Scuole paritarie Ferrara. «Pagare l’Ici? Come una condanna a morte»

Di Elisabetta Longo
31 Maggio 2016
Intervista ad Alessandro Fiorini, presidente di Mondopiccolo, polo scolastico paritario: «Il sindaco ha promesso di raddoppiarci i contributi, ma il saldo dell'Ici vanifica tutto»

livorno-scuola-paritaria-immacolata

Dal 2013 a Bologna le scuole paritarie ricevono un contributo di 10 mila euro a sezione. A Modena circa 15 mila euro, come a Reggio Emilia, a Ravenna 14 mila e così via. I contributi comunali sono più o meno simili in ogni provincia dell’Emila Romagna. Tranne a Ferrara, dove le scuole ricevono la miseria di 3 mila euro a sezione. La differenza abissale di contributi è il frutto di anni e anni di disinteresse da parte delle amministrazioni che hanno governato a Ferrara, spiega a tempi.it Alessandro Fiorini, presidente di Mondopiccolo, polo scolastico paritario.

ICI ALLE PARITARIE. «Il Comune si è finalmente impegnato a raddoppiare il contributo per sezione», afferma. «La cifra di 3 mila euro all’anno è davvero bassa, a noi basta a malapena a coprire le spese di cancelleria e il necessario per l’igiene . Eravamo contenti che il sindaco Tagliani ci avesse promesso un contributo maggiore, fino a che non ci è piombata addosso la notizia del dovuto pagamento dell’Ici, secondo quanto stabilito dalla Cassazione a Livorno. Rendendo così vano l’innalzamento del contributo alle paritarie».

«SEMPRE LA STESSA IDEOLOGIA». Alessandro Fiorini dirige tre scuole, due a Ferrara, la Sant’Antonio e la San Vincenzo, e una a Santamaria Codifiume, per un totale di circa 300 alunni. «Se le nostre scuole chiudessero, dove andrebbero i ragazzi? L’amministrazione sa bene che le scuole paritarie rappresentano una risorsa, è stato lo stesso sindaco a ribadirlo». Quando si parla di paritarie si cita sempre l’articolo 33 della Costituzione: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.
«Quel “senza oneri per lo Stato” viene sempre citato in maniera ideologica, anche perché la legge Berlinguer del 2000 ha invece sancito la necessità di dare contributi alle scuole paritarie, proprio perché utili per la società», continua Fiorini. «Se ci fosse un riconoscimento vero del nostro lavoro, non ci sarebbe nemmeno il problema del pagamento dell’Ici, perché i contributi percepiti sarebbero superiori. Potremmo affrontare il pagamento dell’Ici come affrontiamo altre spese. Il problema subentra invece perché molte scuole, soprattutto quelle che si appoggiano alle parrocchie, non hanno sufficienti fondi economici nemmeno per bastare a loro stesse».

LA PRIMA VOLTA. La colpa di questa situazione insostenibile non è solo delle amministrazioni di Ferrara, ma anche dei dirigenti scolastici. «Quando siamo andati dal sindaco Tagliani a chiedere maggiori contributi si è stupito», punge il presidente di Mondopiccolo. «Ci ha detto che era la prima volta che veniva fatta una richiesta simile all’amministrazione, e che avrebbe fatto quanto in suo potere per aumentare il contributo annuo. Finalmente un’amministrazione si è accorta di quanto facciamo per il Comune».

«SENTENZA DI MORTE». A Ferrara, dove c’è un numero di scuole statali superiore a molti altri comuni e dove le amministrazioni non hanno mai appoggiato le paritarie, realtà come il Mondopiccolo hanno dovuto tener duro. Ora però rischiano di chiudere: «Il pagamento dell’Ici è una richiesta che ci è stata fatta in automatico, dopo la sentenza della Cassazione per le scuole livornesi. Sappiamo che non possiamo contestarla in alcun modo. Speriamo solo che non abbia validità retroattiva, altrimenti le cartelle da pagare ammonteranno a più di 10 mila euro a scuola. Potrebbe essere per molte una sentenza di morte».

