scelte. Come diceva don Giussani, Dio ha amato più la nostra libertà che la nostra salvezza.

            2. Emanuele

              Avevo aggiunto anche un altro pezzo… mi era partito l’invio troppo presto.

              Con degne intendevo anche degne del minimo rispetto umano… se due persone adulte, consapevoli e libere decidono di vivere insieme more uxorio, una volta avvisati dei potenziali rischi che corrono, non possiamo certo né ignorarli né impedirgli di vivere come vogliono.

              Del resto lo stesso Gesù ci ha lasciati liberi di seguirlo o meno, di aderire al suo programma o meno… si è limitato ad avvisare delle conseguenze, mica ha lanciato tuoni i fulmini (almeno per ora…). Don Giussani diceva: “Dio ha amato più la nostra libertà che la nostra salvezza”… quindi quando le persone scelgono liberamente (anche ciò che sappiamo essere errato), si deve loro comunque un minimo di rispetto.

            3. In questo senso sono d’accordo; però in questi casi parliamo di relazioni che non implicano una certa affettività e la genitalità.

          2. Nino

            Caro Emanuele, se parliamo della costituzione italiana, l’articolo 29 recita:

            “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”

            non c’è scritto “solo”

            Ma soprattutto, tu (ma anche EquesFidus) stai dicendo quindi che due persone (con o senza figli) che convivono avendo un forte rapporto affettivo ma che scelgono di non sposarsi non rappresentano una famiglia?

            1. To_Ni

              Il fatto è ‘ che per te il forte rapporto affettivo può indicare qualsiasi cosa precaria. E seguendo lo stesso ragionamento anche un numero variabile della persone (3,4,5 6) può confezionare la famiglia che ti aggrada. In definitiva, non avendo idea di cosa sia famiglia puoi , a richiesta, fare diventare tutto. Inoltre mi chiedo , dato che non hai mai dato una idea seria di cosa è bene o male per te, ma sei sembrato sull’argomento solo un ordinario allineato alle nuove idee vincenti, il perché ti sottratti ad una discussione, chiamandola “provocazione”, in merito al riconoscere pari dignità a chi aspira a vedersi riconoscere il diritto a farsi una famiglia anche agli incestuosi o ad altre gradevoli categorie (che non cito… Ma tu sai quali) che eventualmente rivendicassero diritti. Lo so che queste categorie hanno pochi “richiedenti diritti”, ma questi non dipendono dal numero (altrimenti pure la schiavit, se prevista per poche persone diventa giusta) o no?

            2. Emanuele

              …sei un grande, come al solito… 🙂

            3. Emanuele

              1. …se l’italiano non è un opinione, aggiungere “solo” Sarebbe stata un’inutile ridondanza. La frase è chiara già così.

              Se poi applichiamo questa teoria del “solo, allora la Repubblica è fondata su tutto, non “solo” sul lavoro; la sovranità appartiene a qualunque istituzione o gruppo, non “solo” al popolo; la bandiera italiana è arcobaleno, non “solo” verde bianca e rossa, etc.

              2. Certo che non sono famiglia: se sono etero, manca la volontà di dare riconoscimento pubblico alla loro unione tramite il matrimonio; se sono omosessuali manca in atto ed in potenza la fecondità (che è il motivo per cui il matrimonio in ogni cultura ha valenza pubblica ).

              Poi, come ho scritto sopra, anche due amici possono vivere un fortissimo rapporto affettivo, sono forse da considerarsi famiglia?

            4. Nino

              @Emanuele: ti sbagli, per lo Stato Italiano un uomo ed una donna che convivono (per non parlare dei figli) SONO una famiglia. Tanto è vero che se uno dei due chiede il cosiddetto Stato di Famiglia all’anagrafe compare la composizione della famiglia stessa al completo.

              La costituzione italiana dice che la Repubblica riconosce i DIRITTI della famiglia fondata sul matrimonio, che è diverso. Due persone che non si sposano (pur potendolo fare) scelgono liberamente di rinunciare al riconoscimento di una serie di diritti e, contestualmente, non si assumono i doveri che quei diritti implicano. E’ il matrimonio che genera una specifica tipologia della famiglia alla quale lo stato italian riconosce dei diritti (e dei doveri)

            5. Emanuele

              …se n persone convivono nel medesimo appartamento compaiono tutti nello stesso stato di famiglia, indipendentemente dalle relazioni che le legano…

              Inoltre, io non compaiono nello stato di famiglia dei miei genitori, vuol dire che non sono più miei familiari?

