Se nemmeno i leghisti difendono il Carroccio

Di Renato Farina
12 Aprile 2012
Vedere il pm Woodcock guidare, manu militari, l’occupazione della Lega Nord è un’immagine di sottomissione della sovranità popolare a una super-sovranità giudiziaria. Succede in Italia. Dove, per acchiappare un topo, distruggono il formaggio.

Com’è noto io mi ribello. Ecco, mi ribello all’invasione di una sede nazionale di partito da parte di forze dello Stato. Vedere il pm Woodcock guidare, manu militari, l’occupazione della Lega Nord a Milano, via Bellerio, è un’immagine simbolica tremenda, di sottomissione della sovranità popolare a una super-sovranità giudiziaria. Ovvio, se ci sono reati, la magistratura procede. Ma esiste in democrazia un equilibrio tra componenti costituzionali della democrazia che non può consentire gesti di umiliazione che sporcano gli ideali creduti e vissuti di tanta gente.

La risposta la conosco: offendono di più gli ideali i ladri che s’infilano nei partiti come topi nel formaggio. Giusto. Ma non si può distruggere il formaggio (la casa) per acchiappare i topi (i ladri). La cosa triste è l’assenza di risposta della politica e in particolare della Lega. Nel 1996, 15 settembre, si verificò la stessa situazione. Mandato di perquisizione alla medesima sede di via Bellerio a Milano. Sul Giornale del dì seguente la prima pagina fu occupata dalla gigantesca foto della testa di Maroni immobilizzato e buttato a terra. Il titolo: “Lo Stato è impazzito”. Oggi invece la Lega ha aperto le porte, Maroni non si lamenta dell’invasione, che è una violazione morale a prescindere dalle colpe eventuali del tesoriere di partito, anzi di fatto l’avalla. Gli altri partiti? Solo dal Pdl sono arrivate testimonianze di solidarietà a Bossi. Ottimo ma un po’ poco. Credo che proprio da queste inesistenti risposte i partiti mostrino di essere degni di essere stracciati. Per costruire cosa? Una faccenda nuova e antica, che si ancori alla tradizione, ma respiri le cose azzurre berlusconiane, senza cacciare nessuno, ma consapevoli che non c’è più spazio per una politica che non sia passione per una vita buona (consiglio il libro Scola-Cazzullo La vita buona).

Io noto il potere immenso dei mass media, e mi domando a chi obbediscono (domanda retorica: obbediscono senza malizia al potere). La Lega non ha avuto un filo di difesa, una notiziola positiva da nessuna parte. La famiglia Bossi è stata squartata viva. Nel frattempo, giustamente, il viaggio di Mario Monti in Oriente è stato dipinto come un clamoroso successo, anche personale. Ne godo. Monti è bravissimo. Poi si apprende che il discorso di Obama a Seul, che avrebbe contenuto l’elogio di Monti (il quale non l’avrebbe udito perché trattenuto al telefono da Cicchitto), è stato riferito dai giornalisti senza che nessuno lo abbia udito. In compenso si è appreso poi che questo elogio non c’è mai stato… In compenso si è continuato a contrapporre la provincialità di un Cicchitto che telefona al premier, mentre costui era ritenuto da Obama artefice della pace mondiale. Quante balle, e nessuna scusa… Dopo di che va a Pechino. Successo clamoroso, scrivono in prima pagina i quotidiani e i Tg italiani. Corriere della Sera, 28 marzo: “Hu Jintao a Monti. La promessa di Pechino: «In Italia per investire»”.

Fantastico. Poi leggo su Asianews per la penna magnifica di Bernardo Cervellera: «Nessuna giornale cinese, nemmeno la Xinhua ha riportato quella frase o citato una riga del dialogo fra il nostro premier e il presidente cinese. Questo fa supporre che forse per i cinesi quella frase non è tanto importante come per noi, o che siano solo parole di circostanza». Qualcun altro che abbia scavato sulla faccenda? Nessuna parola peraltro sui due vescovi cattolici detenuti in gulag, non ne riferiscono, questa volta concordi, né i quotidiani cinesi né quelli italiani.

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