Articoli correlati

14 commenti

  1. Menelik

    Io, invece, chiuderei quelle scuole “superiori” che sono delle autentiche anticamere di riformatorio.
    Dove non vai a fare il professore, ma il guardiano, cosa degradante per un professore che non sia un “ventisettaro”.
    Quelle scuole che sono come le calamite della peggio feccia giovanile della provincia.
    In ogni città c’è almeno una scuola ricettacolo di tutti i peggiori sfaccendati, bocciati dalle altre scuole, che vanno a scuola giusto per non sapere cosa fare tutto il giorno, se spacciare o mettersi ore davanti al pc a fare videogames.
    Ecco, darei una stretta a quelle scuole.
    Tanto non servono a niente, perché i diplomi che sfornano, anche se hanno scritto sopra “Repubblica Italiana”, sono svalutati nel mondo del lavoro locale.
    Quelle chiuderei, non le paritarie.

  2. Fresato

    Le scuole paritarie sono fuori dagli obiettivi della scuola pubblica perchè ne violano i principi di non discriminazione e non garantendo una formazione obiettiva e imparziale.

    Inoltre sono sempre a scopo di lucro per tanto non possono chiedere fondi pubblici.

    Se siete cittadini italiani dovreste impegnarvi affinchè la scuola pubblica non subisca più tagli e funzioni il meglio possibile.
    Se siete cittadini che rispondono al Papa chiedete la cittadinanza al Vaticano e trasferitevi, non pagherete tasse e avrete anche meno problemi con unioni civili, testamento biologico ecc…

    1. daniperri

      Ma smettiamola con questi ritornelli stantii e leggende metropolitane varie. Ho in mente alcuni miei professori che brillavano per parzialità e indottrinamento ideologico. A lei consiglio il trasferimento nella Corea del Nord.

    2. ftax

      Fresato sei pure ignorante.
      Dato che una legge dello stato, la legge Berlinguer del 2000 attribuisce lo stesso valore pubblico della scuola statale alla scuola paritaria…

      1. Fresato

        @Daniperri
        ammesso che sia vero, un professore forse ma non l’istituzione scolastica e i suoi principi!

        @FTaX
        Non è un alibi sufficiente.
        Quella legge non cambia certo la natura delle scuole private né la realtà dei fatti, anzi la storia di quella legge dimostra senza alcun dubbio la grave ingerenza della Chiesa nella politica italiana.

        Non vi riconoscete nella modernità né tantomeno nella laicità e nei valori della società civile,
        perché allora non volete diventare cittadini vaticani e rispondere al vostro Papa?
        Di cosa avete paura?

        Voler imporre la dottrina religiosa a tutto il Paese dimostra solo arroganza e prepotenza.

        1. Andrea

          Gentile Fresato
          Il motivo per il quale anche i compagni nel dopoguerra sancirono
          la possibilità di avere delle scuole paritarie private era proprio per non dovere rischiare di trovarsi in futuro un nuovo fascismo o pensiero unico che perseguisse non l’obiettivo di formare le menti ma di plasmarle. Non è detto che le scuole private debbano solo essere confessionali. Basta che soddisfino standard qualitativi.
          Se essere laici significa chiudere le scuole confessionali allora resistere diventa un imperativo
          di fronte al pensiero unico sinistroIde!

        2. Luca

          Voler imporre? Ma offrire un certo tipo di educazione, che poi uno può scegliere o meno non è imporre. Uno poi giudica e sceglie come meglio crede. In una società dove a libertà esiste funziona così mentre nei regimi no, non si può proprio scegliere.
          Se la scuola pubblica gestita da privati non è finanziata come quella pubblica gestita dallo Stato (cosa che avviene in molti paesi occidentali senza gli scandali che si sollevano nel nostro Paese) allora sceglieranno solo quelli che se lo potranno permettere, con buona pace dell’uguaglianza.