              …’sto criterio dello stato di famiglia mi pare faccia un po’ acqua…

            6. Nino

              Se tu hai formato una nuova famiglia dal punto di vista anagrafico non appartieni più alla tua famiglia di origine, non ci vedo niente di strano, è il destino di tutti abbandonare la propria famiglia per crearne una propria. Questo non cancella il grado di parentela. Farà anche acqua, ma se parliamo di stato dobbiamo rifarci alle regole dello stato sempre, non sollo quando fa comodo

            7. Emanuele

              Quindi, come dicevo ieri, la tua definizione di famiglia è talmente ampia (basta convivere e comparire sullo stato di famiglia) che contempla tutti: amici, coinquilini, subaffituari, etc…. tutti con diritto alla reversibilità, al subentro, all’assistenza medicha, alla legittima, etc.

              Così non scontentiamo nessuno…

          3. Paolo

            Sig. Equefindus lei deve capire che le imposizioni ideologiche della sua religione (che da altri potrebbe essere definita benissimo una parodia di ideologie ancora più antiche o contemporanee) sono al massimo un problema suo e di alcuni altri. Non sono un dato oggettivo e nemmono la legittimano ad insultare o denigrare le famiglie omoparentali o le altre unioni tra coppie persone dello stesso sesso o di sesso differente…

            1. Giannino Stoppani

              Sei sempre più stucchevole.

      2. MG

        La famiglia non deve essere per forza ‘con figli’ come dici tu, ma, costituita almeno da due esseri di sesso opposto, perchè aperti alla vita, a scanso, ovviamente, di sterilità. (smettiamola di prendere casi isolati per giustificare il tutto)

        Mi pare evidente che la natura abbia inteso creare due (e solo due) sessi, tra loro assolutamente complementari; quindi, a parità di sentimento (che non intendo mettere in dubbio), una coppia eterosessuale ha una propria unità armoniosa intrinseca che a una omosessuale, ahimè, manca.

        Quando si parla di interventi politico-sociali, come pensioni etc., io mi sento di appoggiare le pretese delle coppie omosessuali. Immagino due persone che abbiano vissuto insieme e improvvisamente una delle due viene a mancare: la situazione per me è indifferente sia per una coppia etero che per una omo.

        Detto questo, quando si passa all’argomento figli allora mi incavolo. Basta con la solita solfa “se io faccio così a te non cambia”. A me non cambia nulla personalmente, ma chi sei tu per imporre la TUA volontà su una terza creatura (leggi figlio/a), che, suo malgrado, sarà profondamente influenzata dalle tue scelte.

        Mi si può riproporre la salsa del ‘basta l’amore’ in mille modi diversi, ma se siamo nati tutti da un uomo e una donna, non capisco perchè alcuni debbano arrogarsi diritti che non possono ottenere: il figlio di una coppia omo non sarà MAI figlio di entrambi/e. Decidere che una persona possa essere privata di uno dei due genitori la trovo una cosa crudele e viscida.

        Ormai a ribadire le cose più banali si passa per pazzi, fanatici, fascisti, bigotti etc.

        P.S. Se pensi che si voglia ridurre i gay all’indigenza, all’esclusione sociale, secondo me hai sbagliato paese. Che ci siano problemi di tolleranza, anche sicuramente alimentati dalla religione cattolica, è ovvio e non sarò io a negarlo e mi auguro vengano risolti al più presto.
        Ma inventarsi diritti inesistenti solo perchè ‘siamo nel 2015’ o perchè ‘siamo il fanalino di coda’ rispetto ai paesi sedicenti evoluti, mi pare ipocrita

        1. giovanna

          Un’obiezione, Mg: se sei sicuro ( o sicura, questi nick unisex sono insopportabili ! 🙂 ) che “quando si parla di interventi politico-sociali, come pensioni etc., io mi sento di appoggiare le pretese delle coppie omosessuali. Immagino due persone che abbiano vissuto insieme e improvvisamente una delle due viene a mancare: la situazione per me è indifferente sia per una coppia etero che per una omo”,…..allora le pensioni di reversibilità ecc ecc si dovrebbero concedere a conviventi a qualsiasi titolo che si sono accompagnati nella vita a qualsiasi titolo.
          Mi riferisco a coppie di fratelli che sono invecchiate insieme, da parte mia ne conosco ben di più, parecchie di più proprio, di coppie di omosessuali che sono invecchiate insieme, o semplici amici, di qualsiasi sesso, che sono invecchiati insieme, legati magari da un uguale sentire , oppure da una vocazione laica o religiosa, o comunque da amicizia profonda, dato che sono conviventi.
          La pensione di reversibilità, ne abbiamo parlato a lungo su questi commenti, è nata per sostenere le vedove che magari non avevano mai lavorato per accudire la famiglia, con quel senso lì.

