Se la Cdl affonda, saranno i partitini satellite di Prodi (e i loro interessi) a farla da padrone

Per anni la stampa italiana ha sostenuto che il berlusconismo era un ciclo finito. Esso aveva prodotto il declino del paese, perso il controllo della spesa corrente, aveva determinato una crisi fiscale dello Stato. Oggi si è visto che queste asserzioni erano false. Il berlusconismo è in primo luogo la persona di Berlusconi e questa è uscita intatta dalla campagna elettorale e dai sondaggi: il popolo della libertà esiste e non si riconosce nel governo Prodi. La coalizione tra la stampa e l’Unione ha dato un’immagine della realtà distorta. La sinistra era rappresentata come capace di risanare il bilancio dello Stato, realizzare l’equità fiscale, ridare dignità all’Italia. La Casa delle libertà è stata presentata non per quello che era ma per quello che corrispondeva agli interessi dei poteri forti collegati ai partiti di sinistra.
è chiaro che, nonostante i teodem, la linea laicista corrisponde a questa maggioranza. Come aveva visto Augusto Del Noce, la fine del comunismo come rivoluzione termina nell’individualismo della cultura radicale, oggi rappresentata dai radicali, da Rifondazione, dagli altri partiti minori della sinistra e diffusa nei Ds. Proprio il fatto che venga negata ora a Caserta la differenza tra riformisti e antagonisti mostra che la connessione con la tradizione della sinistra italiana, sia comunista sia socialista, è ora perduta e che la linea laicista è il punto inevitabile in cui termina lo sviluppo della coalizione di governo del nostro paese. Unico paese in Europa, l’Italia ha conservato fino ad ora una connessione con il cattolicesimo che ha superato anche la fine della Dc. Ma ciò è stato dovuto al fatto che è emersa la Casa delle Libertà: essa ha impedito che il nesso tra magistrati e sinistra divenisse la realtà dominante della nostra politica. E non a caso ha permesso la linea Ruini nel cattolicesimo, facendo dell’Italia, in questa materia, quasi un’eccezione in Europa.
Se questo governo dovesse durare cinque anni, se non tenesse il grandioso sforzo di far esistere in Italia il partito delle libertà, la linea laicista prevarrebbe anche qui. Le ultime resistenze vengono ancora dalla tradizione comunista del compromesso e del riconoscimento al Concordato, ma è una eredità che si attenua di fronte all’individualismo delle minoranze quasi legittimate dalla loro stessa esistenza a farsi valere come portatori di diritti collettivi. Il caso dell’omosessualità è il più vistoso, ma non il solo. La questione cattolica e la questione democratica sono una sola questione: per questo esiste un nesso tra la difesa della libertà e la linea della tradizione, come esprime con straordinaria chiarezza Benedetto XVI. [email protected]

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