Se il “dodicesimo uomo” scende in campo per davvero

Così la legge sulla partecipazione popolare nelle società sportive può realmente restituire “il calcio alla gente”. Lasciando ai club la logica economica dello show e affidando ai tifosi quella dell’appartenenza

Nei primi mesi della stagione calcistica appena conclusa, in Germania è successo qualcosa che in Italia sarebbe difficilmente capitato: alla notizia che la Lega calcio tedesca aveva intenzione di vendere una quota di circa un miliardo di euro del suo capitale a una società di private equity, i tifosi di tutte le squadre di Bundesliga e seconda serie hanno organizzato mesi di clamorose proteste per impedirlo: non solo i classici striscioni, lo sciopero del tifo o i fischi, ma contestazioni di piazza nelle città, lancio di monete di cioccolato e palline da tennis dagli spalti, introduzione in campo di automobiline elettriche per dire “noi non siamo telecomandati”. La cosa è andata avanti a lungo, diverse partite sono state interrotte e rimandate, e a febbraio la Lega tedesca ha fatto marcia indietro.

In Germania il luogo comune per cui “il calcio è della gente” non è un luogo comune: è così per una regola scritta nello statuto stesso della ...

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