          Inoltre, credo che sia chiarissimo, lo scopo del “passetto passetto”, che queste richieste, una volta accettate, portino con sé.
          Onestamente, non credo che ci siano coppie di omosessuali, di cui un superstite finirebbe sul lastrico senza pensione di reversibilità, avendo avuto tutta la vita, e nessun figlio da crescere, per mettere da parte qualcosa o sistemare la situazione economica del compagno, come , appunto, le coppie di fratelli o di amici.
          Mentre è poco ,ma sicuro, che queste richieste vengono vissute, proclamandolo piuttosto apertamente in alcuni contesti, come detto da Scalfarotto o altri, per esempio, come uno scardinamento “soft” della peculiarità della famiglia.
          Si comincia con le pensioni di reversibilità, a danno delle famiglie con figli , a danno dell’emergenza educativa, a danno degli anziani soli a abbandonati, dato che le risorse sono limitate, e si finisce con la possibilità della compravendita dei nostri figli.
          Non credo che ci sia nessuno in Italia disposto a scommettere manco un euro che non andrebbe a finire così.
          Che non sia possibile resistere, intendo politicamente e per la forza del pensiero unico dominante, a queste pressioni basate sulla menzogna e sulla prevaricazione( ne abbiamo esempi continui anche su questi commenti, di MENZOGNA e PREVARICAZIONE, le stesse indispensabili e strutturali menzogne, in piccolo, che accompagnano i militanti gay “alla Pardi” ) è un altro paio di maniche, ma che sia giusto così, no, proprio no, caro/a MG.
          Sulla premessa, dunque, non sono affatto d’accordo, MG, e anche sul fatto che i problemi di tolleranza degli omosessuali siano alimentati dalla religione cattolica ( direi che tali problemi sono alimentati dalla natura, o chi per lei, perché un cattolico non tollera, ama , seppur nella verità e nella giustizia e i più intolleranti verso se stessi sono proprio certi gay, che non si accettano ! ),ma su tutto il resto sono d’accordo con te.

          1. maboba

            Brava! Quello della reversibilità delle pensioni sarebbe una ulteriore sciagura.

            1. MicheleL

              Ma se a non avere figli è un vedovo etero allora i soldi glieli si danno. Guai ad andare a vedere magari se una persona ne ha bisogno o meno, senza discriminare. Molto più comodo dargli agli omosessuali, ovviamente…

        2. Nino

          @MG: ma allora una ragazza madre che decide di mettere al mondo il figlio e di allevarlo da sola, quindi privandolo di un padre, sbaglia? Così come sbaglia la donna che porta avanti una gravidanza rinunciando a sottoporsi a cure che danneggerebbero il feto, ben sapendo che questo comporterà la sua morte privando il bambino della sua mamma?

          Chi mi legge sa che sull’utero in affitto ho sempre espresso dei dubbi (dubbi tanto più grossi per quanto riguarda questa pratica se effettuata in paesi come l’india e l’ucraina), ma se ci pensi non c’è modo di impedire che una coppia (omosessuale o eterosessuale) vi ricorra. Puoi disapprovare questa scelta, ma perchè devi ancor più penalizzare un bambino che è già stato penalizzato?

          1. Emanuele

            Se una donna decide arbitrariamente di privare il figlio del padre, certamente sbaglia. Cosa diversa se il bambino è frutto di una violenza oppure se la donna è stata abbandonata. Sull’aborto, scusa, non ho capito l’obiezione.

            Sull’utero in affitto sarebbe bello che tu esprimessi contrarietà ferma, invece che forti dubbi… cosa ti impedisce di dichiararti contrario del tutto? Anche perché, riguardo all’omofobia hai sempre preteso ferme condanne e non ti sei accontentato dei “forti dubbi”…

            Infine, col tuo ragionamento strumentalizzi due volte i bembini: prima permettendo le pratiche che li hanno prodotti, poi facendoli diventare scudi umani per garantire l’immunità ai loro genitori. Le pratiche illecite vanno contrastate con reati penali… certo il fenomeno non si eradicherà, come non si eradicherà la mafia o i rapimenti… ma se applichiamo il tuo ragionamento un boss se ha figli non deve andare in carcere. E per assurdo, se rapiscono un bambino neonato e lo tratto come un figlio, poi non mi può essere tolto perché ormai si è affezionato a me…

