S’è offuscata la stellina Kamala Harris

Di Redazione
02 Luglio 2021
Dopo la "gaffe" sui migranti, la figura della vicepresidente si sta appannando. Ora i membri del suo staff dicono di sentirsi trattati «come delle merde»
Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti d'America

Non bisogna tornare molto indietro nel tempo per ritrovare le cronache entusiaste su Kamala Harris, la vicepresidente degli Stati Uniti d’America. La Harris ha tutto per piacere ai media di sinistra: è una bella donna, è esponente della sinistra-sinistra, è glamour, è anticattolica, è ferocemente pro-choice.

Kamala Harris meglio di Biden

In più, gode della contrapposizione alla figura del suo stesso presidente che, al di là della retorica di facciata, nelle stesse file democratiche è percepito come anziano, gaffeur, esponente dell’establishment. Anche Kamala lo è, ma si sa che di questi tempi la rappresentazione è tutto, dunque per lei la stampa liberal è sempre andata in brodo di giuggiole.

Non è un caso che, già in campagna elettorale, per lei si parlasse di un rapido giro da vicepresidente e di una immediata presidenza non appena terminati i quattro anni di Joe Biden.

Migranti, non venite

Solo che ora la stellina di Kamala Harris ha iniziato ad offuscarsi ed è tutta colpa di un inciampo grave capitato alla vicepresidente su un tema che caratterizza molto la narrazione democratica: l’accoglienza.

Lei, la prima “donna”, “figlia di immigrati” a diventare vicepresidente americana, ha pronunciato un discorso che, all’osso, ricorda molto quelli trumpiani:

«Voglio essere chiara con le persone che stanno pensando di intraprendere quel pericoloso viaggio verso il confine tra Stati Uniti e Messico: non venite».

«Come delle merde»

Oh-oh, abbiamo un problema. E, infatti, sono cominciate a uscire dicerie malevole sul suo staff, raccolte dal sito Politico che ha interpellato 22 impiegati del suo ufficio che descrivono l’ambiente come «malsano».

La situazione sarebbe così pesante che alcuni membri hanno già presentato le dimissioni per incompatibilità professionali sia con Harris si con il capo dello staff, Tina Flournoy, la quale tratterebbe i dipendenti «come delle merde».

Foto Ansa

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