Nelle scuole islamizzate di Birmingham si insegnava la “cultura dell’intimidazione”

Di Redazione
10 Giugno 2014
Rapporto dell'Ofsted: in alcuni istituti inglesi si è tentato di inserire insegnamenti e dottrine musulmane di nascosto. «Campagna organizzata per colpire alcune classi e alterare il loro carattere e costume»

In alcune classi di Birmingham si è sviluppata un’autentica «cultura della paura e dell’intimidazione». C’era una certa attesa nella città britannica per i rapporti dell’Ofsted, l’ispettorato all’istruzione inglese, dopo la scoperta, pochi mesi fa, delle “Trojan Horse school”, alcune scuole statali “islamizzate” di nascosto da parte di un gruppo di musulmani. Gli ispettori del dipartimento hanno dato conferma dei sospetti che ad aprile hanno portato in carcere 4 uomini, spiegando che alcuni direttori delle scuole «hanno recentemente esercitato un’influenza inappropriata sulle abitudini e la gestione di giorno in giorno» degli istituti, col rischio che «gli studenti non vengano preparati a sufficienza per la vita nel moderno Regno Unito».

MISURE SPECIALI. Il linguaggio è molto burocratico, ma il messaggio è chiaro: le infiltrazioni islamiche erano una minaccia concreta, non un timore ingigantito dalla fobia collettiva seguita l’esplosione della notizia. Il rapporto conferma che cinque delle scuole di Birmingham sono state sottoposte a misure e controlli speciali: «Alcuni presidi hanno raccontato che c’era una campagna organizzata per colpire alcuni istituti per alterare il loro carattere e costume», si legge nel rapporto, dove viene specificato che alcuni docenti più anziani si sono lamentati invece «per essere stati posti ai margini o addirittura licenziati dal loro posto di lavoro».

NEL GARAGE DI UN SUPERMARKET. Non ci sono evidenze concrete di una cospirazione macchinata da una mente unica, tuttavia il lavoro dell’Ofsted mette in luce tanti dettagli delle situazioni che si erano venute a creare nelle scuole “islamizzate”. «Ad esempio in una scuola alcuni membri dello staff scoraggiavano in continuazione le donne a rivolgere la parola agli uomini, o a prendere parte ad attività extra-curricolari». Altro particolare significativo, l’incontro tra uno degli ispettori e un docente, avvenuto in un parcheggio coperto di un supermarket: il professore era talmente impaurito dal farsi vedere parlare col funzionario da aver voluto evitare in tutti i modi di vederlo a scuola.

VIAGGIO IN ARABIA SAUDITA. Tantissimi anche i casi di distinzione nelle classi tra maschi e femmine, mentre alcune scuole avevano assunto investigatori privati per controllare le e-mail di staff e docenti. Uno degli istituti messi sotto misure speciali è l’Oldknow, scuola primaria con molti iscritti musulmani: qui si è fallito dal tutelare gli studenti «dal rischio di radicalizzazione ed estremismo… Gli allievi venivano attrezzati poco per capire, rispondere o calcolare i rischi associati a visioni estreme o intolleranti». Gli ispettori hanno rilevato anche che, ad esempio, recentemente erano state vietate tombole, giochi e lotterie da una festa natalizia, poiché considerati “un-islamic”, e il preside aveva stanziato una grossa somma del budget scolastico per sostenere un viaggio in Arabia Saudita di alcuni ragazzi di fede musulmana.

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3 commenti

  1. Shiva101

    Che fate?

    Criticate le scuole private e religiose?

    1. Piero

      Oh, Paśupati610, caro il mio troll ateo-induista vetero-sovietico, non sai neanche leggere ?? Erano scuole statali………………la tua propaganda è veramente comica, ragazzi propongo una petizione a Crozza, che quando ha finito con Razzi, lanci un nuovo personaggio ispirato al nostro eroe qui sopra….

      1. Raider

        Veramente, toccherebbe a altri preoccuparsi della laicità, ma, pazienza, noi cattolici siamo qui per questo, la libertà di educazione da ogni interferenza dello Stato. Il che non vuol dire ‘via lo Stato dalle scuole’ o ‘guerra alla laicità dello Stato’, vuol dire solo che lo Stato sarà garante del diritto di ogni famiglia a avere il tipo di educazione che desidera per i propri figli: e naturalmente, che nessuna ‘Etica di Stato’ o Stato Etico può negare questo diritto in nome di valori che sono estranei a ogni Stato democratico, che, come tale, si preoccupa di tutelare la libertà dei cittadini, non di dire cosa e come fare per essere liberi o più felici o ‘migliori’.
        Dopodiché, i valori cristiani, per ragioni anche solo storiche, non sono estranei ai valori democratici, contribuendo alla normale dialettica, per es., sui temi in cui ognuno è libero di pensarla come gli pare: non è che se uno è contro l’aborto ed è ateo, va bene; mentre, se è contro l’aborto e è cattolico, non gli è permesso. Questa si chiama discriminazione: la laicità è un’altra cosa. La società multietnica, col politicamente corretto che impone di spazzare via il presepe e ogni simbolo della Pasqua e poi, festeggia il Ramadan, è una delizia e una bontà che, con la scusa dell’educazione alla cittadinanza per tutti, fa sì che il 72% dei musulmani olandesi – di prima, seconda, terza generqzione – si pronunci a favore dell’uccisione dei cristiani in Siria. Non criticate le scuole statali e l’Etica di Stato? Non aspettatevi risultati migliori.

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