            1. Nino

              @Emanuele:

              sull’utero in affitto io sono di principio contrario, però ho conosciuto bambini nati con questa tecnica, e (per quello che può valere il mio giudizio) li ho trovati sereni e tranquilli proprio come molti figli di coppie etero, ecco perchè nonostante io sia convinto che un legame si stabilisca con la donna che porta il bambino in grembo per 9 mesi e che sia un disvalore troncare questo legame alla nascita, poi penso che senza quella tecnica questi bambini non esisterebbero proprio e mi tengo i miei dubbi

              Non puoi punire penalmente chi fa ricorso all’utero in affitto in paese dove questo è legale, anche perchè non puoi distinguere il caso dell’omosessuale che vi fa ricorso da quello delle persona che mette in cinta un donna all’estero e riconosce il figlio (anche geneticamente suo) che la donna invece decide di non riconoscere. Quindi anche se si facesse in italia una legge che dica che l’utero in affitto è un reato anche se vis i ricorre all’estero (ammesso che si possa fare) questa avrebbe efficacia nulla. E gli esempi che fai tu non sono attinenti. Se io rapisco un bambino e lo porto all’estero (per esempio) allora viene emesso un mandato internazionale e, a meno che non vada in paesi dove non c’è estradizione,vengo riportsato in italia e processato qui …

            2. giovanna

              Questo discorso del “nino”, che un obbrobbrio che non si può impedire, allora lo si deve legalizzare, quante volte l’abbiamo sentito ?
              Cento, mille, diecimila volte ?
              E sempre, sempre, sempre con l’ipocrita premessa che “nino” è contrario all’utero in affitto: è il suo registro !
              Per fortuna che uno dei pochissimi nostri interlocutori che non afferiscono al multi-nick . AndreaUDT, si è convinto della ferocia dei “nini” proprio leggendo i loro untuosi discorsi.
              Mica sarà l’unico padre di famiglia vero del mondo, Andrea ?
              Credo che sia possibile, senza usare le armi tipiche gender della menzo gna e della prevaricazione, dialogare con altri veri padri di famiglia : magari non tengono ai figli di tutti, e non mi riferisco ad Andrea, ma ai giornalisti e alle giornaliste imbeccate dai lgbtxy, ma ai propri figli ci tengono tutti, direi.
              E un mondo s quallido come quello che si augura “nino” non piace a nessuna padre di famiglia vero.

            3. giovanna

              Una curiosità, “nino”: quei bambini comprati all’estero dalla madre, di cui millanti la conoscenza da tempo, e del cui tristissimo destino gongoli a tutto spiano, e di cui l’anno scorso dicevi che andavano , in massa, all’asilo coi tuoi figlioletti, anche loro, i bimbi comprati su catalogo , intendo, quest’anno vanno a lavorare come i tuoi precocissimi figli ?
              Ma quante te ne inventi, “nino”, una balla via l’altra.
              Non c’è niente da fare, senza raccontare balle su balle viene giù tutto il castello.

            4. Emanuele

              Caro Nino,

              una vita ha sempre valore, utero in affitto o no, però lo ricorderai anche quando pensi ai bambini abortiti perché frutto di uno stupro, a quelli disabili, etc.

              Riguardo ai reati commessi all’estero, per prima cosa ti rincuoro: se commetti un reato penale per il diritto Italiano all’estero, sei punibile in Italia. Vale ad esempio per il turismo sessuale con minori, anche nei paesi dove questo è tollerato.

              In ogni caso, in base al tuo ragionamento, se vado in Yemen e lapido mia moglie accusandola di adulterio è tutto ok, dato che lì ciò è legale… nessuno mi potrà accusare di nulla una volta tornato in Italia.

              Infine, per fare quello che dici tu, non serve andare all’estero. Una madre può lasciare suo figlio appena nato in ospedale (senza nessuna conseguenza legale) e il padre naturale può allevato da solo…

              Ma con l’utero in affitto non c’entra nulla. Non c’è scambio di danaro (camuffato o meno da rimborso ) non ci sono ovuli di altre donne, non ci sono donazioni di gameti, etc.

          2. Mazinga

            Una ragazza non può mettere al mondo un bel nulla da sola e tutti i bambini hanno un papà!
            Quindi la risposta è sì!
            Nel caso della ragazza madre per scelta deliberata c’è di sicuro qualcuno che ha sbagliato!
            Cambia esempio!

    I commenti sono chiusi.