          Per quanto riguarda lo scopo di lucro invece è sotto gli occhi di tutti che il personale della scuola pubblica statale lavora senza minimamente preoccuparsi dello stipendio…

          Mentre sull’istruzione scolastica ed i suoi principi consiglio gli ultimi articoli di Galli della Loggia sul Corriere della Sera per capire ad esempio quale idea abbia il MIUR sull’educazione della storia.

        3. Menelik

          Fino a prova contraria, siete voi ateologi che volete imporre il vostro ateismo, seguito da una esigua minoranza della popolazione, a tutti gli altri, che non ne vogliono sapere.
          Siete davvero arroganti e prepotenti.
          Ma anche questo tentativo finirà in un buco nell’acqua.
          L’Italia è cattolica, non atea.

        4. ftax

          Fresato, è l’ignoranza che non è alibi sufficiente per sparare i tuoi commenti insensati sui forum…

          1. Fresato

            xLUCA

            “Ma offrire un certo tipo di educazione, che poi uno può scegliere o meno non è imporre.”

            E’ assolutamente imporre, perchè i bambini non possono sottrarsi all’ideologia cristiana e religiosa, subiscono un indottrinamento, proprio quella strategia del pensiero unico al cui rischio si riferiva Andrea.

            XANdREA

            “Se essere laici significa chiudere le scuole confessionali allora resistere diventa un imperativo
            di fronte al pensiero unico sinistroIde!”

            Ma è poprio questa la differenza tra scuola pubblica e scuola paritaria: la scuola paritaria non è pluralista nè oggettiva, esattamente il pericolo da lei evidenziato!
            Esercita un pensiero omologato, dottrinale e fazioso.

            E’ solo la scuola pubblica a garantire la pluralita di pensiero e gli strumenti obiettivi e critici per crescere come individui independenti da ogni autorità.
            Al contrario è proprio la scuola paritaria ad esercitare il pensiero unico ed ideologico sui ragazzi che crescono menomati e soggetti all’autorità religiosa, un vero orrore.

            Vedo che siamo d’accordo sull’importanza di una scuola libera e pluralista.

            Con lei ì, caro signor Andrea, siamo pertanto in piena sintonia contro le scuole paritarie e sostenitori della loro illegittimità.

            La ringrazio del suo prezioso intervento.

          2. Andrea

            Gentile Fresato,
            Vedo che non capisce o non vuole capire.
            La pluralità delle scuole garantisce la libertà. Chiudere quelle paritarie vuol dire
            regime.

          3. Andrea

            Gentile Fresato

            E’ solo la scuola pubblica a garantire la pluralita di pensiero e gli strumenti obiettivi e critici per crescere come individui independenti da ogni autorità.
            Al contrario è proprio la scuola paritaria ad esercitare il pensiero unico ed ideologico sui ragazzi che crescono menomati e soggetti all’autorità religiosa, un vero orrore.

            Ma quello che scrive qui sopra le sembra intelligente?
            Se a scuola si tornasse a insegnare che la razza ariana é la razza superiore lei che direbbe?
            Sono vicepresidente del consiglio di istituto della scuola pubblica dei miei figli 3
            Faccio parte del comitato genitori
            Ho una moglie insegnante nella pubblica. Alle superiori ho frequentato una scuola paritaria.
            Ma lei ha idea di come funziona la scuola?

            Penso che non abbia neanche dei figli se ritiene che sia compito della scuola crescere degli individui indipendenti da ogni autorità. .. mi sembra molto confuso.

            Io non delego a nessuna scuola la crescita dei miei figli.
            Quella appartiene al compito di padre.
            Saluti

          4. Piero

            Shiva, inutile che riproponi le tue farneticazioni sotto altri nick, il marchio di fabbrica si capisce subito.
            “E’ solo la scuola pubblica a garantire la pluralita di pensiero e gli strumenti obiettivi e critici per crescere come individui independenti da ogni autorità”,
            AHAHAHAHAHAH, verrebbe da chiedersi come mai TUTTI i regimi autoritari eliminano le altre scuole e indottrinano attraverso la scuola statale e pubblica…….. Sei il migliore esempio di plagiato dalla scuola pubblica, ma l’hai frequentata in Unione Sovietica?

I commenti sono chiusi.