Scrive Scruton: commosso dal Meeting torno l’anno prossimo

Rosy Bindi ha fatto il pieno di applausi al Festival dell’Unità di Reggio Emilia facendo ulteriormente innervosire il già poco tranquillo Walter Veltroni, capo designato del Partito democratico. Se a questo aggiungiamo la sfida lanciata al sindaco di Roma da Enrico Letta mi pare che l’autunno dell’Ulivo sarà caldo non tanto per i già annunciati scioperi di piazza ma per le lotte fratricide all’interno di partiti e fazioni.
Pasquale de Cirillis Napoli

Però, ammettiamolo, per sfidare lo stellone di Walter ci voleva proprio una donna con gli attributi. Sembra Prodi.

«È scandaloso che qualche esponente del governo se ne venga fuori con la tassazione delle rendite. Apprezzo la frenata del presidente Prodi. Non siamo disposti a pagare un euro in più di tasse. L’emergenza tasse non è di oggi sia chiaro ma oggi nel mondo le abbassano dappertutto». Così parlò, nella splendida cornice di Cortina d’Ampezzo, Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Confindustria (e molto altro ancora). «Noi padani pagavamo e non abbiamo mai tirato fuori il fucile, ma c’è sempre una prima volta. A Roma pensano che quelli del nord siano un po’ pirla: parlano ma poi pagano, quindi non diamogli niente. Se la Lombardia potesse chiudere i rubinetti, l’Italia morirebbe in cinque giorni, perché l’Italia vive con i soldi della Lombardia». Così parlò nella meno mondana e più popolare cornice della bergamasca Umberto Bossi, leader della Lega Nord. Toni coloriti a parte, non le sembra che il concetto sia lo stesso? Perché tante polemiche, forse perché la verità fa male?
Giacomo Ferrero Ventimiglia

Bossi ha ragione. Solo che la ragione non si regge sulla canna dei fucili.

Riassumiamo: manca il classico delitto per riempire le pagine ad agosto. A Garlasco viene uccisa una ragazzina. Le cugine fanno un fotomontaggio senz’altro ardito. Dalle indagini poche nuove e così inizia il gioco di sparare a pallettoni sulle due ragazzine. Poi arriva pure quel buontempone di Corona e giù un’altra tonnellata di moralismo degli avvoltoi che fan la morale allo sciacallo. Ultima scena: quelli che fino a ieri hanno fatto le docu-fiction sui fatti di cronaca (leggi Enrico Mentana e le sue puntate di Matrix sul caso di Erba) fanno via radio la morale ai moralisti che se la sono presa con le gemelline. Direttore, dove sta l’errore?
Carla Magnocavallo Brindisi

L’errore è sempre lo stesso, malinconico, degli scambiati oggetti e delle cose che non sono. Così lo spettacolo è sempre uguale.

Nonostante per la grande stampa sembri passata la paura per le montagne russe delle Borse in seguito alla crisi dei mutui subprime americani, mi pare che tiri aria di sottovalutazione nel medio periodo. Nessuno infatti ha evidenziato alcune notizie, riportate dalla stampa straniera, che dovrebbero farci stare ben poco allegri. Primo, due banche tedesche, la Sachsen LB e la Iko, hanno chiesto l’amministrazione controllata perché sono strapiene di cambiali di insolventi americani. Per Jochen Sanio, capo dell’ente di regolamentazione tedesco, è «la peggiore crisi bancaria dal 1931». Secondo, i tassi variabili dei mutui americani saliranno ancora almeno fino a marzo quindi la vera legnata arriverà a cavallo del secondo e terzo trimestre del 2008 con rischi seri di bancarotte bancarie, nonostante la liquidità immessa dalle banche centrali per tamponare la falla. Inoltre Wall Street ha atteso col fiato sospeso la pubblicazione del report sul crollo delle vendite di immobili già esistenti, si parla del dato peggiore dal 2002. E che dire dell’ex segretario al Tesoro Usa, Larry Summers, che al Daily Telegraph parla chiaramente di rischio recessione e del Wall Street Journal che ha rilevato in un sondaggio come il debito e la crisi dei mutui spaventi gli americani più di Bin Laden. Non le pare che ce ne sia abbastanza per non ridere troppo?
Alessandro Lorenzi via internet

Perdoni, non ci capisco niente, stiamo giusto aspettando il contributo in materia del professor Gianmaria Martini e intanto qualcosa mi dice che la prossima semestrale del mutuo casa sarà una fucilata.

Una minoranza di tifosi genoani violenti ha minacciato i tifosi milanisti. Il prefetto di Genova, per non correre rischi, ha deciso che i tifosi milanisti non avrebbero potuto recarsi allo stadio Marassi per assistere alla partita. Lo Stato ammette di non essere in grado di proteggere alcune persone da altre persone violente, rinuncia ad esercitare il suo potere per prevenire atti criminali, ammette la sua impotenza e impedisce a liberi cittadini di assistere ad un evento sportivo perché non riesce a mantenere l’ordine pubblico. Lo Stato ha perso, si è ritirato come un vile imbelle rinunciando ad usare mezzi dissuasivi, anche coercitivi, come è suo preciso dovere, dovere, mi permetta di ricordarlo, che gli viene conferito con un mandato elettorale che, attribuendogli il potere di governare, lo autorizza ad esercitare la forza per proteggere i cittadini. Non siamo un paese civile.
Roberto Bellia Vermezzo

E siamo solo al capitolo calcio.

Cari amici di Tempi, per quel che vale il punto di vista di un professore inglese che ha provato con tanti strafalcioni a parlare in italiano, devo dire che l’incontro al Meeting di Rimini mi ha molto commosso. Credo che sia stata l’iniziativa più bella a cui ho mai partecipato, ricca di ottimismo e cuore. Credo proprio che ci tornerò anche l’anno prossimo.
Roger Scruton via internet

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